Noi Verdi ci candidiamo ad essere i rigorosi e attenti attuatori del programma della coalizione al quale portiamo però un contributo di ulteriore innovazione e respiro, rappresentato dal PROGRAMMA DEI VERDI PER LA CITTA’ DI FORLI’ che pur avendo trovato ampio spazio nel programma del candidato Drei, riteniamo debba essere la cifra del nostro impegno nella amministrazione di Forlì
LA CITTA’ FUTURA
I programma dei Verdi di Forlì per le
elezioni comunali maggio 2014
PREMESSA
Viviamo un periodo storico molto difficile, nel mezzo di una gravissima crisi economica per effetto della quale moltissimi cittadini hanno perso il lavoro mentre i giovani vedono ridotte le speranze per un futuro migliore e dilagano l’ insicurezza e la sfiducia nella politica .
Noi crediamo che questo stato di cose possa e debba cambiare, vogliamo impegnarci per questo, vogliamo ridare fiducia e speranza, creare lavoro e benessere, essere insieme protagonisti del cambiamento e della crescita sociale de economica del nostro Paese e della nostra città.
Vogliamo cambiare Forlì, renderla più bella, più salubre, più accogliente, più vivibile, più tutelata, più verde, più sicura, più trasparente, perché ci siano più partecipazione, più solidarietà, più lavoro, più innovazione, nella quale la burocrazia non sia un ostacolo ma diventi trasparente e amica dei cittadini.
Non è solo una speranza, è un progetto concreto, siamo convinti che è possiamo metterlo in atto. Vogliamo farlo insieme con i cittadini forlivesi.
Vogliamo farlo con le espressioni migliori della politica, della cultura, dell’associazionismo della nostra città,
Lasciamo ad altri la bandiera della sfiducia, riteniamo che l’impegno in politica possa essere alto e nobile, al servizio disinteressato della comunità di cui si fa parte, all’interno della quale stimolare la crescita della coscienza civile e della partecipazione, facendo sì che ciascuno sia coinvolto nelle scelte che riguardano la propria città
Dalla crisi si esce insieme, tutelando il bene comune, aiutando chi è in difficoltà, rimboccandosi le maniche chiamando i cittadini a contribuire al benessere collettivo, recuperando l’amore per Forlì
Cinque anni fa è stata inaugurata una stagione amministrativa coraggiosa, ambiziosa e innovativa che ha avviato il cambiamento nella vita politica e sociale della nostra città, ereditando numerose questioni che hanno richiesto scelte difficili e coraggiose : intendiamo continuare nella strada intrapresa nella convinzione che il cambiamento non può certamente dirsi esaurito né può essere arrestato.
Ne vogliamo essere i continuatori e intendiamo rilanciarlo con rinnovato vigore e coraggio chiamando accanto a noi i cittadini, facendone i protagonisti delle scelte di una amministrazione che vuole fare della partecipazione il pilastro della propria azione per permettere ai cittadini di contribuire al benessere collettivo, recuperando l’amore per il lo spazio comune, ridando forza all’orgolglio per il senso civico di una comunità che ne è elemento costitutivo e identitario
Elezioni
L’accordo politico deve fondarsi sulla condivisione del programma. Non è necessaria la rappresentanza all’interno del Consiglio per avere un proprio rappresentante in giunta da parte delle forze che appoggiano la coalizione.
Il Sindaco si impegna a sentire le forze politiche che costituiscono la coalizione nella per la composizione della giunta.
Periodiche riunioni avranno la funzione di raccordo fra l’azione amministrativa e la coalizione evitando che chi amministra assuma su di se anche il ruolo di rappresentante politico.
Dovraanno essere previste regolari riunioni politiche fra i rappresentanti delle diverse forze politiche della coalizione, indipendentemente dalla loro presenza in consiglio. Vanno superati i precedenti limiti che non hanno riconosciuto un adeguato spazio di confronto politico alla coalizione.
La coalizione è costituita dalle forze politiche che si presentano insieme al primo turno, non ritenendo politicamente sostenibili apparentamenti successivi con chi ha sostenuto progetti alternativi a quello che le vede impegnate insieme.
PARTECIPAZIONE, BENI COMUNI
Vogliamo dare sostanza alle due definizioni allargando tutti gli spazi di discussione pubblica sulle questioni che interessano la comunità forlivese.
Il superamento delle Circoscrizioni assegna ai Quartieri un nuovo ruolo, facendone non solo i nuovi organi del decentramento ma soprattutto il reale elemento cardine del confronto e della collaborazione tra l’Amministrazione e il Territorio e protagonista di un rapporto di scambio fatto di proposte e di suggerimenti.
Tuttavia questo non è sufficiente perchè per stimolare la partecipazione e consentire il ruolo attivo dei cittadini si devono essere messe in atto forme nuove di confronto da individuare insieme, comprendendo fra esse anche assemblee pubbliche , tematiche e periodiche.
Vogliamo stimolare la partecipazione attraverso il coinvolgimento e l’ascolto dei cittadini e la capacità di dare risposte alle loro esigenze ed istanza.
Una amministrazione in grado di accorciare le distanze con i cittadini e le imprese, che faccia della trasparenza il cuore della propria azione, ascoltando e dando risposte nei tempi giusti sarà capace di instaurare un rapporto di fiducia e di collaborazione che consentirà di alimentare una dimensione di comunità, di orgoglio e di senso civico.
La città deve diventare un bene comune da rispettare e curare anche attraverso forme di collaborazione diretta con i cittadini e con il prezioso tessuto associativo di cui è ricca per favorire la coesione sociale e la dimensione di comunità adottando criteri condivisi per la gestione condivisa dei beni comuni.
Sono pertanto beni comuni tutti gli elementi costitutivi della città , il suo territorio, il suolo, l’acqua, il patrimonio storico e artistico, il verde, gli elementi naturali e tutto ciò che ne sostanzia identità e storia comune.
Vogliamo far crescere la nostra città, salvaguardarla come bene comune , investire sul suo futuro, dare opportunità e sostegno alle nuove generazioni.
Vogliamo dar loro fiducia attribuendogli il ruolo attivo e protagonista che meritano, coinvolgendoli maggiormente nelle scelte e stimolandone la partecipazione attraverso l’ascolto delle loro esigenze e dando risposte concrete.
I giovani forlivesi, gli stranieri, gli studenti universitari creano un coacervo di relazioni che favoriscono la multiculturalità e necessitano di momenti di integrazione e aggregazione, che vogliamo crescano e non siano repressi.
Dobbiamo investire su di loro, favorendo il passaggio dalla scuola al mondo del lavoro, sviluppando e supportando la loro creatività e valorizzando percorsi di internazionalizzazione attraverso esperienze di mobilità, formazione, lavoro e volontariato all’estero.
L’ incentivo alla partecipazione democratica può venire anche dalla formazione alla cultura della democrazia fin dall’età scolare, per questo proponiamo l’attivazione di luoghi e momenti di discussione e confronto che vedano protagonisti i ragazzi sia sulle problematiche giovanili sia su quelle sociali.
Saranno messe in atto modifiche regolamentari e statutarie che amplino e non riducano lo spazio democratico a cominciare dall’obiettivo di rendere più agevole l’effettuazione dei referendum, riducendo le firme necessarie e abbassando significativamente il quorum.
Far diventare pubblica e motivata ogni nomina in enti o società a partecipazione pubblica, da effettuarsi con la pubblicazione di bandi, che dovranno privilegiare la competenza e un numero limitato di mandati
Il CENTRO STORICO, LUOGO DI IDENTITA’ E DI CONVIVENZA
IL Centro Storico rappresenta il cuore della Città ed è il luogo in cui si riconoscono tutti i forlivesi, il più amato e nello stesso tempo quello che ha subito negli anni le maggiori trasformazioni sociali ed economiche, che ne hanno determinato impoverimente e decadenza. .
La sua rinascita , rivirtalizzazione e arricchimento sono il nostro obiettivo prioritario e strategico , vogliamo farlo tornare ad essere un centro di attrazione e il cardine attorno al quale ruoti la società forlivese.
