L’ultima puntata della vicenda è stata infatti l’annuncio, in commissione consiliare, che la proprietà di una metà degli interventi si è dichiarata non più interessata al progetto.
Eppure fino a pochi giorni fa, in giunta, il Vicesindaco Capuano presentava il progetto come immodificabile e il PD a mezzo stampa considerava di dover andare avanti ad ogni costo.

Aveva invece ragione chi affermava che era necessario aprire un dialogo con la cittadinanza su un progetto così importante e talmente impattante da necessitare anche di un confronto con i Comuni limitrofi, perché la trasparenza e la condivisione sono valori, che portano a migliorare la gestione della cosa pubblica.

La notizia del dimezzamento di un progetto anacronistico che non tiene conto di tutto quello che è successo nel nostro Paese e nel Mondo in questi ultimi due anni, non può che farci contenti ed è una prima vittoria non tanto per noi, ma per i cittadini, ottenuta da tutti coloro che insieme si sono opposti ad una visione del territorio non contemporanea.

Ma se è vero che la proprietà non vuole effettuare metà degli interventi, il POC non può essere approvato tale e quale, perché è necessario stralciare le parti che non sono più di interesse della proprietà. Altrimenti potrebbe sembrare un espediente per procedere a tutti i costi e non eviterebbe il rischio di ripensamenti della proprietà nei prossimi mesi che potrebbero rimettere in campo l’intero insediamento, in assenza di garanzie reali. Va rivisto l’equilibrio del progetto, delle opere necessarie, ripensati gli impatti sul territorio.

Il dimezzamento del progetto per noi non è comunque sufficiente, perché riteniamo che quella zona abbia già abbastanza criticità di traffico ed ambientali, e perché 12 mila metri quadri di terreno sono comunque un impatto considerevole e non tutte le riserve espresse dalla Provincia appaiono superate e risolte.

Noi siamo disponibili a discutere in ogni sede istituzionale e pubblica, anche confrontandoci coi cittadini su quello che ritengono utile per il loro futuro. Se si vuole lavorare fino all’ultimo giorno utile del mandato per sistemare le cose che non vanno, noi siamo disponibili.

A questo punto voler procedere ad ogni costo domani sarebbe una forzatura politica ancora più evidente ed incomprensibile.
èViva ed Europa Verde

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