Pubblichiamo il programma di Roberto Balzani, che i Verdi sostengono come Candidato a Sindaco per il Comune di Forlì:
IL VENTO DEL CAMBIAMENTO PER USCIRE DALLA CRISI
In questa epoca, caratterizzata da paura, chiusure e timori per il futuro, noi intendiamo dare una risposta di cambiamento, d’innovazione, di coinvolgimento per dare speranza e futuro alla nostra città.
L’attuale crisi non è solo finanziaria, ma anche morale e sociale. Per questo, l’amministrazione che verrà dovrà lavorare insieme e per i cittadini. I metodi che intendiamo utilizzare sono la trasparenza, la partecipazione e l’informazione.
I progetti saranno accessibili attraverso i nuovi sistemi di comunicazione, come ad esempio il portale web del comun, perché ciascuno possa contribuire con proprie proposte e controllare i risultati. Partecipare vuol dire impegnarsi di più, tenere le mani sulla democrazia. Il comune cercherà di avvicinarsi, di ascoltare: i cittadini dovranno reagire, chiedere, verificare.
Ci impegniamo a ricercare e sostenere nuove e più avanzate possibilità di lavoro, partendo da una nuova economia che sfrutti le potenzialità dell’innovazione, della ricerca, e sappia recuperare e salvaguardare quelle tradizionali.
In questo contesto è necessario un mutamento anche della politica, che sappia dimostrare di rappresentare con chiarezza gli ideali e gli interessi della collettività contrapposti a quelli particolari, riconquistando alla partecipazione tante persone apatiche e deluse. La politica locale deve partire da un maggiore coinvolgimento dei cittadini dal basso. Occorre che i cittadini partecipino, decidano e poi verifichino, Il poco tempo che hanno a disposizione dev’essere messo a frutto.
Il comune, inoltre, deve assumere un compito civico difensivo; deve proteggere la sua comunità in un momento difficile; deve monitorare le condizioni di disagio e pretendere che su questioni delicate – i muti alle famiglie e alle piccole imprese, ad esempio – il sistema economico locale faccia la sua parte.
ASCOLTO, PARTECIPAZIONE, DECISIONE, VERIFICA, TRASPARENZA
Il cambiamento facciamolo insieme
La democrazia partecipata è il metodo con il quale la coalizioni si propone di governare nel prossimo quinquennio la città e il territorio. Ciò non significa svilire il ruolo e lo spazio della legittima rappresentanza dei cittadini, ma incrementare la fascia delle persone coinvolte nei processi decisionali. Per raggiungere tale ambizioso obiettivo, è tuttavia necessario partire dal vertice. Passione, competenza, spirito di servizio, capacità di fare squadra sono le caratteristiche accomunano le donne e gli uomini della nuova coalizione. Ne fanno parte tante persone libere, disinteressate, dotate di forti principi morali e democratici, che non intendono tramutarsi in professionisti della politica, servizio al quale promettono di dedicare non più di due mandati.
Un obiettivo e un impegno assoluti: la trasparenza
1.Gli eletti debbono dar prova di estrema trasparenza, dando massima visibilità ai propri redditi per non creare dubbi sul servizio reso alla comunità. L’anagrafe degli eletti può implementare quanto già previsto dalla vigente normativa comunale, così come l’applicazione del Codice etico europeo, sottoscritto da eletti e amministratori, anche attraverso la diffusione trasparente degli ambiti di interesse privato che eventualmente riguardino gli amministratori. Occorre affermare la parità di genere per aumentare la presenza femminile, includere giovani e individui selezionati sulla base del merito, costituire una squadra di persone appassionate e perbene.
2.La nomina dei rappresentanti comunali nelle società partecipate deve avvenire sulla base di bandi che selezionino i candidati sulla base di specifici profili di competenza. Limite dei due mandati ed eliminazione del cumulo degli incarichi sono i principi ai quali intendiamo rigorosamente attenerci.
3.In apertura di mandato, il sindaco verificherà insieme con il consiglio comunale la condizione delle Società partecipate, per valutarne l’apporto offerto al pubblico interesse, la struttura della governance, le possibilità di ulteriori semplificazioni e risparmi, dopo quelli già operati nella passata legislatura. Dell’intero sistema delle partecipate si renderà conto alla cittadinanza in pubbliche riunioni, in modo che siano chiare impegni ed obiettivi dell’amministrazione.
Il confronto è il nostro metodo, insieme il nostro motto
La coalizione s’impegna, indipendentemente dall’esito delle consultazioni e dai risultati conseguiti dalle singole liste, a promuovere periodiche riunioni di maggioranza, affinché il progetto politico comune sia affermato nelle istituzioni e nelle città. Nello stesso tempo, propone di diffondere, utilizzando in primo luogo la comunicazione elettronica, iniziative ed idee emerse in sede di civica rappresentanza, in modo da rendere effettivo il protagonismo del consiglio e più chiara la sua funzione d’indirizzo e di cuore della democrazia forlivese.
La partecipazione, inoltre, va promossa e spinta a livello territoriale, da un lato dotando di maggiori risorse le circoscrizioni per gl’interventi più immediati, dall’altro, rispondendo tempestivamente alle domande dei quartieri. La legittimazione dei livelli di democrazia decentrata sono fondamentali per accrescere la capacità di ascolto dell’amministrazione. Non solo. Occorre utilizzare lo strumento già ampiamente sperimentato di assemblee di cittadini su singoli temi, rapide e ben organizzate affinché siano chiari temi e proposte – sia nei territori sia in città – può divenire, insieme col potenziamento della rete civica, un veicolo efficace di coinvolgimento, con immediati riscontri sull’azione amministrativa.
Le presenza dei rappresentanti eletti degli studenti universitari nella civica assemblea, costituisce un valore cui il prossimo consiglio comunale darà adeguata risposta.
La verifica dei risultati, infine, viene assunta come garanzia degl’impegni nei confronti della cittadinanza. Il pubblico monitoraggio di ciò che sta avvenendo (con rapporti periodici trasferiti in rete), a livello dei progetti maggior rilievo, offre agli elettori e ai cittadini l’opportunità di rendersi conto in tempo reale delle capacità gestionali dell’amministrazione e anche della complessità dei problemi o degli ostacoli presentatisi in corso d’opera. Il bilancio partecipato costituisce un logico punto d’arrivo per questo processo, che s’intende realizzare entro il secondo esercizio di questa amministrazione.