Intendiamo rivitalizzare il centro storico recuperandone la funzione abitativa, commerciale e di piccole attività artigianali, prevedendo incentivi, sgravi e anche vincoli puntuali.
La gestione: il ruolo attivo della Amministrazione per la rinascita del Centro
Recupero delle funzioni abitative e degli spazi adeguati per attività commerciali e allontanamento delle banche : queste proposte, in parte condivise da molti, richiedono una efficace, attenta e continuativa attività di gestione, tesa a incentivare, e favorire i processi , recuperando risorse, assicurando incentivi, guidando le trasformazioni. Una attenta pianificazione urbana individui nella città luoghi da riqualificare che possono rendere possibile un progetto complessivo che veda il centro rivitalizzato e zone di cintura rese qualificati e innovativi insediamenti per attivitò economiche, finanziarie, professionali.
Senza gestione, lasciando alla sola azione privata determinare i cambiamenti non può produrre risultati i attesi, che hanno necessità di essere invece definiti in un progetto comune condiviso e strategico. A tale programma , prioritario rispetto ad altri, vanno destinate le professionalità e, le competenze e le risorse necessarie
Il comune dovrà fare la propria parte, realizzando nelle zone più degradate nuove reti idriche, fognature e altri sotto-servizi, facendo nuove pavimentazioni, recuperando la qualità dei luoghi, promuovendo le attività di recupero e riqualificazione, attraverso anche forme di incentivo, sgravio ecc. , facendo piani di recupero, agevolando gli interventi.
Una visione progettuale che tenga insieme salvaguardia, tutela, valorizzazione e funzioni abitative e commerciali.
La revisione della pianificazione urbanistica riguardante il Centro storico dovrà avvenire nel rispetto delle disposizioni della legislazione urbanistica regionale, fondata sul recupero e la conservazione, incentivando il restauro dei complessi immobiliari nel rispetto delle loro tipologie e delle loro tecniche costruttive, anche al fine di assicurare adeguati livelli di sicurezza antisismica, in linea con le più moderne e d evolute tecniche e metodologie di consolidamento.
Il comune dovrà applicare con rigore le norme riguardanti i cambi d’uso, contrastando la terziarizzazione del centro e favorendo il ritorno alle funzioni abitative.
Dovrà essere salvaguardata ogni parte inedificata del centro storico, come memoria del tessuto insediativo storico ad orti conventuali.
Dovrà essere effettuato un piano del colore recuperando i colori originari dei palazzi e delle case al fine di evitare l’omologazione di tutto il tessuto storico ad un colore indistinto e indice di mediocrità
Le piazze, il cuore pulsante della città
“Le piazze tornino ad essere piazze”, luoghi d’incontro piacevoli e sicuri da frequentare dove passeggiare e fare acquisti, a sostegno anche del piccolo commercio. Tavolini e ristoranti all’aperto sostituiscano le auto, vengano valorizzate e ampliate anche le vie commerciali.
Recuperare le piazze alla loro funzione di luogo di aggregazione e di incontro, valorizzandone le attività commerciali e culturali, incentivando l’utilizzo dei suoli pubblici.
Le piazze ed i luoghi pubblici del centro devono attrarre persone con iniziative organizzate tutto l’anno, ad esempio concedendo spazi e strumenti anche agli artisti emergenti o non professionisti.
Sarebbero così possibili in Piazza Saffi : 365 concerti all’anno – Piazza del duomo: 365 partite all’anno Piazzetta dei burattini : 365 spettacoli all’anno Aprendo anche a dilettanti che vogliono cimentarsi, dare spazi e strumenti per farlo.
Promuovere un qualificato reinsediamento di attività artigianali e commerciali
Sosteniamo i negozi commerciali e di piccolo artigianato confermando l’erogazione di contributi specifici, mantenendo l’amministrazione il ruolo di “facilitatore” assunto nella concertazione dei canoni di affitto calmierati, proseguendo il progetto regionale di centro commerciale naturale e individuando poli attrattivi verso i quali estendere le pedonalizzazioni .
L’esperienza di Forlì nel Cuore andrà mantenuta prevedendo la possibilità, nell’ottica di favorire e potenziare la condivisione e partecipazione, di ampliarne la base associativa.
Valorizziamo il patrimonio artistico e museale presente attraverso la creazione di un percorso ben definito e “visibile” che accolga i turisti, li guidi alla scoperta della città e offra loro occasioni per soffermarvisi.
Il centro storico è il biglietto da visita della nostra città quindi occorre intervenire accuratamente sulla valorizzazione della sua dimensione estetica (decoro e verde pubblico) e sulla vivibilità in termini di mobilità, sosta, accessibilità, sicurezza, convivenza tra coloro che lo abitano e coloro che lo frequentano avendo particolare riguardo alle diverse esigenze talvolta anche in concorrenza tra loro. Insomma, un centro storico “ a misura” dei suoi diversi fruitori.
Un luogo di qualità connesso al territorio
Il modello delle “isole ambientali” pare un progetto concretamente perseguibile. Come?
A. Attraverso un progressivo allargamento delle zone pedonali, delle ZTL, delle vie a traffico veicolare assai rallentato, con conseguente promozione di attività sociali e ricreative negli spazi pubblici;
B. Con una politica dei parcheggi capaci di liberare ampi spazi dal traffico veicolare e dalla sosta;
C. Rendendo fluido e attraente il trasporto pubblico mercé corsie dedicate;
D. Sviluppando percorsi ciclabili assai ampi e interconnessi, che dal cuore di Forlì possano poi espandersi verso il territorio e intersecare le periferie e la campagna, seguendo itinerari anche in parte diversi dalle vie a maggiore scorrimento;
E. Intervenendo, come già hanno fatto il comune la Fondazione della Cassa dei Risparmi, su alcuni immobili o isolati, per favorirne il recupero e il riuso. E’ chiaro che, per tenere insieme questi obiettivi, e soprattutto per sincronizzarli, rendendoli plausibili, occorre un approccio ben congegnato e ben spiegato, al quale potrebbero contribuire – oltre agli uffici – anche i dipartimenti universitari e gli ordini professionali del settore, che potrebbero trovare – dopo una fase di adeguato rodaggio – in un urban center un luogo di coagulo e di confronto. Una volta testimoniata la scelta esplicita a favore di una riqualificazione reale del centro, non episodica ma strutturale, è verosimile pensare che tante risorse anche private rifluirebbero sul centro storico.
Il ruolo culturale del centro storico
Sviluppare la conoscenza del territorio, della sua storia, delle vicende che ha vissuto, dei suoi elementi fisici e naturali costitutivi, recuperando la funzione dei musei, delle collezioni, delle biblioteche, delle mostre, sviluppando e sostenendo la ricerca e lo studio.
Il centro storico è anche sinonimo di vita culturale, giacché contiene la maggior parte del patrimonio forlivese ed è sede di musei prestigiosi come il San Domenico, del Teatro “Diego Fabbri”, della Biblioteca “Saffi”, delle Raccolte Piancastelli, ecc. E’ vero che, in un’epoca di tagli e di contrazione della spesa, la cultura tende a subire gli effetti peggiori. E’ vero anche, tuttavia, che, da una parte, l’investimento sul San Domenico, supportato e “lanciato” dalla politica delle “grandi mostre” della Fondazione della Cassa dei Risparmi, esige comunque un impegno pubblico e una progettualità alla quale l’amministrazione non può sottrarsi, rendendo il luogo perno della “vocazione culturale” cittadina. Dall’altro, non va trascurata la necessità di conservare i nostri beni culturali – partire da Palazzo Gaddi e dal Palazzo del Merenda -, esercitando la tutela prevista dall’ordinamento e soprattutto la loro restituzione alla città.
