Oggetto: Caro Foietta, sindaco di Santa Sofia

caro Flavio,
mi dispiace molto la piega che sta prendendo la vicenda della pista nera perche essa sta travalicando la questione dell’opera in sè e sta investendo questioni più generali che mettono in discussione acquisizioni decennali riguardanti la politica delle aree naturali protette e riporta il dibattito indietro di anni.
E mi dispiace francamente che in questa vicenda proprio chi, come te, riveste un ruolo istituzionale così importante, si faccia paladino delle vecchie idee degli antiparco di un tempo.
Provo a spiegarmi e spero che tu voglia prendere questo mio scritto come un contributo positivo per affrontare civilmente una questione che i manifesti e i proclami di questi giorni rischiano di tramutare in una guerra di religione. (clicca su continua per leggere il resto dell’articolo)
La Campigna e le foreste casentinesi sono un parco nazionale i cui elementi naturalistici ed ambientali di straordinario valore e interesse ne hanno imposto la tutela ai fini della conservazione e della fruizione rispettosa delle loro caratteristiche.
Su questo credo possiamo convenire.
Non è utile a nessuno scontrarsi sui meriti della presenza delle foreste sulle nostre montagne : ci sono perché qualcuno le ha piantate e perché qualcun altro le ha protette. E poichè esse sono un bene demaniale è difficile pensare che il merito possa ascriversi ad altri che non abbiano avuto questo compito.
E, se mi permetti, mi pare difficile pensare che esse possano essere considerate appannaggio dei cittadini di Santa Sofia per il fatto che in parte sono comprese nel territorio del tuo comune.
Esse sono una ricchezza straordinaria, dobbiamo vedere come questa ricchezza può essere fonte di benessere per i cittadini del territorio del parco senza che ne vengano compromesse la natura e la qualità .
Possiamo discutere di questo, possiamo avere, come abbiamo, idee diverse ma questo deve essere il terreno di discussione.
Ora io considero sbagliato, con i cambiamenti climatici in atto, con la scarsità  delle risorse economiche, con le caratteristiche dei luoghi, spendere soldi pubblici, e molti, per un progetto che non credo porti benefici alla comunità  locale e che compromette un luogo che non è solo tuo o dei tuoi concittadini ma appartiene all’ intero Paese.
Non credo che il tipo di “dibattito” in corso ci porti lontano, piuttosto credo che per chi come noi ha responsabilità  politiche o amministrative, ci sia da chiedersi come mai ci troviamo in una situazione come questa, del perché c’è tanta diffidenza e incomprensione, del perché lo scontro è tanto aspro da aver oltrepassato ogni limite.
Gli anni di commissariamento sono senza dubbio un grosso macigno che abbiamo fra i piedi ma mi chiedo quanti e quali responsabilità  abbia avuto in questa vicenda la precedente gestione, responsabile fra l’altro di proposte di modifiche della legislazione sui parchi che hanno provocato conflitti molto rilevanti con il mondo ambientalista.
Mi chiedo se serva di più rivendicare potere e maggioranze negli organismi o elaborare proposte e cercare di assumere nei fatti la leadership di coloro che lavorano per la sostenibilità  di uno sviluppo durevole. Se vuoi, su questo possiamo discutere e scambiarci opinioni, a questi temi sto concretamente lavorando e spero che le elaborazioni in corso possano dare risultati positivi.
Rimettere in piedi oggi, a spese della collettività , impianti sciistici in Campigna con soldi pubblici assomiglia un po a quei sostegni economici dati per anni a fabbriche decotte e fuori mercato per mantenerle in vita a tutti i costi invece che ricercare nuove occasioni di lavoro e nuove produzioni.
E’ inutile allora tirare fuori, a sproposito, se mi permetti, il demanio costiero, le pinete e così via : anche lì, da anni si cerca di non consentire ulteriori aggressioni al territorio e di salvare il salvabile, ad esempio con il parco del Delta che protegge le ultime pinete ed aree umide, col Piano Paesistico che impone la riduzione delle superfici permeabili e così via.
La nostra costa è un orribile colata di cemento, quello sviluppo sbagliato e indifferente nei confronti dell’ambiente, attualmente pone al nostro settore turistico costiero seri problemi di competitività , non mi pare quindi che possa essere un riferimento se non assolutamente negativo.
I Parchi possono essere un’altra cosa, soprattutto oggi dal momento che la domanda di ambiente è così forte e attenta.
Del tuo intervento condivido una sola parte, che credo importante e significativa, ma che nulla ha a che fare con il resto : è vero che i parchi hanno bisogno di custodi, di persone che li tengano in ordine, belli e puliti, che li facciano godere a tutti i visitatori e sono d’accordo quando dici “che chi se ne occupa abbia la sua giusta mercede” : questo non significa estremizzare ma individuare strade nuove fondate sulla tutela della natura e del territorio e non su un suo uso distorto o in conflitto con esso.
Ma dimmi cosa c’entra questo con la caccia nel demanio, con la negazione dei documenti a chi vuole vederli, con i manifesti in cui c’è scritto vietato l’ingresso ai verdi, con opere fatte a spese di pantalone a vantaggio di pochi e con le tante altre questioni che non sto ad elencare che hanno creato un clima di sfiducia difficilissimo da recuperare?
E per favore evita di dare patenti di ambientalista serio e concreto : non è una questione che ti compete e che può solo contribuire ad aumentare l’incendio anzichè a spegnerlo, come sarebbe compito comune di coloro che, ripeto, hanno responsabilità  come le nostre.
Non posso essere presente agli incontri che hai organizzato perché sono fuori per lavoro, me ne dispiace ma avrei voluto cercare di portare il mio contributo per riportare il dibattito nei suoi termini più civili.
Una cosa però ti chiedo di fare e credo sia un tuo dovere perciso : fai coprire quei manifesti contenenti affermazioni diffamanti, consentire che essi restino affissi getta un ombra anche su di te.
Scusa se ti ho scritto questa lunga lettera e il tono confidenziale che ho usato ma in qualità  di antico combattente per la istituzione delle aree protette in Italia intendo fare quanto posso per impedire che si torni ad un clima di molti anni fa che ritengo superato e assolutamente privo di qualsiasi utilità .
Cordialmente
Sauro Turroni

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