UN NUOVO RUOLO PER FORLI’
Forlì è una città di medie dimensioni, connotata da un buon livello di vita, da un elevato standard di servizi sociali, da un ottimo livello di offerta formativa, da una lunga tradizione di collaborazione fra i vari attori economici, sociali e istituzionali e da una vivace cultura associativa. Tale profilo, sicuramente alto rispetto a tante altre realtà del nostro paese si deve alla coesione, al senso civico e al lavoro dei suoi cittadini, oltre che alla solidità delle amministrazioni di sinistra e di centro-sinistra, che hanno assicurato nel corso di molti decenni un costante incremento del proprio capitale umano e sociale.
Una delle caratteristiche più originali tanto della realtà urbana quanto del mondo rurale è costituita da un solido e coeso tessuto sociale, favorita da politiche inclusive da parte degli attori pubblici, sostenuti da un diffuso consenso a livello d’individui e di sodalizi. In questa dinamica culturale consiste un valore assolutamente qualificante, che intendiamo rivendicare con orgoglio contro l’egoismo, la frantumazione dei legami di prossimità e la sollecitazione, spesso latente, dell’odio xenofobo praticati da gran parte della destra. La responsabilità della nuova coalizione consiste, dunque, da un lato nella riaffermazione di un’idea di amministrazione pubblica locale storicamente vocata all’integrazione sociale, all’eliminazione progressiva delle disuguaglianze e alla protezione dei più deboli, senza distinzioni; dall’altro nella proposta di un rinnovato protagonismo forlivese, declinato non in senso municipalistico, ma in funzione di più solidi ed estesi legami territoriali.
Forlì deve tornare ad essere capoluogo
Forlì, nel contesto del comprensorio e in accordo con gli altri centri romagnoli, può e deve esercitare un ruolo significativo, fungendo da propulsore delle comunità di più esigue dimensioni, per quanto attiene l’organizzazione di taluni servizi qualificati, l’elaborazione di politiche comuni da tradurre in regolamenti condivisi, la programmazione territoriale, la sollecitazione al compimento di alcune basilari reti infrastrutturali (a partire dalle rete di comunicazione evolute).
E, d’altro canto, costruendo con le altre principali città romagnole una reale politica di sistema, inevitabile per risolvere le grandi questioni infrastrutturali (porti, aeroporti, grandi direttrici, snodi logistici, ecc.), ponendo l’accendo sulla complementarietà delle funzioni ed evitando sprechi, per dar seguito alle politiche di area vasta (nel settore della sanità, dei trasporti, ecc.) promosse dalla Regione.
V’è la consapevolezza, tuttavia, che tale ruolo sarà effettivo solo se sarà infranto il muro del municipalismo deteriore e le relazioni inter-comunali saranno caratterizzate da una cultura progettuale comune. Dovrà essere affrontato e risolto il problema del dualismo fra i due maggiori centri urbani della provincia, superando una divisione antica che produce costi e duplicazioni di servizi e di strutture e che limita la capacità di programmazione. Della qual cosa saremo strenui sostenitori all’interno del contesto romagnolo.
Come? Attraverso un esame periodico e regolare delle questioni aperte e delle prospettive d’azione fra gli amministratori locali che saranno eletti nella tornata di giugno. Poiché la nuova coalizione possiede una politica del territorio ed è in grado di governarla, lo scambio di esperienze e la comune progettualità risalterà come indicazione di una nuova qualità della politica in Romagna.
Diamo risposte concrete alla crisi: aiutiamo le famiglie, proteggiamo il lavoro
Gli effetti della pesante crisi mondiale sono assai visibili anche in un territorio connotato da un’imprenditoria diffusa come il nostro. La contrazione della domanda e le difficoltà connesse all’accesso al credito hanno messo in difficoltà numerose aziende di media e piccola dimensione, con riflessi durissimi sul piano dell’occupazione. E’ chiaro che l’amministrazione comunale, nel prossimo quinquennio, dovrà dedicare il massimo appoggio ai soggetti travolti da questa temperie: i lavoratori e le imprese da una parte e le famiglie dall’altra.
Circa i primi, è necessaria una politica straordinaria di aiuto, in grado di mettere a disposizione risorse crescenti per attuare una politica di sgravi nelle tariffe (mense scolastiche, trasporti, trasporti scolastici, ecc.) a immediato vantaggio delle famiglie dei lavoratori in difficoltà. Ulteriori interventi devono riguardare il potenziamento di strumenti già disponibili, a sollievo del costo delle utenze e degli affitti destinando a tal fine in maniera progressiva parte dei dividendi di Hera. Si tratterà di valutare nei prossimi mesi, se questi interventi saranno sufficienti, oppure se occorrerà pensare ad interventi aggiuntivi o di natura diversa evitando di disperdere risorse in servizi che non sono più efficaci a sanare i nuovi bisogni, ripensando agli interventi in modo da corrispondere adeguatamente alle necessità emergenti e allo stesso tempo riorganizzando i contributi economici, creando una frequenza maggiore nella verifica delle fasce di reddito in mode da intercettare immediatamente i cambiamenti economici delle famiglie.
Il nostro sostegno alle imprese
Circa le imprese, occorre osservare che le istituzioni locali si sono mosse tempestivamente sul versante del rafforzamento dei Consorzi Fidi. E’ tuttavia di vitale importanza offrire il massimo supporto affinché la congiuntura non produca una drastica contrazione del nostro patrimonio imprenditoriale.
La competizione si affronta con interventi intensivi., sostenendo la ricerca e l’innovazione, favorendo chi sperimenta nuove produzioni e attività, che producono risparmio energetico e rispetto ambientale. Da una parte, sfruttando tutte le potenzialità (già presenti a livelli d’infrastrutture) delle nuove tecnologie. L’applicazione su vasta scala di tali tecnologie può consentire la semplificazione dei processi burocratici, l’accesso da casa ai servizi da parte del cittadino e delle imprese, l’uso a scopo educativo di progetti viaggianti su supporto elettronico o addirittura la partecipazione dei cittadini, attraverso forme di referendum e d’inchieste rapide. In questo modo, la componente più anziana della società potrà usufruire più facilmente (cioè senza code) dei servizi erogati secondo criteri tradizionali. Dall’altra, l’asse con l’Università deve essere una priorità dell’Amministrazione. Ne abbiamo bisogno per potenziare il Polo tecnologico aeronautico, nel quale abbiamo investito milioni di euro, e anche per favorire il trasferimento tecnologico e diffondere standard di più elevata qualità anche presso le piccole e medie imprese.