In particolare va portato a compimento il completamento del San Domenico, recuperando il rapporto con gli spazi urbani circostanti, demolendo interamente il parcheggio attuale e riconfigurando l’intera area entro la legislatura. Dovrà essere acquisito alla città l’ex Eridania, mettendola dapprima in sicurezza e prevedendone un recupero in linea con le funzioni culturali riservate dalla legge ad un immobile vincolato. Nel corso della legislatura, si dovrà inoltre provvedere alla destinazione di straordinari complessi di pregio come la Rocca di Caterina Sforza e l’adiacente cittadella, il convento di Santa Maria della Ripa, salvaguardandone l’interesse pubblico e la funzione all’interno della maglia del centro. Dovrà inoltre essere recuperata a funzioni culturali l’ex fornace Maceri Malta, connettendola col parco urbano
Il completamento del Campus Universitario con l’accentramento della sede universitaria permetterà una migliore fruizione dei servizi per gli studenti (mobilità, mensa, URP, ecc).
Sarebbe riduttivo considerare il Campus come una “cittadella della conoscenza” prestigiosa ma fine a se stessa: dobbiamo essere capaci di renderlo parte integrante della città , innanzitutto perché per la sua posizione contribuisce a ridisegnare una parte della città definendo nuovi percorsi di collegamento attraverso il suo straordinario giardino, un grande polmone verde nel cuore della città, inoltre perché deve diventare uno spazio di interconnessione culturale e sociale con la città stessa.
E’ da escludersi la realizzazione di un ulteriore parcheggio interno al Campus per docenti o studenti evitando la creazione di un nuovo generatore di traffico : va difeso e protetto l’antico giardino su viale Corridoni, riqualificandolo e rendendolo fruibile ai cittadini .
Un luogo sicuro, aperto, di incontri e integrazione
Aprire la città, facendo diventare ogni sua parte un luogo di incontro, di conoscenza, di vita collettiva. Essere e vivere insieme e non isolati deve essere l’obiettivo di una nuova città più vivibile e sicura.
Organizzare e formare volontari che rendano sicuro l’attraversamento delle strade, l’uscita dalle scuole, i percorsi casa scuola, contrastando la maggiore minaccia per la sicurezza dei cittadini rappresentata dal traffico.
Favorire la conoscenza reciproca dei cittadini, a cominciare da quelli che provengono da altri territori o paesi, al fine di far conoscere l’identità, i costumi, i caratteri, le consuetudini, la storia e le regole comuni che caratterizzano la realtà locale.
Promuovere esposizioni, manifestazioni, incontri sportivi, culturali e culinari, raccolte di storie e testimonianze come momenti di reciproca conoscenza e anche di integrazione.
In generale, l’idea che gli spazi aperti del cuore della città possano tornare ad essere vissuti, partecipati, resi attivi dai giovani e dai cittadini, rappresenta una grande scommessa per il centro-sinistra.
Occorre pensare più organicamente alla funzione culturale come ponte sociale per l’integrazione della dimensione folklorico-dialettale, della dimensione nazionale (umanistica e scientifica) e della dimensione propria dei migranti. La coesistenza e l’incontro fra queste tre culture – alle quali può contribuire il diffuso e vivace associazionismo cittadino – rappresenta un obiettivo della nuova amministrazione. A queste va aggiunta, comune a tutte, il sostegno alla cultura musicale, alla cui salvaguardia e promozione l’amministrazione deve dedicarsi.
L’elemento simbolo del più vasto e prezioso paesaggio forlivese
Forlì ha scoperto da poco, anche grazie alle “grandi mostre”, una vocazione turistica che va potenziata e incoraggiata attraverso la valorizzazione non solo del nostro patrimonio culturale, ma anche dei beni paesaggistici e di quelli più legati alla tradizione (sotto questo profilo, la gastronomia potrebbe essere utilizzata come una straordinaria opportunità di connessione e d’incontro fra le diverse culture presenti in città). Il territorio, le colline, i siti di pregio sotto il profilo geologico e preistorico debbono essere prima di tutti riscoperti dai cittadini, e poi “cuciti” attraverso percorsi appropriati, all’interno di una trama che spinga poi in direzione degli altri comuni, delle vallate, dell’Appennino da un lato e del mare, dall’altro. Gli argini dei fiumi Ronco e Montone già prefigurano percorsi cicloturistici assai affascinanti, capaci di connettere ambienti desueti e di restituire un’immagine della Romagna in molti purtroppo offuscata.
AREE DA RECUPERARE
Sono ancora molte le aree all’interno o prossime al centro storico, alcune devono essere recuperate per prevenirne il degrado, in alcuni casi già molto avanzato, altre saranno entro breve oggetto di un
percorso di riutilizzo, ad un uso collettivo e non solo:
1. 1. Piazza Guido da Montefeltro La piazza va restituita alla dignità del luogo, con un progetto che riconsegni la piazza al verde ed ai Cittadini grazie alla demolizione del parcheggio che nasconde il San Domenico. Il parcheggio sotterraneo deve essere anch’esso demolito evitando la sosta lunga che va spostata nel parcheggio immediatamente adiacente in viale Salinatore.
Va abbandonato il progetto di seppellire il parcheggio sotto una coltre di terra e di mantenere la barcaccia, recuperando e riconfigurando invece uno spazio urbano di grande interesse e qualità.
1. 2. Convento di Santa Maria della Ripa. Dovrà essere acquisito e recuperato a funzioni compatibili con le loro caratteristiche tipologiche ed architettoniche portando a compimento le necessarie intese con l’agenzia del demanio ed evitando che spazi così vitali per il centro della città siano oggetto di speculazioni immobiliari.
1. 3. Fornace Maceri Malta, da recuperare a funzioni museali, connettendola col parco urbano
1. 4. Mercato ortofrutticolo,che può diventare in parte un centro di vendita diretta dei prodotti della filiera locale mentre un’altra parte può contribuire alla dotazione di parcheggi nel centro.
1. 5. Eridania. Deve essere acquisita, mettendola dapprima in sicurezza e prevedendone un recupero a funzioni culturali pubbliche.
1. 6. Tiro a segno: Per la posizione Prossima ai campi sportivi merita un recupero ed un riutilizzo.
1. 7. La rocca e la cittadella del vecchio carcere. Con la costruzione del nuovo carcere si rende disponibile sia la rocca sia la cittadella, che possono essere recuperate e destinate a funzioni connesse alle attività culturali del centro storico o anche come residenza universitaria a supporto del Campus.
1. 8. Scalo Merci FS Posto a ridosso della linea FS può connettere il Foro Boario al Centro Storico è un’area strategica per la città e ne va rivista la destinazione con l’obiettivo di farne una grande attrezzatura al servizio della mobilità
1. 9. ex deposito ATR Prevederne il recupero e l’utilizzo come contenitore per intrattenimento e cultura da parte dei privati (ad. esempio concerti)
Ad oggi le aree dismesse cui è stata messa mano sono state grandi occasioni perdute.
Tale errore non si deve ripetere. Conservazione, valenze urbanistiche, valore storico e architettonico, utilità pubblica. devono essere i principi che orientano ogni scelta,
STOP AL CONSUMO DI TERRITORIO
L’ambiente ed il territorio sono un bene prezioso e non riproducibile, non una risorsa infinita dalla quale attingere senza costi e conseguenze. La crisi economica attuale è partita da una bolla speculativa edilizia, fatta di costruzioni con finalità esclusivamente speculative, con progressiva cannibalizzazione del territorio, e dalla ricerca di una crescita incontrollata che ha, di fatto, provocato un indebolimento dei mercati.
La crisi in atto ci impone di riconsiderare l’idea di sviluppo che ha accompagnato la crescita economica della nostra città. Lo spazio per un sviluppo essenzialmente estensivo, imperniato sul primato immobiliare/edilizio, non è più riproponibile come nei tempi trascorsi. In primo luogo, perché il territorio è un bene finito, e quindi va amministrato con parsimonia; in secondo luogo, perché la crisi ha alzato l’asticella della sfida, facendo giustizia di tutte le comode scorciatoie indirizzate verso l’Eldorado di una facile moltiplicazione della ricchezza.
