LETTERA APERTA AI SINDACI DELLA PROVINCIA DI FORLI’
E AL PRESIDENTE DELLA PROVINCIA DI FORLI’ – CESENA

Chiediamoci tutti insieme quanto contribuiscano le nostre azioni ad eventi tragici come quello che sta sconvolgendo New Orleans

Ho partecipato ieri ad una riunione delle forze politiche che costituiscono il centro sinistra e in quella circostanza mi ha colpito molto quanto ha sottolineato un rappresentante di partito a proposito della differenza visibile a tutti tra i comportamenti degli uomini per il disastro di New Orleans e l’alluvione di Firenze.

Il mio interlocutore si riferiva ai comportamenti dei cittadini, al loro senso civico, all’emozione che la tragedia fiorentina aveva provocato nel mondo intero, rimarcandone la differenza con quanto sta avvenendo per il dramma che ha colpito gli Stati Uniti d’America. Ma la ragione della mia riflessione e di questa mia lettera a tutti Voi è un’altra.

Se penso alle catastrofi legate ad elementi naturali che hanno colpito il nostro paese nel passato, dall’alluvione del Polesine alla frana di Agrigento, all’alluvione di Firenze, e potrei continuare ancora, posso senz’altro ricordare come ciascuna di quelle catastrofi, oltre allo spirito civico e alla solidarietà  umana e materiale, seppe provocare nella classe politica una riflessione e un impegno, tanto che furono adottate delle misure importanti che riguardavano i bacini idrografici, la sicurezze del territorio, la legge ponte in urbanistica, e così via.

Anche negli Stati Uniti in questi giorni qualificatissimi esponenti del mondo scientifico e molti sindaci di città  stanno facendo pressione perché il governo americano, reso consapevole della interdipendenza delle politiche negazioniste dell’effetto serra e i tifoni (e di tutti gli altri eventi legati ai cambiamenti climatici) finalmente decida di aderire al protocollo di Kyoto, ma soprattutto metta in atto quelle politiche di riduzione delle emissioni da sempre negate.

In un mondo nel quale ormai stiamo comprendendo come il battito delle ali di una farfalla che avviene qui da noi può avere conseguenze dall’altra parte del pianeta, dobbiamo interrogarci se anche noi vogliamo effettivamente dimostrare solidarietà  nei confronti dei cittadini di New Orleans ma potrei aggiungere del Bangladesh, o delle tante zone a rischio del pianeta che lo stesso Pentagono ha indicato in un suo rapporto recentemente reso pubblico dai Verdi dobbiamo riflettere sulle conseguenze delle nostre scelte, e delle decisioni che assumiamo in qualità  di politici e di amministratori.

Uno dei più fortunati slogan che accompagnarono la nostra nascita di Verdi, ormai vent’anni fa, recita “agire localmente, pensare globalmente”; allora mi chiedo e vi chiedo: siamo sicuri che non meriti una attenta riflessione il nostro operato a proposito dell’incremento dei gas a effetto serra che provochiamo con tante scelte, tra le quali voglio annoverare infrastrutture ed inceneritori.

Perché dobbiamo ritenerci diversi e migliori di Bush, se anche noi, nonostante gli impegni internazionalmente assunti, per i quali abbiamo fatto delle battaglie comuni, mettiamo poi in atto politiche che concretamente anziché ridurre le emissioni in atmosfera di CO2, il gas maggiormente responsabile dell’effetto serra, la aumentiamo del 120 %, come nel caso dell’inceneritore di Coriano, e del 100% , come del caso dell’inceneritore di Mengozzi?

Come possiamo manifestare concretamente solidarietà  se le nostre azioni sono poi di segno opposto? Io ritengo che se anche le decisioni che si stanno assumendo e che voi tutti dimostrate di condividere a proposito dell’inceneritore sono frutto di convinzioni o di accordi programmatici esse debbono comunque indurci ad un ulteriore momento di verifica che sappia mettere in discussione gli assunti, le strategie e gli obiettivi che ci siamo dati.

Perché il risolvere un nostro problema momentaneo e locale non può voler dire renderci corresponsabili di quanto di negativo sta succedendo o succederà  nel pianeta.

Dobbiamo pensare al futuro, ma gli studi più recenti ci dimostrano che la velocità  con cui si manifestano e crescono gli eventi negativi sfugge al nostro controllo.

L’intensità  e la forza distruttiva dei tifoni è aumentata e gli stessi studiosi che ci hanno messo in guardia ci hanno indicato in questi giorni che vi potranno essere in un futuro molto vicino rischi anche in Europa, e in particolare in Italia. Allora alziamo tutti insieme la testa dai nostri comuni affanni quotidiani e sappiamo interpretare ancora una volta in chiave nuova quello slancio internazionalista e solidarista che ci ha fatto sentire vicini, tutti i popoli del mondo, e nello stesso tempo decidiamo di mettere in atto tutto quanto le più lungimiranti e innovative iniziative per ricercare soluzioni più coerenti con lo spirito che ci anima.

E dato che ritengo che la politica debba saper guardare lontano e guidare nello stesso tempo le trasformazioni in corso lavoriamo tutti insieme per cercare soluzioni che riducano le attuali emissioni in atmosfera, sia che siano provocate da traffico, sia che siano provocate dai sistemi si smaltimento dei rifiuti.

Per questo vi chiedo di proporre ad Hera, di cui siete azionisti, di sospendere la propria richiesta per un nuovo inceneritore e proporre la rielaborazione di un nuovo piano dei rifiuti che sappia tenere conto di queste nostre comuni responsabilità  nei confronti del pianeta e dei suoi abitanti. Non possiamo guardare a New Orleans come se fosse un cosa che non ci riguarda e che è lontana da noi e per la quale non abbiamo responsabilità : ciascuno di noi deve chiedersi che cosa può fare lui per il pianeta.

In questo senso potremo dare anche maggior forza al progetto politico che stiamo proponendo agli italiani per cambiare la politica di questo paese.

Sen. Sauro Turroni

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