Semplifichiamo la vita ai cittadini, rendiamo amica la pubblica amministrazione
A questo proposito, l’offerta dell’amministrazione può interessare vari settori:
Una decisa opera di semplificazione e di sburocratizzazione, attraverso una revisione delle procedere ed una riorganizzazione dei servizi amministrativi (anche ai fini di assicurare tempi certi nelle autorizzazioni amministrative), nell’ovvio rispetto delle legislazione vigente e in base ad una valorizzazione rigorosamente meritocratica delle grandi risorse umane interne. L’efficienza e la rapidità della risposta amministrativa sono una priorità per tutti i cittadini.
Riteniamo indispensabile, inoltre, contrastare il processo puramente demagogico che alimenta la convinzione che la pubblica amministrazione sia sempre e comunque una macchina burocratica e farraginosa, investendo sulla valorizzazione delle competenze interne, riducendo le consulenze esterne, verificando non solo forme di coordinamento o di radicale ristrutturazione del livello dirigenziale (direttore generale, city manager, ecc.), ma introducendo anche approfondimenti intermedi che favoriscano la soluzione delle criticità, cercando nel contempo formule di rilancio dell’immagine della pubblica amministrazione.
Inoltre, in questo momento di ristrettezze economiche, una migliore ed oculata destinazione dei mezzi finanziari e l’impiego dell’innovazione tecnologica potrebbero liberare delle importanti risorse a favore della collettività.
In questa situazione occorre attivare, motivandola adeguatamente, ogni risorsa umana disponibile all’interno dell’amministrazione comunale per costruire un più efficiente modello di gestione dei servizi comunali.
Qualità e sicurezza degli insediamenti, innovazione negli impianti, riduzione dei costi energetici
L’individuazione di un’offerta insediativa di qualità, con alte dotazioni tecnologiche, bassi impatti ambientali, alta efficienza energetica. La qualificazione dello sviluppo rappresenta una sfida nella transizione da un epoca connotata da alti consumi (di energia e di territorio) ad una dominata da una logica di risparmio (dalle risorse ai rifiuti). L’amministrazione comunale può fungere da battistrada, stimolando apposite politiche d’incoraggiamento e di sperimentazione d’impianti destinati alla produzione delle energie rinnovabili, utilizzando il proprio patrimonio, collegandosi all’esperienza di altri comuni del territorio, contribuendo all’abbattimento della bolletta energetica pubblica.
Valorizziamo il sapere e mettiamo in rete la conoscenza
C’è inoltre l’esigenza di rafforzare le infrastrutture immateriali del nostro territorio anche in termini di relazioni e scambi di conoscenza e tecnologia tra il mondo economico e l’insediamento universitario. Alcune iniziative sono già state assunte, ma l’esigenza di raccordare meglio il patrimonio di saperi prodotto dall’Università con la quotidiana esperienza dei cittadini e delle imprese è un’esigenza percepita e diffusa. Anche in questo caso, l’amministrazione, con interventi mirati e a costi contenuti indirizzati ai laureati più brillanti, può testimoniare la praticabilità di un percorso di progressivo arricchimento qualitativo dello sviluppo locale (dal settore dell’intercettazione di risorse di finanziamento internazionale a quello della progettazione delle pratiche di partecipazione e di concertazione; dallo stimolo al ridisegno della città alle politiche ambientali).
Il nostro progetto è il sistema Romagna
La costruzione del sistema romagnolo non può prescindere da alcune fondamentali visioni dello sviluppo infrastrutturale, particolarmente importanti in una fase di ripensamento e di riorganizzazione degli assetti produttivi. I perni di questa politica di area vasta, peraltro ancora declinata a livello di governance, sono tradizionalmente rappresentati dall’integrazione fra il porto di Ravenna, l’aeroporto di Forlì (del quale è avviato il processo di privatizzazione), l’interporto di Cesena e lo scalo merci di Villa Selva il potenziamento della Cervese fino al raccordo con l’E-45, la connessione fra Forlì e Cesena, la riorganizzazione del sistema fieristico, la collocazione del capoluogo fra i grandi assi del nord-est e il centro Italia (Toscana, attraverso la SS 67/valle del Tevere). Lo strumento di questa integrazione sarà l’attuazione di quanto già previsto dagli studi scientifici multidisciplinari come il progetto SISTEMA, che coniuga trasporto pubblico ed opere necessarie. E’ chiaro che, coerentemente con l’impostazione fin ad ora espressa, tanto più queste opere avranno una prospettiva di connessione armonica con il territorio, quanto minore sarà il loro impatto ambientale.
Ciò significa, in altri termini, che esse non possono non essere calate all’interno di un processo volto da un lato all’agevolazione delle funzioni produttive, dall’altro alla difesa di alti standard di qualità della vita. Il recupero della via Emilia storica – contestuale alla connessione fra Forlì e Cesena e alla risoluzione della questione del flusso del traffico pesante – a mezzi pubblici innovativi e a percorsi ciclabili, ben testimonia lo stretto rapporto, oggi non solo praticabile, ma necessario fra qualità dello sviluppo e qualità ambientale.
IL CENTRO STORICO: IL LUOGO DELLA NOSTRA IDENTITÀ
Un luogo di abitazioni, di commerci, di cultura
Anni di riflessioni e di tentativi hanno posto in evidenza un dato: la questione del centro storico di Forlì, che pure interessa direttamente circa un decimo della popolazione residente, ma che riveste un grande significato identitario, culturale ed economico-sociale, si può affrontare attraverso una visione progettuale che tenga insieme salvaguardia, tutela del suo tessuto, valorizzazione della sua qualità ambientale e garanzia di una accessibilità determinata dalle sue caratteristiche, promozione di un qualificato reinsediamento di attività commerciali e artigianali, il recupero – mercé incoraggiamenti e agevolazioni – della sua funzione abitativa.
