La crisi fa sentire i suoi dolorosi esiti anche sull’economia forlivese.
L’azienda leader del nostro tessuto economico produttivo, la Nautica Ferretti, mette in cassa integrazione i suoi dipendenti per un calo nelle commesse.

Speriamo, ovviamente, che l’azienda riesca a superare questo periodo di crisi ed a rinnovarsi per affrontare il mercato del futuro, puntando magari a modelli nautici meno energivori, innovativi dal punto di vista tecnologico.

Oggi però dobbiamo sottolineare il fallimento dell’operazione dell’accordo di programma che ha stravolto 33 ettari di campagna fra Forlì e Forlimpopoli vicino al fiume Ronco. Come denunciarono i Verdi allora, in tempi non sospetti, le motivazioni dell’aumento di manodopera e di occupati erano assolutamente fittizie, ed il paragone con quanto avvenuto prima con la Bartoletti era purtroppo azzeccato.

Questo accordo non solo ha azzerato la programmazione di quell’area, moltiplicandone il valore senza un concreto interesse pubblico, ma non è stato di nessuna utilità nemmeno per mantenere il numero degli occupati ed evitarne la cassa integrazione.

Una operazione simile è stata sventata in Consiglio Comunale su terreni a Villa Selva, dove l’assessore cercava di sostenere con il parere contrario degli uffici una moltiplicazione fuori misura delle potenzialità edificatorie.

Bisogna smettere di modificare la programmazione del territorio con Accordi di Programma e continue Varianti: in particolar modo le zone artigianali e quelle industriali devono tener conto delle effettive necessità, per evitare trasformazioni speculative che nulla hanno a che vedere con le reali necessità produttive del territorio.

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