Per la Forlì del futuro è necessaria una moratoria sulle trasformazioni urbanistiche, la definizione dei limiti della città, l’abbandono della pratica delle varianti e la subordinazione di nuove espansioni alla completa attuazione delle attuali previsioni di sviluppo urbanistico produttivo ed industriale che è già oggi sovradimensionato.
Definiti i limiti della città, va prevista la realizzazione di una cintura verde che la cinga secondo l’esempio delle più avanzate città europee, della quale partecipi la nostra campagna, la cui tutela è importante per il benessere della cittadinanza e per la vivibilità dello spazio urbano.
Va effettuato il censimento dei fabbricati inutilizzati, pubblici, privati, produttivi, abitativi, terziario.
Va stabilita la moratoria per le nuove costruzioni, lottizzazioni, infrastrutture, avendo come obiettivo la riclassificazione di ampie porzioni di territorio oggi edificabili riportandole allo stato di inedificabilità
Mettere a punto un piano della mobilità, che preveda l’organizzazione della mobilità, e faccia discendere da questa la individuazione dei percorsi , delle infrastrutture delle reti, dei servizi.
Semplifichiamo e rendiamo chiare, trasparenti e comprensibili a tutti le norme urbanistiche ed edilizie
La normativa edilizia ed urbanistica nel tempo ha assunto una dimensione eccessiva, centinaia e centinaia di pagine di norme , a volte contraddittorie, spesso difficilmente comprensibili, che rendono necessarie continue richieste di chiarimenti ai tecnici della amministrazione da parte dei progettisti e degli operatori e dei cittadini.
Una situazione del genere può rendere discrezionale l’interpretazione, far perdere tempo ed energie, essere fonte di contenzioso, tanto più, come si è potuto verificare, spesso le terminologie utilizzate non hanno i necessari requisiti di chiarezza, sono improprie, ridondanti e inutilmente complicate.
Una Amministrazione rigorosa , che voglia effettivamente semplificare e nollo stesso tempo dare indicazioni chiare, nette e inequivocabili ai propri cittadini e agli operatori deve impegnarsi a ridurre a poche decine di pagine le norme di POC, RUE e Piano Strutturale, sciacquando i panni in Arno e cioè adottando terminologie appropriate, chiare, e nello stesso tempo sintetiche.
Per questo l’Amministrazione deve impegnarsi ad affidare a qualificatissimi esperti in materia giuridica e urbanistica la riduzione della normativa vigente ad un apparato normativo di poche decine di pagine, operando perché esse siano omogenee con quelle degli altri comuni dell’unione dei comuni forlivesi.
Sopprimiamo le code agli sportelli per le interpretazioni “autentiche”.
Gli obiettivi di una nuova pianificazione strutturale
Rilancio dell’edilizia come recupero, restauro, riqualificazione predisponendo un supporto di agevolazioni, incentivi finanziamenti per gli interventi con lo scopo molteplice di riqualificazione della città storica e costruita, la salvaguardia del territorio non costruito, la riqualificazione energetica e antisismica degli edifici.
Prevedere la bonifica delle componenti contenenti amianto.
Salvaguardia del tessuto urbano dei quartieri già edificati, rivedendo le NTA del PRG, con lo scopo di porre un freno alla sostituzione delle abitazioni di 1 o 2 unità immobiliari con palazzine aventi minore qualità abitativa e minuscole unità immobiliari.
No a ogni nuovo “accordo di programma” che bay passi le previsioni urbanistiche contraccambiando opere pubbliche di incerta priorità con il consumo di suolo oggi agricolo e non edificato.
Ridurre drasticamente la pratica dello scomputo, nei Piani Urbanistici Attuativi, in cambio degli oneri, limitandolo ad opere di effettivo interesse pubblico e che possano essere ritenute prioritarie e comprese fra quelle che il Comune intende realizzare.
A fronte di centinaia di ettari edificabili in zona industriale provenienti da Sapro è da escludersi ogni altra previsione per insediamenti industriali, depositi e centri commerciali.
Liberalizzazione degli usi possibili dei capannoni esistenti ponendo come unico limite il soddisfacimento della accessibilità dei parcheggi e il rispetto delle esigenze di qualità della vita degli insediamenti residenziali vicini
Vogliamo sostenere il comparto dell’edilizia nella consapevolezza che tale settore va ripensato profondamente e indirizzato verso il recupero, la riqualificazione, il ridisegno urbano ; le imprese del settore sono chiamate a innovazioni organizzative e tecnologiche e l’amministrazione deve offrire obiettivi chiari che il settore edile possa affrontare.
Dobbiamo rispondere alla crescente domanda di abitazioni per le fasce più deboli (housing sociale) avviando azioni di recupero e rimessa in circolo dell’ormai insostenibile patrimonio edilizio inutilizzato.
Usiamo gli edifici produttivi esistenti invece di consumare altro territorio.
Nel territorio comunale sono presenti numerosi edifici produttivi inutilizzati, la cui destinazione d’uso ne impedisce la trasformazione e l’utilizzo scopi diversi da quelli della originaria autorizzazione , ad esempio commerciali, indipendentemente dalla destinazione di PRG.
Nello stesso tempo chi ha esigenze di avere edifici a destinazione ad esempio commerciale o per altri scopi è costretto a ricercare altre zone in edificate del territorio per costruire nuove strutture, chiedendo che esse vengano comprese in un elenco c.d. “validato”, cioè compreso in una variante commerciale al POC ( piano operativo comunale).
Sarebbe opportuno che le strutture esistenti venissero utilizzate al meglio evitando di andare a occupare altri suoli agricoli. Basta consumo di suolo . Le strutture esistenti devono semplicemente possedere i requisiti di accessibilità, di parcheggi e gli altri caratteri igienico sanitari e ne deve essere consentito l’utilizzo con un semplice cambio di destinazione d’uso.
Il comune invece nelle proprie norme prevede che l’utilizzo a scopo commerciale di edifici industriali esistenti debba essere “ validato” cioè compreso in un elenco allegato ad una variante la POC ( piano operativo comunale ).
Sarebbe importante decidere invece che la possibilità di utilizzo delle strutture esistenti deve essere facilitato al massimo, che quindi spetta al solo piano regolatore stabilire gli usi possibili degli edifici esistenti, non appesantendo con norme ad hoc tipo la c.d. variante commerciale di POC/RUE a complicare inutilmente le cose, semplificando e nello stesso tempo incentivando l’uso di edifici esistenti.
AMBIENTE E TERRITORIO
L’ambiente è stato gravemente compromesso nei decenni scorsi e occorre invertire rapidamente la rotta. Inquinamento, gas serra e cambiamenti climatici, frane e dissesti, abbassamento del suolo, consumo di materie prime e superamento della capacità di rigenerazione degli ecosistemi richiedono che ciascuno faccia la sua parte, sia che si tratti degli stati, delle pubbliche amministrazioni, del sitema produttivo, dei singoli cittadini.
L’amministrazione di Forlì non intende sottrarsi a questo dovere, anzi intende essere di esempio adottando responsabilmente misure e pratiche volte a ridurre l’inquinamento, i consumi e l’impatto delle proprie azioni sull’ambiente.
Superare l’incenerimento e rilanciare la riduzione dei rifiuti e degli sprechi, del recupero, del riciclo. Superare il rapporto esclusivo con HERA.
In tutto il Mondo oggi è condivisa l’idea che l’unico modo efficace per uscire dalla crisi è l’avvio di un New Green Deal, che sfrutti le enormi potenzialità del risparmio energetico e delle tecnologie a minore impatto ambientale per creare margini economici per nuovo lavoro ed un rilanciodell’economia.
Il Comune dovrà per primo farsi attore di interventi di risparmio energetico sul proprio patrimonio edilizio, effettuando investimenti che libereranno le casse dell’amministrazione da una quota crescente di spesa corrente.