Abbiamo bisogno di sviluppare le arterie che uniscono la nostra comunità: a partire, nel centro, da un allargamento delle zone pedonali o a traffico limitato (che entro la legislatura dobbiamo portare per estensione al livello medio degli altri capoluoghi dell’Emilia Romagna), connesse con le aree esterne da una viabilità che renda generalizzati i percorsi ciclabili (anche in profondità, fin dentro la campagna, fino alle frazioni, spesso immerse in ambienti naturali da riscoprire) e consenta un efficiente servizio pubblico. Dobbiamo mettere in sicurezza tali percorsi per i nostri ragazzi, per gli anziani, per tutti coloro che intendono recuperare non solo il centro, ma tutto l’ambiente comunale ad una dimensione aggregativa, d’inclusione e di interrelazione: la sola strada che abbiamo per vincere davvero le paure e affermare un senso di piena legalità ovunque. Nello stesso tempo, i residenti e coloro che frequentano i negozi del centro devono poter disporre di un sistema di comodi parcheggi, il meno appariscente ed invasivo possibile.
Un luogo a misura di bambino
La soluzione della questione della viabilità pesante attraverso il completamento della tangenziale consente di ripensare la vita del centro secondo nuove prospettive. L’idea che esso possa diventare uno spazio adeguato ai tempi più lenti delle persone e delle biciclette, a misura di bambino, vocato alla socialità, all’incontro e insieme ad un commercio di qualità e di nicchia, pare ormai una visione diffusa. L’immagine di un medio centro nord-europeo, dotato di servizi pubblici efficienti e nello stesso tempo in grado di rispondere alle domande dei residenti così come di coloro che vi accedono per lavoro o per loisir, rappresenta un obiettivo ragionevolmente perseguibile.
Un luogo di qualità connesso al territorio
Il modello delle “isole ambientali” pare un progetto concretamente perseguibile. Come? A. Attraverso un progressivo allargamento delle zone pedonali, delle ZTL, delle vie a traffico veicolare assai rallentato, con conseguente promozione di attività sociali e ricreative negli spazi pubblici; B. Con una politica dei parcheggi capaci di liberare ampi spazi dal traffico veicolare e dalla sosta; C. Rendendo fluido e attraente il trasporto pubblico mercé corsie dedicate; D. Sviluppando percorsi ciclabili assai ampi e interconnessi, che dal cuore di Forlì possano poi espandersi verso il territorio e intersecare le periferie e la campagna, seguendo itinerari anche in parte diversi dalle vie a maggiore scorrimento; E. Intervenendo, come già hanno fatto il comune la Fondazione della Cassa dei Risparmi, su alcuni immobili o isolati, per favorirne il recupero e il riuso. E’ chiaro che, per tenere insieme questi obiettivi, e soprattutto per sincronizzarli, rendendoli plausibili, occorre un approccio ben congegnato e ben spiegato, al quale potrebbero contribuire – oltre agli uffici – anche i dipartimenti universitari e gli ordini professionali del settore, che potrebbero trovare – dopo una fase di adeguato rodaggio – in un urban center un luogo di coagulo e di confronto. Una volta testimoniata la scelta esplicita a favore di una riqualificazione reale del centro, non episodica ma strutturale, è verosimile pensare che tante risorse anche private rifluirebbero sul centro storico.
Uno spazio per la cultura
Il centro storico è anche sinonimo di vita culturale, giacché contiene la maggior parte del patrimonio forlivese ed è sede di musei prestigiosi come il San Domenico, del Teatro “Diego Fabbri”, della Biblioteca “Saffi”, delle Raccolte Piancastelli, ecc. E’ vero che, in un’epoca di tagli e di contrazione della spesa, la cultura tende a subire gli effetti peggiori. E’ vero anche, tuttavia, che, da una parte, l’investimento sul San Domenico, supportato e “lanciato” dalla politica delle “grandi mostre” della Fondazione della Cassa dei Risparmi, esige comunque un impegno pubblico e una progettualità alla quale l’amministrazione non può sottrarsi, rendendo il luogo perno della “vocazione culturale” cittadina. Dall’altro, non va trascurata la necessità di conservare i nostri beni culturali – partire da Palazzo Gaddi e dal Palazzo del Merenda -, esercitando la tutela prevista dall’ordinamento e soprattutto la loro restituzione alla città.
In particolare va portato a compimento il completamento del San Domenico, recuperando il rapporto con gli spazi urbani circostanti, demolendo il parcheggio attuale e riconfigurando l’intera area entro la legislatura. Dovrà essere acquisito alla città l’ex Eridania, mettendola dapprima in sicurezza e prevedendone un recupero in linea con le funzioni culturali riservate dalla legge ad un immobile vincolato. Nel corso della legislatura, si dovrà inoltre provvedere alla destinazione di straordinari complessi di pregio come la Rocca di Caterina Sforza e l’adiacente cittadella, il convento di Santa Maria della Ripa, salvaguardandone l’interesse pubblico e la funzione all’interno della maglia del centro. Dovrà inoltre essere recuperata a funzioni culturali l’ex fornace Maceri Malta, connettendola col parco urbano.
Un luogo aperto, di incontri e integrazione
E ancora: aprire la città, facendo diventare ogni sua parte un luogo di incontro, di conoscenza, di vita collettiva. Essere e vivere insieme e non isolati deve essere l’obiettivo di una nuova città più vivibile e sicura. Organizzare e formare volontari che rendano sicuro l’attraversamento delle strade, l’uscita dalle scuole, i percorsi casa scuola, contrastando la maggiore minaccia per la sicurezza dei cittadini rappresentata dal traffico.
Favorire la conoscenza reciproca dei cittadini, a cominciare da quelli che provengono da altri territori o paesi, al fine di far conoscere l’identità, i costumi, i caratteri, le consuetudini , la storia e le regole comuni che caratterizzano la realtà locale.
Promuovere esposizioni, manifestazioni, incontri sportivi, culturali e gastronomici, raccolte di storie e testimonianze come momenti di reciproca conoscenza e anche di integrazione.
In generale, l’idea che gli spazi aperti del cuore della città possano tornare ad essere vissuti, partecipati, resi attivi dai giovani e dai cittadini, rappresenta una grande scommessa per il centro-sinistra.
