PREVENZIONE:
ANCHE IL TRAFFICO DELLE GRANDI CITTA’ TRA I FATTORI CHE AUMENTANO IL RISCHIO DI ATTACCO CARDIACO!

L’esposizione, anche transitoria, al traffico cittadino potrebbe aumentare il rischio di infarto miocardico (IM) nei soggetti predisposti. Sono questi i risultati di uno studio tedesco apparso di recente sul New England Journal of Medi-cine. In passato era già  stata suggerita una correlazione positiva tra inquinamento da traffico automobilistico, tipico delle aree urbane, e rischio di riacutizzazione della patologia cardiovascolare.
In soggetti sensibili il traffico, sia quello automobilistico sia quello dei mezzi pubblici, può rappresentare un fattore scatenante dell’attacco cardiaco e il tempo trascorso in mezzo ad esso correlava con un aumentato rischio di IM.
Precedenti studi avevano suggerito come l’esposizione al traffico influenzas-
se negativamente l’evoluzione delle cardiopatie, ma non era chiaro in che
modo. I nuovi dati derivano dall’esame di 691 soggetti sopravvissuti almeno
per 24 ore a un attacco cardiaco e che avevano potuto fornire informazioni
sull’ipotetico evento scatenante. L’essere “coinvolti” nel traffico cittadino
si è così dimostrato un fattore capace di aumentare di quasi tre volte il ri-
schio di infarto nell’ora successiva; inoltre il rischio è apparso proporzio-
nale al tempo trascorso in automobile, in moto o sui mezzi pubblici di trasporto.
Tale trend è rimasto pressoché invariato anche dopo aggiustamento per fattori quali attività  fisica legata all’uso della bicicletta o risveglio al mattino.
La forma più comune di “danno” da traffico, che determinava il maggiore impatto nell’incidenza di IM, è risultata l’utilizzo dell’automobile; anche il tempo trascorso sui mezzi di trasporto pubblico correlava con l’insorgenza di infarto
miocardico a distanza di un’ora.
Ã?«L’associazione inquinamento-trafficoÃ?» hanno dichiarato i ricercatori Ã?«può es-
sere un fattore che porta alla rottura della placca presente nei vasi sangui-
gni, rottura che sfocia nell’attacco cardiaco. Secondo gli Autori, le associazioni osservate potrebbero derivare dalla combinazione di una pluralità  di fattori, quali stress, rumore e inalazione d’inquinanti derivanti dai motori dei veicoli.
Gli agenti inquinanti, e più precisamente i prodotti della combustione e il particolato fine, potrebbero in qualche misura stimolare la rottura di placche aterosclerotiche preesistenti e contribuire ali’esacerbaziene di un ambiente
trombogeno. è quindi probabile che i pazienti a rischio per cardiopatie possano trarre beneficio dai programmi volti al miglioramento della qualità  dell’aria nelle aree urbane, tramite l’impiego di “veicoli puliti” e la pianificazione della viabilità Ã?».

The New England Journal of Medicine – 2004
Peters A, von Klot S, et al. N EngI J Med 2004; 351:1721

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