Anche il nostro territorio dispone di fonti di energia rinnovabili che vanno sfruttate, come il sole per riscaldamento e fotovoltaico e l’idroelettico, per il quale potrebbe essere concesso l’utilizzo del canale di Ravaldino.
Partendo dai potenziali Parchi Fluviali, da istituire con legge, superando gli insufficienti e inadeguati accordi fra enti pubblici e privatiil Comune deve diventare il motore di un grande progetto territoriale di sviluppo turistico ciclo sostenibile lungo i fiumi da Forlì a Ravenna, da Castrocaro a Lido di Classe, dalla collina la mare Montone, Ronco, Bevano costeggiando le vie d’acqua e promuovendo una proposta turistica di un grande circuito ciclo escursionistico della Romagna.
Respingere definitivamente la proposta di realizzare un insediamento residenziale in adiacenza del Parco del Ronco, motivato dalla possibilità di realizzare il completamento di un campo da golf : i costi economici , gestionali e d ambientali di un simile intervento sarebbero altissimi e insostenibili per l’ambiente e le casse della P.A.
Per il futuro della città è necessaria una inversione di rotta, evitando ulteriori trasformazioni urbanistiche, la definizione dei limiti della città, l’abbandono della pratica delle varianti e la subordinazione di nuove espansioni alla completa attuazione delle attuali previsioni di sviluppo urbanistico produttivo ed industriale che è già oggi sovradimensionato
Promuovere il recupero del tessuto urbano esistente e la sua riqualificazione, con il consolidamento antisismico, la bonifica delle strutture contenenti amianto a cominciare dagli edifici pubblici, gli interventi per la riduzione dei consumi energetici, l’eliminazione deii vincoli per l’installazione di collettori solari e del fotovoltaico.
Vogliamo definire il limite della città, realizzando una cintura verde, della quale partecipi la nostra campagna, la cui tutela è importante per il benessere della cittadinanza e per la vivibilità dello spazio urbano.
ACQUA BENE COMUNE
Intendiamo proseguire l’opera di sensibilizzazione sul tema dell’acqua, del suo uso più attento e parsimonioso, e sul tema della desertificazione, coinvolgendo sia i Comuni della Provincia di Forlì-Cesena, sia la Regione Emilia-Romagna, promuovendo l’attività di riorganizzazione e potenziamento dei servizi pubblici di acquedotto, superando gli eventuali sprechi e le inefficienze.
Per una uso efficace sulla risorsa acqua è necessario contrastare ogni forma di politica e di sviluppo che comporta un impoverimento quantitativo/qualitativo del bene “acqua”.
Il Comune deve promuovere la riduzione del consumo e gli sprechi di acqua potabile a livello di comportamenti ed usi quotidiani, privilegiando il consumo di acqua da bere dal rubinetto in casa e nei luoghi pubblici.
A questo scopo occorre riconsiderare la scelta di far effettuare le politiche di riduzione dei consumi a Romagna Acque, che basa il proprio bilancio sulla vendita di acqua.
Sollecitare gli enti competenti a investire economicamente nella bonifica e manutenzione delle tubature delle reti idriche, per una rimozione graduale delle tubazioni dell’acqua in cemento amianto. Riteniamo che si debba distribuire alla popolazione solo acqua per usi potabili indenne da amianto.
Fognatura e Depurazione
Hera ha fatto del depuratore di Forlì il centro di trattamento dei reflui di tutto il territorio, dismettendo molti impianti presenti per una economia di gestione. Contemporaneamente ha interrotto ogni azione di separazione delle fogne bianche e nere. Come risultato i “troppo pieno” scaricano nei corsi d’acqua grandi quantità di liquami in occasione delle piogge.
Occorre che le amministrazioni pubbliche riprendano le redini della gestione ed attuino piani di risanamento che portino a rapidi e significativi riscontri.
Incentiveremo la diffusione di impianti di fito-depurazione in grado di rendere disponibili quantitativi rilevanti d’acqua riutilizzabile come sub irrigazione per piantumazioni e coltivazioni
RISPARMIO ENERGETICO E SOCIETÀ POST-INCENERIMENTO
Forlì è stata fra le prime città ad aderire al Patto dei Sindaci e si è dotata di un PAES (piano di azione per l’energia sostenibile) impegnandosi a realizzare la riduzione del 20% delle emissioni climalteranti entro il 2020. Vogliamo proseguire in questo l’impegno promuovendo iniziative volte al risparmio energetico e alla produzione di energia da fonti rinnovabili, escludendo quelle forme che utilizzano scarti e materiali provenienti da altri territori.
Attraverso Forlì Città Solare realizzeremo altri interventi sia nel comparto dell’edilizia pubblica (senza consumo di suolo), promuovendo quelli nel comparto dell’edilizia privata prevedendo forme di incentivazione e/o premialità , e anche nel comparto delle attività produttive portando a compimento l’ambizioso progetto di campo solare a Villa selva (APEA);
Il Comunei intende facilitare e sostenere, anche attraverso agli strumenti come il regolamento edilizio, tutti gli interventi finalizzati a ridurre il consumo energetico degli edifici, ponendosi obiettivi chiari per la riduzione ed allineandosi ai risultati già raggiunti dalle migliori esperienze degli altri paesi europei.
Un primo passo può essere lo studio dell’efficienza degli edifici, che potrebbe essere avviato dall’amministrazione.
A partire dagli edifici pubblici è possibile attuare interventi di risparmio energetico che consentirà un risparmio sulla bolletta in grado di ripagare l’investimento in un numero limitato di anni.
Questo permetterebbe, sia di creare lavoro per gli interventi di riduzione degli sprechi, e di liberare progressivamente l’amministrazione dai costi fissi delle utenze, che gravano pesantemente sui bilanci del Comune.
Un risparmio importante sia energetico sia economico è possibile nel settore della pubblica illuminazione imponendo al gestore l’adozione di lampade a basso consumo energetico e di sistemi per la gestione telematica degli impianti, superando l’arretratezza e i costi dell’attuale sistema e superando le distorsioni dei subappalti.
2 inceneritori sono troppi
l’obiettivo primario per la gestione dei rifiuti deve essere quello di arrivare alla chiusura del ciclo puntando all’azzeramento dei rifiuti da smaltire.
La priorità, quindi, è la riduzione della produzione dei rifiuti
La presenza nel territorio forlivese di 2 inceneritori, uno per rifiuti ospedalieri ed uno per rifiuti solidi urbani impongono di adottare misure cautelative per ridurre gli effetti negativi che il loro funzionamento può provocare sulla salute dei cittadini.
E’ obiettivo della Amministrazione ridurre progressivamente le quantità di rifiuti urbani da avviare all’inceneritore e anche contrastare ogni progetto o proposito di sua trasformazione e/o utilizzo per i rifiuti speciali così come intende opporsi a ogni proposito di ampliamento delle quantità che vengono incenerite nell’impianto per rifiuti ospedalieri.
E’ obiettivo della Amministrazione la costituzione di una società post-incenerimento che operi per : riduzione della produzione dei rifiuti, riciclo e riuso dei beni, raccolta differenziata attraverso il sistema cd. “Porta a Porta” da portare a completamento su tutta la città di Forlì e comprensorio forlivese, dal momento che quest’ultimo è stato riconosciuto come bacino di affidamento autonomo.
Le norme europee, nazionali e regionali richiedono un aumento della raccolta differenziata nella logica del superamento dell’uso delle discariche entro il 2020 e della riduzione del ricorso all’incenerimento.
In tale quadro la Regione ha predisposto un Piano Regionale di raccolta e smaltimento rifiuti per gestire il periodo transitorio in cui si dovrà passare ad un regime del tutto privo di discariche e di ridotto impiego degli inceneritori.
Noi ci impegnamo perchè l’inceneritore di Forlì diminuisca rapidamente le quantità di rifiuti destinate all’incenerimento e non bruciare rifiuti speciali né quelli provenienti da altre province.