Occorre pensare più organicamente alla funzione culturale come ponte sociale per l’integrazione della dimensione folklorico-dialettale, della dimensione nazionale (umanistica e scientifica) e della dimensione propria dei migranti. La coesistenza e l’incontro fra queste tre culture – alle quali può contribuire il diffuso e vivace associazionismo cittadino – rappresenta un obiettivo della nuova amministrazione. A queste va aggiunta, comune a tutte, il sostegno alla cultura musicale, alla cui salvaguardia e promozione l’amministrazione deve dedicarsi.
L’elemento simbolo del più vasto e prezioso paesaggio forlivese
Forlì ha scoperto da poco, anche grazie alle “grandi mostre”, una vocazione turistica che va potenziata e incoraggiata attraverso la valorizzazione non solo del nostro patrimonio culturale, ma anche dei beni paesaggistici e di quelli più legati alla tradizione (sotto questo profilo, la gastronomia potrebbe essere utilizzata come una straordinaria opportunità di connessione e d’incontro fra le diverse culture presenti in città). Il territorio, le colline, i siti di pregio sotto il profilo geologico e preistorico debbono essere prima di tutti riscoperti dai cittadini, e poi “cuciti” attraverso percorsi appropriati, all’interno di una trama che spinga poi in direzione degli altri comuni, delle vallate, dell’Appennino da un lato e del mare, dall’altro. Gli argini dei fiumi Ronco e Montone già prefigurano percorsi cicloturistici assai affascinanti, capaci di connettere ambienti desueti e di restituire un’immagine della Romagna in molti purtroppo offuscata.
LE TRE SICUREZZE: NELLE STRADE, SUL LAVORO, NELLE CASE
Proteggiamo la vita di tutti
Prendiamo poi un altro impegno. Il nostro obiettivo è ridurre a zero i morti sulle strade e combattere la piaga inaccettabile per un paese civile degli incidenti sul lavoro.
L’insicurezza nelle strade e nel lavoro non sono problemi senza soluzioni, da ritenere inevitabili ed inaffrontabili. Il comune deve porsi come obiettivo quello di arrivare a zero morti sulle strade e nei cantieri. In entrambi i casi la sicurezza si ottiene con controlli più efficaci. Nella mobilità occorre incentivare e tutelare la mobilità alternativa all’automobile e ridurre le vetture circolanti a vantaggio di una migliore fruibilità di tutti. Occorre creare corsie preferenziali per i mezzi pubblici, aumentare e ricucire le piste ciclabili le ZTL e zone pedonali, creare isole ambientali anche fuori dal centro storico in zone dove è necessaria maggiore sicurezza, attivare sistemi di logistica per le merci onde evitare l’inutile circolazione di mezzi pesanti ed inquinanti.
Mettiamo in sicurezza il nostro patrimonio edilizio
Intendiamo portare a compimento la messa in sicurezza antisismica di tutti gli edifici strategici del comune di Forlì (scuole, ospedali, caserme, uffici pubblici) ed avviare in collaborazione con le professioni tecniche la valutazione delle condizioni vulnerabilità del patrimonio edilizio residenziale e produttivo al fine di indirizzare gli interventi che assicurino la riduzione dei rischi e la sicurezza dei cittadini in ogni luogo dove essi si trovino ad operare e vivere.
WELFARE, SANITÀ, FORMAZIONE
Proteggiamo i più deboli e non lasciamo solo chi ha bisogno
Il livello di welfare, nel territorio forlivese, è assai elevato. La copertura del sistema, pubblico e privato, in genere ben integrato, assicura livelli di assistenza notevoli, tanto nella fascia della popolazione anziana, quanto in quella della prima infanzia. I principali problemi che il futuro riserverà riguardano: A. I vincoli di spesa, data la contrazione delle risorse. L’amministrazione promuoverà ogni azione politica per sostenere l’ alta protezione sociale da sempre assicurata dal centro-sinistra, sia pure in quadro finanziario compromesso a causa della crisi, anche ripensando la riorganizzazione dei servizi. B. L’accentuazione di alcuni elementi strutturali, come l’incremento della quota di popolazione ultra-sessantacinquenne, tende a produrre un’alterazione della domanda, fino ad ora soddisfatta dalle strutture del sistema locale. In questo caso, la proposta è quella di attivare politiche di coinvolgimento sociale per gli anziani delle coorti più recenti ancora in piena attività a favore dell’infanzia, del monitoraggio delle condizioni di vita nei quartieri, della promozione culturale, riservando maggiori risorse – com’è logico – ai grandi anziani (ultra-settantacinquenni).
Aiutiamo e difendiamo la famiglia
La difesa della famiglia e quindi il sostegno attivo, in termini di aiuti e di servizi, ai nuclei con figli, partire da quelli numerosi, senza distinzioni di sorta. D. La continuazione delle politiche d’integrazione riservata ai migranti, curando, da un lato, la diffusione delle lingua italiana e degli elementari principi della cittadinanza democratica e, dall’altro, guardando con favore la realizzazione di luoghi di ritrovo e di libero incontro, aperti anche alla cittadinanza. E. La necessità di un piano per eliminare progressivamente le barriere architettoniche e favorire la realizzazione di un tessuto urbana pienamente fruibile da parte dei disabili. F. Un rilancio della politica della casa che veda aumentare la dotazione di edilizia sociale e agevolata attraverso nuovi investimenti pubblici così come attraverso il coinvolgimento del privato sociale, della cooperazione, della Fondazione.
Offriamo ancora più alti standard di qualità nel nostro sistema sanitario
Circa la sanità, è bene sottolineare la qualità dell’offerta forlivese, a partire dall’Ospedale Civile e dall’Irst (il cui riconosciuto livello – nel contesto regionale e nazionale – è testimoniato dalla trasformazione in Ircs). D’altro canto, a partire dai Nuclei di cura primaria, i presidi sanitari territoriali si sono moltiplicati, così come i dispositivi per intercettare una quota dei pazienti prima dell’accesso diretto alla struttura ospedaliera. Esistono tuttora difficoltà a livello di gestione della liste d’attesa e del pronto soccorso: l’amministrazione s’impegna a premere sulla direzione generale dell’AUSL, affinché – anche sotto questo profilo – il già alto consenso assicurato dalla cittadinanza alla nostra sanità risulti pienamente acquisito.
