HERA PROJECT : UNA OPERAZIONE DA TRATTARE
IN GRAN SEGRETO ?

La cosa accaduta è grave e non può essere sottaciuta.

Intendiamo mettere in evidenza taluni problemi di natura politica e anche amministrativa riguardanti l’operazione che vedeva Hera come proponente di una concessione per 12 anni della gestione del calore in numerose scuole ed edifici pubblici cittadini.

La proposta è arrivato in giunta circa un paio di anni dopo che gli uffici ne hanno cominciato a discutere con chi la proponeva, avendo cosi modo in tutto questo tempo di definire nel dettaglio le caratteristiche della proposta, gli interventi richiesti, le soluzioni, i costi ed anche la remunerazione per il gestore.

La normativa in atto prevede all’art.183 del codice degli appalti la c.d. “finanza di progetto “ per opere o servizi previsti dalla programmazione della Amministrazione, da mettere a gara sulla base di un progetto di fattibilità predisposto dalla Amministrazione medesima.

Lo stesso art.183, al comma 15 prevede che operatori economici ( nel nostro caso Hera ), per opere non previste dagli strumenti di programmazione possano avanzare proprie proposte corredate da studi di fattibilità, convenzione, piano economico finanziario ecc.

L’operatore economico assume il ruolo di proponente, il suo progetto deve essere esaminato in 3 mesi, termine perentorio, poi alla fine la sua proposta deve essere messa a gara con tutte le modifiche richieste durante la fase istruttoria.

Al proponente può essere riservato il diritto di prelazione che consiste nell’attribuirgli la facoltà, nel caso non risulti vincitore della gara, di aggiudicarsela ugualmente alle stesse condizioni di quello che è risultato primo.

Si tratta di una norma assai discutibile che cozza con le direttive comunitarie in materia di concorrenza tanto che l’Italia in precedenza è stata posta sotto procedura di infrazione proprio per avere introdotto la prelazione.

Ammesso che vi siano imprese che decidano di sfidare Hera in una gara che essa stessa ha costruito in 2 anni di “confronto” con il Comune, su un progetto fatto interamente da Hera stessa e limato con i tecnici comunali, con la decisione di consentirle in qualità di proponente di esercitare la prelazione, in caso di non essere riuscita a vincere la gara, al prezzo e condizioni del vincitore, anche le poche che avrebbero potuto essere intenzionate si asterrebbero dal farlo.

Non intendiamo mettere in evidenza le possibili distorsioni che possono derivare dalla scelta di consentire l’esercizio della prelazione : basterà consultare gli atti parlamentari e si troveranno esemplificate numerose circostanze in cui essa si pone in palese violazione della concorrenza, se non peggio.

Un sistema quello del comma 15 dell’art. 183 che si presta a molteplici problematicità, in ogni fase e passaggio, sistema che richiede il massimo di trasparenza e controllo.

Non si può certo dire che ciò sia avvenuto : per 2 anni solo alcuni pochi sapevano, trattavano, tagliavano e cucivano un progetto.

In questi giorni abbiamo ascoltato taluni sottolineare che ciò avviene in concomitanza con la vicenda della perdita da parte di Hera della raccolta dei rifiuti in seguito al suo affidamento alla nuova società in house. Noi non crediamo che questa sia la la questione : Hera è un operatore economico privato, ha il diritto di avanzare proposte secondo quello che la legge le consente.

Quello che mettiamo in discussione è il silenzio che ha circondato la vicenda, di sicuro rilievo, il fatto che non sia stata discussa. Non sappiamo se ci siano stati input.

Quel che è grave è che una questione di simile portata è stata discussa, documenti alla mano, dal solo gruppo PD, due sere fa, alla presenza dei tecnici comunali ( sono del PD anche loro ? ) insieme con gli assessori.

Il confronto sembra sia stato assai aspro ma quel che importa è il fatto che il gruppo e la giunta, all’insaputa degli altri gruppi di maggioranza sembra che abbiano hanno deciso di ritirare il progetto.

Le motivazioni deriverebbero da un parere del DIPE della Presidenza del Consiglio che stronca il project financing, definendolo addirittura “impraticabile”.

Di questo parere NEGATIVO si fa solo cenno nella proposta di delibera dando per scontato che le numerose “criticità “ individuate sarebbero state tutte superate.

Esaminando la quantità di documenti presentati ciò non pare emergere . In ogni caso non c’è stata la richiesta di rinnovo del parere.

Quello che è intollerabile è il fatto che la ricognizione e la discussione sulla proposta sia avvenuta senza dire nulla, nel segreto coinvolgendo tecnici comunali e di Livia tellus che non sono certo tecnici di questo o di quel gruppo politico ma, come dice la Costituzione, dovrebbero essere “imparziali”.

Come può essere valutato il fatto solo alcuni siano chiamati a decidere preventivamente nonostante noi siamo presenti in giunta e in consiglio ? Ricordiamo che la cosa è stata presentata in giunta con le sole 14 slide, copertine comprese, fornite da Hera, come al solito , : possiamo dire che gli assessori sono stati effettivamente messi in condizione di conoscere per deliberare ?

Nella riunione coi tecnici cosa hanno deciso ? anno deciso per il no ? Hanno deciso per il si ?

Se si fosse verificata la seconda delle ipotesi, in tal caso, dopo aver deciso in proprio, come al solito sarebbe partita da parte del Sindaco , del capogruppo PD, del segretario di livello comunale di quel partito, una manovra a tenaglia, pressante, continua, stressante, pur di ottenere il consenso del consigliere col voto in Consiglio.

Una intollerabile concezione della alleanza nella quale gli altri sono trattati come subalterni, come persone a cui strappare un consenso ad ogni costo

Perchè alla riunione non sono stati invitati il nostro assessore e il nostro consigliere ?

Come motiveranno la questione i nostri pseudo alleati al resto del consiglio, dal momento che la proposta è stata illustrata in commissione consiliare ?

Non ci sembra ci siano più le basi per un rapporto sereno : se c’erano magagne, violazioni di normative e regole e regolamenti noi non vogliamo essere coinvolti, esse appartengono tutte a chi ha gestito la questione.

Se ci sono abusi, se sono state prospettate cose che si sono rivelate in contrasto con leggi, pareri, disposizioni varie si proceda nei confronti di chi ha operato in questo modo.

Non è più tollerabile questo modo di gestire la cosa pubblica con sindaco e assessori tutti impegnati in querule conferenze stampa nelle quali presentare cosucce per bambini, abbellimenti vari, fanfaluche sul centro storico mentre c’è chi opera badando al sodo e non andando certo per il sottile.

Infine non possiamo che mettere in evidenza ancora una volta l’inesistente ruolo di FORLì CITTA’ SOLARE , fatto che ne dimostra l’assoluta inutilità e la necessità di chiuderla.

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