La sfida più ambiziosa che intendiamo perseguire è di natura ambientale, ma anche economica e culturale, partendo dal concetto che il rifiuto deve essere considerato come una risorsa, di cui l’amministrazione pubblica deve riprendere la gestione per creare una filiera imprenditoriale che crei valore, ricchezza e lavoro dal riciclo.
Inoltre, così come previsto dalla proposta di legge regionale già sottoscritta dal comune di Forlì, si vuole introdurre il principio della fiscalità ambientale, ovvero “chi più inquina più paga” prevedendo un sistema incentivante che vada a premiare cittadini e amministrazioni virtuosi.
Intendiamo anche aprire lo spazio per la creazione di una filiera del riciclo e recupero di materiale post consumo, anche attraverso iniziative innovative come la giornata dello scambio e progetti per lo scambio degli oggetti inutilizzati che possono essere recuperati, incentivando chi fa il compostaggio domestico.
Per una efficace politica in questo settore è necessario attuare politiche sinergiche degli enti del territorio per giungere ad una reale riduzione degli imballaggi sia nel ciclo produttivo che nella filiera commerciale.
Intendiamo introdurre forme di premi o incentivazioni per le imprese più virtuose che abbiano introdotto, nei singoli esercizi, modifiche significative in questo senso ( imprese commerciali che abbiano incentivato il metodo di distribuzione alla spina o qualsiasi forma di produzione /distribuzione con minore impatto sull’ambiente.
È nostro obiettivo favoritre gli acquisti verdi di prodotti realizzati attraverso il recupero e il riciclo.
Tutte le fonti di inquinamento vanno controllate in proporzione al loro contributo negativo e in modo particolare vanno controllate efficacemente quelle degli inceneritori presenti nel territorio forlivese.
Per individuare tutte le fonti di rischio è necessario che i controlli vengano effettuati da enti terzi e veramente indipendenti, garantendo al cittadino la trasparenza necessaria a rendere credibili i risultati delle analisi.
VERDE PUBBLICO E PRIVATO
Ripristinare il rispetto della norma che prevede lla piantumazioni di alberi per ogni nato, attribuendo al neonato l’albero con tanto di nome e targhetta, al fine di far crescere nelle giovani generazioni l’amore per la natura e per gli alberi.
La gestione di questo patrimonio deve vedere un ripensamento del vivaio comunale inserendolo in maniera organica in un vero e proprio “piano regolatore” del verde che prenda in considerazione aree urbane e periurbane anche per sottrarle ad abbandono e degrado.
I rimboschimenti devono essere effettuati sulla base dei criteri definiti da studi compiuti a livello regionale, evitando le pseudo compensazioni quali quelle messe in atto per la costruzione dell’inceneritore .
Gli impianti arborei – soprattutto lungo le strade e i marciapiedi dei quartieri residenziali – realizzati, nei decenni scorsi, senza tener conto della crescita fisiologica delle piante né dell’idoneità di alcune specie alla vita in ambito urbano richiedono una attenta considerazione e una adeguata riprogettazione dell’intera struttura viaria, abbandonando semplicistiche azioni di sostituzione che non tengono in alcun conto né della attuale valore delle alberature dal punto di vista ambientale e paesaggistico né della loro integrazione con l’iniziale progetto della infrastruttura.
Questo significa che non devono essere messi in atto semplicistici progetti di taglio a raso e sostituzione delle specie con altre ritenute più idonee, bensì occorre ripensare la caratteristica delle infrastrutture viarie operando per la loro moderna trasformazione in strade calme, a traffico lento ma scorrevole, con ampie zone pedonalizzate e ciclabili.
Occorre pertanto assicurare finanziamenti adeguati certi al censimento del patrimonio verde pubblico per monitorarne costantemente l’evoluzione e la dinamica prevedendo contestualmente risorse per le ripiantumazioni e l’aumento delle alberature con l’indicazione delle ragioni scientifico/naturalistiche degli interventi di manutenzione costante.
Di pari passo si deve proseguire e implementare con azioni coerenti e conseguenti lo studio relativo alla capacità di interazione positiva del verde urbano sugli inquinanti atmosferici.
L’incrocio dei dati di tale studio con il censimento/monitoraggio sarà la base per interventi strutturali di manutenzione anche straordinaria del verde urbano.
Infine occorre tenere conto dell’intera caratteristica di luoghi, della strade, comprendendo anche le ragioni storiche e culturali che hanno determinato scelte che non sono solo botaniche ma anche architettoniche e paesaggistiche, nel progettare gli interventi.
Il comune infine dovrebbe adeguare le proprie politiche e strutture a quelle messe in atto nelle più moderne città, cercando di acquisirne gli esempi e le pratiche positive.
Dovranno essere aggiornati e rivisti il regolamento del verde pubblico e privato con la contestuale commissione del Verde.
Completare ed ampliare il Parco Urbano. Cura e miglioramento della qualità di tutti i parchi di quartiere
Il Parco Urbano è il naturale collegamento del Centro Storico con l’Ospedale Pierantoni e “sponda” per i percorsi ciclabili fluviali (fino al Parco fluviale di Castrocaro Terme – Terra del Sole). Va pertanto completato con la definitiva acquisizione delle aree che lo separano dal Pierantoni, il tratto di ciclabile che ne consentirà l’uso in sicurezza e alternativo alla viabilità di scorrimento (Viale dell’Appennino).
Va dato un chiaro indirizzo per la prevenzione rispetto a possibili atti vandalici e per la sicurezza dei frequentatori anche attivando sperimentazioni che vedano il coinvolgimento di Agenti di Polizia e convenzioni con le organizzazioni di volontariato (Guardie Ecologiche Volontarie, Guardie Zoofile, ecc..) per evitare e reprimere abbandoni di specie animali
PARCHI FLUVIALI
I corsi d’acqua sono ormai l’unico elemento naturale rimasto nel territorio comunale completamente antropizzato.
Sono i corridoi ecologici, in cui nidificano e si spostano gli animali che, in modo sorprendentemente variegato e numeroso, li popolano e di cui è possibile l’osservazione e lo studio.
A Forlì in questi anni si è saputo costruire un primo scheletro di parchi fluviali sul Montone-Rabbi e sul Ronco, di concerto con i comuni di Castrocaro, Forlimpopoli, Meldola e Bertinoro.
Per dare seguito a questo progetto occorre abbandonare e respingere ogni proposta di accordo di programma tesa a realizzare nei presssi deli parchi, con la motivazione della cessione di aree o di compementarietà con impianti sportivi, di nuovi insediamenti residenziali in zona agricola.
Occorre assumere le necessarie iniziative per fare diventare parco fluviale regionale le zone del Ronco e del Montone, promuovendo l’approvazione di una legge regionale ad Hoc.
Questa attività va continuata e potenziata, rafforzando le azioni di rinaturalizzazione dei terreni adiacenti ai corsi d’acqua e collegando la rete dei percorsi ciclo pedonali, rafforzando l’azione di tutela e salvaguardia da attività antropiche invasive, con particolare riferimento alle zone SIC ( siti di interesse comunitario) e ZPS ( zone di protezione speciale).
I parchi fluviali, insieme con una cintura di verde urbano costituiranno la struttura naturalistica ed ambientale della nuova Forlì che vogliamo costruire, ripristinando, restaurando ed ampliando gli storici boschi planiziali i cui relitti sopravvivono a Farrazzano e Ladino.
La valenza turistico ricreativa ed escursionistica dei percorsi fluviali estesa alla pianura, in accordo con comuni e provincia del Ravennate, possono portare alla realizzazione di una rete di piste ciclo-pedonali che colleghi la collina al mare, il termalismo alle valenze storiche ravennati, con Forlì al centro, divenendo un possibile distretto che può essere collegato alle altre analoghe infrastrutture per il tempo libero a livello internazionale.
Il Canale dei Mulini di Ravaldino
Il comune di Forlì è proprietario del canale storico di Ravaldino che, a scopi molitori, prelevava acqua dal Rabbi a San Lorenzo in Noceto e la restituiva al Ronco a Coccolia. Il canale deve essere valorizzato, con interventi di riqualificazione della vegetazione, con la realizzazione di percorsi rivieraschi ciclo/ pedonali e la verifica di un riutilizzo, a scopi idroelettrici,che sfrutti i diversi salti presenti in corrispondenza dei tanti mulini non più attivi.