L’interesse prioritario del centro-sinistra va in due direzioni principali: la conservazione, nella costituenda area vasta, dei livelli di qualità raggiunti dal sistema sanitario locale, a partire dalla selezione di specialisti e ricercatori sulla base esclusiva del merito clinico e scientifico; la difesa, a livello di territorio, delle fondamentali azioni di prevenzione diffusa, tanto attraverso opportune campagne informative, quanto attraverso servizi resi direttamente alla cittadinanza, assumendo un atteggiamento culturale che si pone di fronte ai problemi del cittadino prevedendo quanto può danneggiarlo e ponendo attenzione a tutto ciò che può migliorare la qualità della sua vita.
La formazione e l’istruzione siano le fondamenta della crescita civile ed economica della nostra popolazione
La formazione, infine, vede la nostra città collocata ai primi posti nazionali. La fascia pre-scolare è storicamente fra i vanti del nostro comune (i bisogni crescenti determinati dall’incremento di queste coorti di bambini costituiranno una priorità); quella elementare e media vede l’abnegazione di una classe d’insegnanti dotati di capacità e di spirito di servizio, cui spetta far fronte alla prima integrazione dei giovani migranti e al disagio sociale di molti adolescenti con risorse sempre più scarse; quella superiore può contare su strutture talora eccellenti. Occorre un impegno sostanziale dell’amministrazione per completare e integrare le ore di sostegno e/o compresenza in affiancamento agli insegnanti di sostegno alle disabilità con operatori qualificati. Quanto alla scuola non statale, l’integrazione col pubblico – nel nostro comune – è da considerarsi acquisita. Certo, l’attuazione della cosiddetta “riforma Gelmini”, promossa dalla destra, sta colpendo duramente l’intero sistema formativo del paese, riducendo il monte ore, eliminando il tempo pieno, costringendo gli istituti a far i conti con risorse sempre più scarse. E’ necessario, da parte dell’amministrazione, provvedere da un lato alla valorizzazione sociale del corpo insegnante, ingiustamente colpito dalle politiche governative; e, dall’altro, alla dotazione di supporti, possibilmente utilizzabili da parte di più istituti per ovvie ragioni di economia, per assicurare il mantenimento degli attuali standard formativi.
Consolidamento e rilancio della presenza universitaria
L’insediamento universitario forlivese, infine, va considerato fra i casi di successo del decentramento bolognese. Le Facoltà sono in genere di medio-alta qualità, ben radicate e con un buon numero di studenti. La realizzazione del campus, da parte dell’Alma Mater, porterà alla creazione di un’autentica cittadella del sapere, destinata a rivitalizzare un’area intera del centro storico. Bisogna considerare che i tagli portati al bilancio delle Università italiane, nel 2009-10 e nel 2010-11, genereranno una contrazione dell’offerta formativa ed una condizione di maggiore difficoltà, soprattutto per le realtà di più recente consolidamento. In questo quadro, pensare ad un’espansione dell’insediamento attraverso l’arrivo di nuove Facoltà o Corsi di Laurea, è pura illusione. Ciò che è materialmente praticabile pare, piuttosto: A. Il completamento della filiera formativa, con la piena acquisizione di dottorati e di scuole di specializzazione; B. La realizzazione di strutture di ricerca e di laboratori, a partire da quelli che interessano il Polo Tecnologico-Aeronautico, in connessione col tessuto delle imprese. Si potrebbe pensare – data la presenza di ricercatori nella nostra sede – a linee di studio dedicate alle energie rinnovabili e alle loro tecnologie; C. L’implementazione dell’internazionalizzazione, già molto elevata a Forlì, tanto per ciò che riguarda la mobilità degli studenti, quanto per ciò che riguarda docenti e gruppi di ricerca. D. La progressiva integrazione dei Poli di Forlì e di Cesena, ai fini di una gestione razionale delle risorse e del decentramento. Il comune, tanto attraverso Ser.in.Ar, quanto direttamente, nei propri rapporti con il Polo, il pro-rettore alle Romagne e il Rettorato, s’impegna ad appoggiare questa politica.
LE FRONTIERE DELLA LEGALITÀ
Legalità e integrazione: due condizioni per la sicurezza
La questione della legalità ingloba il tema della sicurezza e lo rende parte di un progetto più generale. Proprio l’amministrazione, col proprio esempio di trasparenza, di comunicazione e di efficienza, si colloca al centro di una nuova cultura della legalità. A partire da qui, possono essere intraprese importanti iniziative volte all’incentivazione e alla diffusione di questo messaggio: A. Attraverso la scuola (senza che ciò si traduca in una sottrazione di ore, già scarne, alle discipline curriculari, ma mercé la proposta di elementi di civismo declinabili a seconda delle materie più appropriate); B. La pratica sportiva, da incoraggiare nelle giovani generazioni come mezzo di formazione ai sani principi di solidarietà e di responsabilità; C. Le politiche d’integrazione sociale e culturali nel rispetto della lettera e dello spirito della carta costituzionale, nonché della Carta dei valori, della cittadinanza e dell’integrazione.
Sicurezza: rendiamola percepibile ai cittadini
Quanto al tema più specifico della sicurezza, dopo aver sottolineato il dato – fornito da fonti ufficiali – di una condizione forlivese in linea con le realtà meno preoccupanti del paese e della regione, va rilevata la necessità di una forte visibilità del ruolo dell’amministrazione a fianco dell’Autorità di Pubblica Sicurezza e delle forze di Polizia Nazionali. Si tratta di una funzione tutt’altro che accessoria, che i cittadini debbono avere ben chiara. Quanto alle iniziative più concrete, si propone: A. Il potenziamento del servizio di Polizia Municipale, attraverso una riorganizzazione interna che veda la compressione dei carichi di lavoro puramente amministrativi e la parallela riduzione di funzioni esclusivamente di rappresentanza. B. L’aumento della presenza di agenti della Polizia Municipale sulle strade. C. La realizzazione della nuova sede.
Più agenti, più cittadini, più attività nelle strade e nelle piazze
Il centro-sinistra rigetta completamente, invece, la proposta populista di dar vita a ronde di cittadini in funzione di appoggio agli agenti. Noi crediamo che questa iniziativa, oltre a nascondere un preciso progetto xenofobo e ad affermare principi di destra inaccettabili e del tutto opposti agli sforzi compiuti in direzione dell’inclusione e dell’integrazione sociale, rischi di creare confusione e di distogliere paradossalmente una quota delle forze preposte alla sicurezza dal precipuo obiettivo di controllare il contesto urbano. Noi ci schieriamo apertamente a favore delle forze dell’ordine e del loro continuo lavoro di monitoraggio del territorio.
