delf in spiaggia
SI’ A TURISMO AMICO DI AMBIENTE, ANIMALI E CULTURA

Una citta’ come Rimini, ricca di valenze storiche, culturali, ambientali di grandissimo pregio non puo’ cedere allo sfregio della riapertura del delfinario, chiuso a suo tempo in seguito all’intervento del servizio Cites del Corpo forestale dello Stato, che aveva disposto anche il sequestro dei quattro delfini”. Lo ha dichiarato la coportavoce dei Verdi e candidata nella lista Green Italia Verdi Europei Luana Zanella che conclude: “Rimini non puo’ dare ospitalità’ ad attrazioni di cosi’ infimo profilo educativo e morale, in cui si fa spettacolo, violando i diritti degli animali, sfruttandoli contro natura a scopo di lucro. Sarebbe insensato e incompatibile con un’offerta culturale e turistica degna della tradizione e delle potenzialità di questo prezioso territorio”.

DELFINARIO DI RIMINI – AGGIORNAMENTO: LA FOGNA E’ QUASI PRONTA ( da BASTA DELFINARI )

A meno di un anno dalla chiusura del delfinario di Rimini, con il sequestro dei quattro tursiopi, la prospettiva di un’imminente riapertura è certa.

Monica Fornari (proprietaria), forte di conoscenze politiche e di un patetico vittimismo gridato ai quattro venti sin dall’estate scorsa, una volta messo nel cassetto il sedicente amore per i “suoi” animali, ha fatto di tutto per riaprire e, a quanto pare, accadrà a breve.
La riapertura, come da lei stessa dichiarato, sarà con animali quali leoni marini, foche e otarie (che si ostina a chiamare ontarie), perchè sottoposti a regole meno restrittive rispetto ai delfini.

La vasca è piena d’acqua, è apparsa una ridicola piattaforma in plastica. Evidentemente gli schiavi sono quasi pronti per partire e, visto che la gestione ha gridato allo scandalo quando i tursiopi sono stati trasferiti nel carcere di Genova in quelle che definivano bare, ci auguriamo che i pinnipedi arrivino a Rimini a bordo di una jacuzzi.

Una decisione vergognosa e dettata unicamente dalla bramosia di denaro, supportata da un sindaco ignavo che non ha mai preso pubblicamente una posizione che, ormai è chiaro, in privato aveva già preso.

Una riapertura supportata dagli imprenditori della riviera, da politici a caccia di voti o aspiranti a qualche poltrona che hanno sempre parlato di “indotto turistico” e fatturato quando i protagonisti della squallida storia del delfinario di Rimini erano individui sofferenti e imbottiti di farmaci.

Una sconfitta per gli animali, che continueranno a essere sfruttati ed esibiti per il pubblico pagante e per rimpinguare il conto in banca di pochi ipocriti che non conoscono la vergogna ma che, al tempo, sono sempre in prima linea quando si tratta di puntare il dito inquisitore su chi non cautela i loro interessi.

Archiviati i delfini, avanti coi prossimi schiavi!

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