Innovazione e risparmi
Le nuove tecnologie possono essere un contributo importante per il risparmio all’interno delle amministrazioni. Per questo motivo occorre ripensare alle necessità dell’amministrazione e delle aziende partecipate prevedendo investimenti che permettano risparmi in tutti i settori. Un esempio concreto è l’utilizzo di strumenti informatici per ridurre il consumo di carta e le spese di spedizione necessarie allo svolgimento delle funzioni burocratiche dell’amministrazione. Affinché queste tecnologie possano portare effettivi risparmi e non nuovi piccoli monopoli occorre privilegiare il software libero o soluzioni che prevedano la proprietà pubblica degli strumenti utilizzati.
L’innovazione tecnologica può inoltre essere uno strumento importante per la
partecipazione dei cittadini e la trasparenza dell’azione amministrativa
Occorre ripensare il rapporto con le società partecipate, con particolare attenzione ad Hera, e la partecipazione dell’amministrazione nella governante delle aziende che gestiscono i servizi per conto del Comune, per evitare la privazione del ruolo di controllo e di indirizzo del Consiglio Comunale. Per governare le partecipate occorre ricontrattare gli affidamenti, istituire efficaci procedure di controllo del servizio reso, instaurare procedure trasparenti, pubbliche e condivise nelle nomine dei componenti i CdA spettanti all’Amministrazione.
MOBILITÀ E SICUREZZA
L’insicurezza nelle strade e nel lavoro non sono problemi senza soluzioni, da ritenere inevitabili ed inaffrontabili. Il Comune deve porsi come obiettivo quello di arrivare a zero morti sulle strade e nei cantieri.
Sulla mobilità la sicurezza si ottiene con controlli più efficaci, l’incentivazione e la tutela della mobilità alternativa all’automobile ed una riduzione delle vetture circolanti a vantaggio di una migliore fruibilità di tutti.
Occorre creare corsie preferenziali per i mezzi pubblici, aumentare e ricucire le piste ciclabili organizzandole in rete e superando la frammentazione, accrescere le ZTL e zone pedonali, creare isole ambientali anche fuori dal centro storico in zone dove è necessaria maggiore sicurezza, attivare sistemi di logistica per le merci per evitare l’inutile circolazione di mezzi pesanti ed inquinanti.
No a nuovi parcheggi in attuali aree verdi.
Il traffico è la fonte principale di inquinamento e va governato e non subito.
E’ necessario investire sulla mobilità collettiva ed alternativa all’automobile: servizi innovativi a chiamata, autobus piccoli ed ecologici nel centro e per gli orari non di punta, convenzioni con i tassisti, percorsi sicuri per le scuole, corsie preferenziali per i mezzi pubblici, , aumento delle ZTL, delle zone pedonali e, in particolare, delle “Zone 30”.
L’incremento dell’uso della bicicletta va aiutato con misure strutturali ed investimenti: aumenteremo e ricuciremo le piste ciclabili, costruiremo parcheggi protetti per le biciclette anche all’interno delle strutture pubbliche per favorire la mobilità ciclabile dei dipendenti, incentiveremo il servizio di noleggio automatico delle biciclette.
E’ necessario istituire “isole ambientali” anche fuori dal centro storico, in zone dove è necessaria maggiore sicurezza e nei quartieri le cui strade vanno sottratte al traffico parassitario di attraversamento.
Le politiche di mobilità sostenibile vanno rilanciate anche attraverso il consolidamento – ove esistano – delle funzioni del Mobility Manager e l’incentivazione di tali figure presso gli enti che (anche se obbligatorie per legge) non le hanno ancora previste (Ospedale, ad es.).
Strumenti di incentivazione a tale scopo possono essere introdotti nel bilancio comunale per favorirne la presenza anche presso enti/istituti privati così come si potranno sperimentare i Mobility Manager d’Area per il coordinamento della mobilità dei lavoratori di aziende private.
I cittadini chiedono più controlli e più sicurezza sulle strade: questo si raggiunge anche utilizzando risorse tecnologiche all’avanguardia, come Sirio ed i dissuasori anti velocità, che permettano una presenza più efficace e più distribuita sul territorio dei vigili urbani.
Bisogna superare l’opposizione pregiudiziale al progresso tecnologico nelle politiche della mobilità, sfruttando gli strumenti disponibili sia sul fronte dei controlli che su quello della progettazione urbanistica e stradale, per migliorare l’efficacia dei percorsi esistenti e garantirne la sicurezza.
L’insicurezza nelle strade non può essere considerata un costo inevitabile di questo modello di società.
E’ necessario porsi in un’ottica di riduzione della circolazione di mezzi pesanti ed inquinanti, attivando e potenziando sistemi di logistica per il trasporto merci e sistemi di distribuzione che permettano di accorciare la filiera, ridurre l’impatto sull’ambiente e ridurre i costi a vantaggio del consumatore finale.
Per poter gestire e coordinare tutte le politiche legate alla mobilità si deve recuperare l’ufficio unico del traffico, o trovare altri sistemi adeguati per evitare la separazione tra le politiche di programmazione e quelle di gestione, evitando così che chi pensa alla mobilità sia slegato da chi realizza il progetto esecutivo dei progetti ad essa legati.
Per incentivare il trasporto pubblico occorre aumentarne la velocità commerciale, differenziare gli orari di lavoro, attivare il progetto per sfruttare il biglietto unico per tutti i sistemi di mobilità collettiva della regione e per il noleggio delle biciclette, liberare le strade dalla mobilità pesante grazie ad un progetto di logistica delle merci.
Il sistema di noleggio delle biciclette va ripensato e reso concorrenziale agli altri sistemi di mobilità, e può costituire un supporto importante come collante dei mezzi di trasporto pubblico diversi (ferrovia e trasporto pubblico locale) e privato (come strumento di intermodalità a partire dai parcheggi di corona e di accesso alla città).
La condivisione delle autovetture (car sharing) e la condivisione dei percorsi (car pooling) può e deve essere aumentata sia come risposta all’aumento dei costi di trasporto privato sia come politica di riduzione dell’inquinamento, anche grazie a strumenti informatici che facilitino queste buone pratiche.
La Mobilità elettrica può allo stesso tempo ridurre l’inquinamento veicolare ed aumentare l’efficienza energetica degli spostamenti, garantendo anche un sistema di immagazzinamento di quanto prodotto dalle fonti rinnovabili. La città deve dotarsi di colonnine di ricarica ed attivare incentivi per l’acquisto di veicoli elettrici a basso consumo, evitando le storture dei grossi veicoli energivori con l’etichetta di facciata dell’elettrico.
L’innovazione tecnologica dei vettori per il trasporto di persone va sfruttata, attivando sperimentazioni e progetti su tutti i fronti di possibile risparmio energetico e diminuzione dell’inquinamento:
Nel settore delle opere pubbliche è necessario valorizzare e potenziare la manutenzione, diffondendo il concetto che la stessa permette di fruire completamente di ciò che è già stato realizzato, evitando la obsolescenza delle infrastrutture già esistenti ed inutili duplicazioni con conseguente spreco di risorse. Occorre assolutamente aborrire la pratica della realizzazione di infrastrutture od opere pubbliche inutili , con la sola ottica di sostegno ai settori economici, senza tenere conto del degrado ambientale provocato.
Studi multisettoriali hanno dimostrato che il nostro territorio potrebbe sfruttare maggiormente le infrastrutture esistenti per collegare i centri urbani sparsi della Romagna, invece di duplicare quelle esistenti allo scopo di creare pretesti per nuove urbanizzazioni.