L’esperienza degli assistenti civici, contrariamente al modello populista delle ronde, peraltro già sperimentata nel nostro comune, può inoltre costituire un elemento di aiuto e di supporto a chi è istituzionalmente preposto a tutelare la sicurezza.
Ciò che è augurabile, semmai, è la presenza di liberi cittadini per strada, ossia il ripristino, mercé apposite iniziative, incoraggiate ad esempio da una revisione della pubblica illuminazione (magari alimentata da energia rinnovabile), di una vivace vita serale nello spazio pubblico, autentico antidoto contro i rischi della micro-criminalità, da un lato, e, dall’altro, della politicizzazione squadrista delle città.
UNA POLITICA PUBBLICA PER L’AMBIENTE
Territorio e risorse naturali sono beni finiti e non riproducibili
La politica ambientale è un punto qualificante di questo programma. Crediamo che spazio per uno sviluppo essenzialmente estensivo, imperniato sul primato immobiliare/edilizio, non sia riproponibile come nei tempi trascorsi. In primo luogo, perché il territorio è un bene finito, e quindi va amministrato con parsimonia; in secondo luogo, perché la crisi ha alzato l’asticella della sfida, facendo giustizia di tutte le comode scorciatoie indirizzate verso l’Eldorado di una facile moltiplicazione della ricchezza.
Una città bella
Per la Forlì del futuro sono necessari la definizione dei limiti della città, magari attraverso un’ampia cintura verde, l’uso appropriato ed eccezionale della pratica delle varianti e la subordinazione di nuove espansioni alla completa attuazione delle attuali previsioni di sviluppo urbanistico, produttivo ed industriale.
Una città responsabile
Già la passata amministrazione ha compiuto progressi nella raccolta differenziata. La futura amministrazione procederà immediatamente lungo questa strada, attraverso la realizzazione del sistema di raccolta differenziata porta a porta sull’intero territorio comunale. Perché? In primo luogo, perché in questo modo si spingono i cittadini a ridurre la produzione dei rifiuti e a praticare una disciplina fondata sul rispetto ambientale, che ha un valore civico ed educativo. In secondo luogo, perché – se collegata all’esperienza di altri comuni – la differenziata spinta può generare attività economiche legate al riciclo, anche a livello locale. Si tratta, quindi, di promuovere anche l’insediamento di nuove attività economiche. In terzo luogo, perché, aumentando la raccolta differenziata, sarà possibile battersi con maggior forza per ridurre la quota di rifiuti destinati all’inceneritore. Per ciò che riguarda la parte indifferenziata destinata all’incenerimento, occorre rendere effettiva la pre-selezione secco/umido, per la quale sono previsti appositi procedimenti a tutt’oggi non effettuati.
Una città monitorata
Accanto a questo obiettivo, si colloca poi un’attenzione decisamente forte per il monitoraggio delle emissioni, effettuato da autorità indipendenti, a partire da quelle degl’inceneritori e per una campagna costante d’informazione e di sollecitazione della mobilitazione collettiva intorno alla questione ambientale dando seguito alle indicazioni contenute nel PPGR e alla costituzione di autonomi comitati di controllo composti da cittadini per la verifica della tracciabilità e del suo corretto percorso di differenziazione.
Una città che non accresce l’effetto serra
Il centro-sinistra è consapevole che la maggior parte delle emissioni di anidride carbonica dipendono dal traffico veicolare e dal riscaldamento degli edifici. Per questo, l’impostazione di una nuova politica della mobilità – a partire dal centro storico – e di una applicazione graduale ma sistematica di fonti di produzione energetica rinnovabile contribuiscono a disegnare il profilo di una Forlì moderna, orientata verso una gestione delle risorse non riproducibili (a partire dai terreni e dai combustibili) attenta e sempre più prudente, e però decisa a sperimentare tecnologie innovative e a creare opportunità di crescita economica e di lavoro.
Una città con servizi economici ed efficienti
D’altro canto, proprio questa consapevolezza indica la via di una ferma pressione sulle aziende multiutility, affinché esse cooperino con questa impostazione, sempre più diffusa in Italia e in Occidente: e dunque l’amministrazione, attraverso un’ampia campagna di coinvolgimento dell’opinione pubblica, intende esercitare fino in fondo il proprio ruolo di difensore dei cittadini utenti (dal controllo tariffario alla qualità dei servizi, ecc.) assai più che quello di azionista pubblico. Così come giustamente pretendono, del resto, non solo i singoli, ma anche molte imprese del territorio. Il primato delle interesse pubblico va riaffermato in generale anche nel caso di tutte le partecipate, assicurando ai cittadini il controllo sulle risorse essenziali alla comunità.
L’acqua: un bene pubblico prezioso
L’acqua è un bene essenziale per tutti i cittadini: per questo è fondamentale che impianti e reti rimangano saldamente in mano pubblica. Ciò, peraltro, impone di migliorare la qualità della risorsa distribuita, di razionalizzare l’uso di fonti e impianti, di avere maggiore attenzione per i problemi ambientali ed energetici, d’indirizzarsi verso una politica tariffaria che penalizzi gli elevati consumi e gli sprechi e nello stesso tempo favorisca le famiglie numerose.
Una città con una cintura verde
I boschi di Ladino e Farrazzano, i parchi fluviali del Montone e del Ronco, i siti di pregio paesaggistico e ambientale come i Sabbioni, i percorsi lungo gli argini e la rete dei canali di Schiavonia e di Ravaldino, la prima fascia collinare rappresentano parti di una cintura verde, della quale partecipa la nostra campagna, la cui tutela è importante per il benessere della cittadinanza e per la vivibilità dello spazio comunale. Si tratta di “patrimonio”, secondo la definizione del Piano territoriale della Regione. Ebbene, questa patrimonio va tutelato alla stregua dei beni culturali tradizionali, e tanto più per i rischi che corre e per la sua irriproducibilità. Il centro-sinistra è consapevole che questa posizione non significa affatto opposizione allo sviluppo: significa, piuttosto, declinare e qualificare lo sviluppo economico, rendendolo ordinato, innovativo, ambientalmente compatibile. Non si tratta di un sogno: è quanto accade in molte realtà europee, e non da oggi.