Interventi infrastrutturali
Le infrastrutture che servono sono in larga parte esistenti e carenti di manutenzione. Quindi la priorità è la manutenzione. Occorre stabilire una serie di ambiti in cui intervenire strutturalmente nel corso del mandato amministrativo per attuare interventi di completamento e ricucitura delle viabilità non ancora completate, messa in sicurezza delle strade di scorrimento con interventi lineari che prevedano piste ciclopedonale e mitigazione della velocità negli abitati;
Le nuove infrastrutture, solo quelle necessarie, tutte quelle necessarie, devono discendere da programmi e studi definiti ad un adeguato livello territoriale, superando la fase della sommatoria di richieste e proposte effettuate senza adeguati supporti tecnici , scientifici e programmatori.l
In tale ottica occorre valutare ogni ipotesi di investimento in nuove infrastrutture o nel loro potenziamento in considerazione dell’ormai concluso completamento del sistema tangenziale e della opportunità consentita dalla attuale via Mattei che può consentire un terzo collegamento stradale fra Forlì e Cesena.
Il potenziamento della Cervese richiede anche la realizzazione di una pista ciclabile a lato della strada.
Aeroporto e scalo merci : si tratta di due infrastrutture esistenti per le quali il comune dovrà assumere l’importante e necessario ruolo di promotore e sostenitore dli interventi e sviluppo.
CULTURA
Apertura della Chiesa di San Domenico come spazio espositivo e di incontro. Attuare la demolizione del Parcheggio di Piazza Guido da Montefeltro.
A tale proposito è necessario rivedere il progetto sul parcheggio piazza guido da Montefeltro per renderlo coerente con il programma della amministrazione Balzani e con il piano particolareggiato approvato dalla stessa giunta quasi 2 anni fa , che prevedevano entrambi la demolizione di TUTTA quell’orrore.
Traguardare il recupero del palazzo del Merenda in Corso della Repubblica oggi pinacoteca/biblioteca non più rimandabile.
Individuare un PIANO DELLE RIQUALIFICAZIONI dei contenitori storici dismessi presenti nella città storica, e lungo il suo perimetro. Istituire un tavolo di confronto con le attuali proprietà pubbliche e non individuando poi di bandi aperti che portino idee e proposte compatibili con un corretto riutilizzo. Monastero della Ripa, deposito SITA, Eridania, ENEL, scuole Saffi, Foro Boario, Scalo Merci FS, Fornace Maceri Malta, Tiro a Segno, Rocca di Ravaldino e prossimo ex Carcere, Mercato Ortofrutticolo.
Sviluppare la conoscenza del territorio, della sua storia, delle vicende che ha vissuto, dei suoi elementi fisici e naturali costitutivi, recuperando la funzione dei musei, delle collezioni, delle biblioteche, delle mostre, sviluppando e sostenendo la ricerca e lo studio
Proponiamo il completamento del sistema museale forlivese, secondo il piano commissionato a A. Emiliani, facendo ritornare la nostra città un luogo davvero importante per la cultura .
Vogliamo che il Comune torni ad essere in prima persona il programmatore edelle attività culturali nella città, superando la sostanziale delega a soggetti esterni messa in atto.
Intendiamo superare il concetto che della “cultura” con la C maiuscola se ne occupi la Fondazione : anche il ruolo delle mostre dovrà essere integrato in un più ampio orizzonte che veda protagonistaa e non ssemplice fruitrice l’intera comunità forlivese e lka sua amministrazione.
Vogliamo sostenere la ricerca artistica, l’arte moderna, dando spazio alle espressioni artistichee presenti in città e realizzando confronti, mostre, esposizioni e anche laboratori aperti alle nuove esperienze.
NATURALISTI FORLIVESI
A Forlì vi sono alcune collezioni naturalistiche (ornitologiche, entomologiche, malacologiche) di proprietà comunale che vengono gestite da Associazioni Naturalisti,
di respiro romagnolo, raccolgono numerosissimi appassionati studiosi di scienze naturali sparsi sul territorio : intendiamo offrire a questi studiosi il supporto necessario perché continuino la loro meritoria attività che ha preso le mosse dal nostro eminente studioso Pietro Zanghei
Va infatti sottolineato il fatto che Forlì, o meglio la Romagna, possiede un’alta concentrazione di appassionati studiosi di varie branche della scienza naturali (entomologi, ornitologi, floristi, malacologi, mineralologi, paleontologi, ecc.) alcuni dei quali in grado di condurre studi di ottimo livello e spesso quotati specialisti a livello internazionale nei loro rispettivi settori. La maggior parte di loro possiede raccolte di materiali di grande valore scientifico e biblioteche ricche di volumi sugli argomenti suddetti, spesso difficilmente reperibili in ambito non universitario.E’ necessario, per una città di medie dimensioni come Forlì, priva di una struttura museale naturalistica (dopo l’occasione persa di trovare un luogo adatto per la raccolta Zangheri e quella della biblioteca del prof. Ruggieri) creare un centro studi cui i singoli ricercatori possano organizzare le loro raccolte naturalistiche e bibliografiche ed istituire mostre temporane
IL BENESSERE DEGLI ALTRI ANIMALI
Forlì ha saputo affrontare per tempo – anche e soprattutto grazie al contributo delle associazioni protezioniste – il dilagante problema del randagismo animale con l’avvio di politiche e strutture di servizio per la sua gestione.
Consapevoli che non basta ci impegniamo a rilanciare la nostra azione per prevenire e contrastare gli abbandoni sul territorio per favorire e consolidare una pacifica e serena convivenza uomo-animale. Già esistono regole che applicheremo e faremo rispettare con rigore (igiene urbana) connettendole ad una visione innovatrice per la fruizione di luoghi, parchi, esercizi pubblici.
Sarà evidente il salto di qualità verso politiche virtuose che – coinvolgendo l’associazionismo attivo anche attraverso formazione ad hoc – potranno produrre una sostanziale riduzione dei costi sostenuti oggi da tutti i cittadini per l’incivile comportamento di pochi, liberando così risorse importanti che saranno reinvestite nel benessere animale e, di conseguenza, della collettività.
Recupereremo rilanciandolo il ruolo di città capoluogo per il coordinamento dei comuni del nostro comprensorio cui garantiremo anche servizi appositamente organizzati con il necessario supporto dell’amministrazione provinciale e dell’Azienda Sanitaria Locale cui potrà essere affiancata la rete di sanità veterinaria privata.
Occorre aumentare le aree di sgambamento dei cani, migliorandone la qualità, e le aree verdi aperte all’accesso con animali, nella piena tutela della sicurezza di tutti e con controlli rigorosi e non occasionali per verificare il civile comportamento dei padroni.
Per quanto riguarda gli allevamenti e il trasporto di animali su territorio urbano, potremo attivare e promuovere azioni in stretta collaborazione col Servizio Veterinario e gli enti preposti per legge, per garantire il fermo rispetto delle regole vigenti per il benessere animale e, quindi, una maggiore sicurezza alimentare.
L’obiettivo di una serena e pacifica convivenza animale passa anche dalla corretta e costante informazione ai cittadini sui loro diritti (come detentori di animali) e sulle loro responsabilità verso la collettività per contrastare con determinazione l’abbandono – sempre più frequente purtroppo – di specie animali non domestiche e spesso aliene rispetto alla fauna propria del nostro territorio.
Vogliamo contrastare gli spettacoli di circhi che utilizzano animali, in quanto manifestazioni crudeli , avvilenti e incivili. In moltissimi circhi i poveri animali sono costretti crudelmente in spazi assai angusti, molto al di sotto di quelli previsti da una legge del tutto insufficiente: Tanto per cominciare vogliamo che preventivamente il Comune chieda e si faccia rilasciare la documentazione sul numero e dimensione delle gabbie, sul numero e specie degli animali, i loro piani alimentari e ogni altro elemento richiesto dalle norme CITES . Sappiamo che anche solo così facendo la maggior parte dei circhi con animali girerebbero alla larga dal forlìvese.
Inserimento nel capitolato d’appalto per la gestione delle mense scolastiche dell’alternativa vegetariana e l’acquisto solo di uova di galline allevate all’aperto o biologiche