Una città dall’alto senso civico e amica degli animali
Forlì ha saputo affrontare per tempo – anche e soprattutto grazie al contributo delle associazioni protezioniste – il dilagante problema del randagismo animale con l’avvio di politiche e strutture di servizio per la sua gestione. Consapevoli che ciò non basta, ci impegniamo a rilanciare la nostra azione per prevenire e contrastare gli abbandoni sul territorio per favorire e consolidare una pacifica e serena convivenza uomo-animale. Sarà evidente il salto di qualità verso politiche virtuose che – coinvolgendo l’associazionismo attivo anche attraverso formazione ad hoc – potranno produrre una sostanziale riduzione dei costi sostenuti oggi da tutti i cittadini per l’incivile comportamento di pochi, liberando così risorse importanti che saranno reinvestite nel benessere animale e, di conseguenza, della collettività.
LA GENERAZIONE DEL FUTURO
I giovani protagonisti oggi
E chiaro che una Forlì “europea”, aperta, integrata, solidale, una Forlì in cui sia piacevole vivere e lavorare, rappresenta un progetto di lungo periodo, destinato in particolare alla generazioni più giovani. Saranno esse a completare, se lo vorranno, il disegno qui abbozzato. Ciò comporta alcune conseguenze. Anzitutto, l’assunzione, da parte dell’amministrazione, non già della “questione giovanile” come tema fra gli altri (ma lo steso potrebbe dirsi della “questione femminile”, naturalmente), quanto dell’elemento generazionale – così come quello di genere – quale veicolo, interprete privilegiato del cambiamento. Il che significa, da una parte, riconoscere la rilevanza di taluni nodi ancora irrisolti (i luoghi dell’aggregazione diffusa, di stampo associativo formale o informale, musicale o ricreativo; la mensa universitaria; lo stimolo di attività commerciali in linea con i tempi della generazione – serali e notturni). Dall’altro, osservare il tanto che si è fatto – sotto il profilo delle pratiche sportive, ad esempio; ma anche del recupero di luoghi importanti, come la Fabbrica delle Candele, attraverso al quale promuovere il libero sviluppo della creatività dei giovani. Dall’altro ancora, la preoccupazione per il crescente disagio degli adolescenti, in misura preoccupante soggetti a forme di rifiuto sistematico dell’offerta formativa ma anche estranei del tutto al civismo, ai vincoli di socialità. E’ questo un ambito che deve attrarre l’analisi e la ricerca dell’amministrazione. Perché, oltre che gestire, occorre anche studiare e capire.
Due gemme : l’associazionismo e il volontariato
Siamo certi che riceveremo un grande aiuto da una risorsa formidabile della nostra città; l’associazionismo. Esso rappresenta, in moltissimi, campi, un formidabile aiuto per l’amministrazione pubblica. Ebbene, associazionismo e volontariato, dall’ambito sociale a quello della protezione civile, passando per i tanti altri contesti della vita cittadina, costituiscono i naturali interlocutori di un’amministrazione di centro-sinistra: ad essi andranno le cure della giunta e dei consiglieri, i quali assicurano fin d’ora piena disponibilità all’ascolto e fattiva collaborazione.
Un aspetto importante, tanto dell’associazionismo quanto della vita sociale locale, caro a tutte le generazioni ma in particolare alle più giovani, è la pratica sportiva. Forlì può vantare una notevole dotazione d’impianti, ottimi livelli di partecipazione da parte della cittadinanza e squadre di rilievo nazionale in diverse discipline. A questa esperienza, che va custodita e alimentata come un tesoro particolarmente prezioso, il centro-sinistra riserverà risorse ed energie, consapevole del valore morale, civico, fisico che essa produce. Abbiamo bisogno che i nostri ragazzi crescano forti e sani e che i nostri cittadini si mantengono in forma in età matura: tutta la comunità ne trarrà giovamento.
Non una sfida, ma un progetto nell’interesse di tutti per il futuro della nostra comunità
Abbiamo cercato di scrivere un programma leggibile e di mettere nero su bianco impegni anche ambiziosi, ma – riteniamo – alla portata degli anni difficili che ci aspettano. Il nostro compito, del resto, è quello di proporre un progetto della Forlì futura e di passarlo a giovani cui spetterà un compito arduo e forse più difficile del nostro. Il centro-sinistra, nella nostra città, è convinto di potersi mettere al servizio della comunità per questo grande obiettivo, che oggi appare profondamente controcorrente, tanto lontana è la politica nazionale governativa dai nostri valori e dai nostri propositi. Eppure, forse anche per questo, val la pena di raccogliere la sfida.
2 commenti
cristina · 20 Maggio 2009 alle 12:25 pm
Buongiorno,
io vorrei esporre un problema per me di primaria importanza che mi sta a cuore. Vi spiego, io vivo nella zona industriale di forlì, una zona direi già non troppo sicura per la mia salute e dei miei familiari,ad aggravare la situazione sono la presenza di 4 ripetitori paralleli alla mia via..ma non basta, ne ho notato uno vicino allo sma e un’altro vicino alle poste di via edison. la mia casa è assolutamente cirocndata da ripetitori. E mi sono chiesta.. è tutto sotto contollo? ogni anno l’arpa controlla il livello elettromagnetico in casa nostra, ma io posso realmente fidarmi? e mi sono resa conto che la risposta è NO. Abbiamo contattato un ente privato per la rilevazione elettomagnetica e ne è risultato che mentre il livello massimo di elettromagnetismo non deve superare lo 0,6 in casa e più precisamente proprio in camera da letto l’apice è pari a 5.3, mentre sul balcone arriviamo al 9.2 circa.. Ora con quale tranquillità possiamo continuare a vivere in queste condizioni? in che modo dovremmo tutelarci? a chi mi posso rivolgere? A qualcuno interessano queste gravi condizioni?
Alessandro Ronchi · 20 Maggio 2009 alle 12:48 pm
Il limite di legge dovrebbe essere 6 Volt/metro, valore anche troppo permissivo che andrebbe soddisfatto a breve distanza dai ripetitori. 5.3 V/m è eccessivo per la camera da letto, dove si risiede per molte ore ogni giorno, figuriamoci i 9.2
Stiamo parlando della stessa unità di misura? Se così fosse, ci sarebbero gli estremi per una denuncia.
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