L’assessore ai capannoni, è così che ha qualificato il suo mandato, se n’è uscito con un sorprendente comunicato sul Centro Storico, che abbiamo letto più volte nel tentativo di capire se, oltre alla propaganda ci fosse qualcosa di concreto.
Il tema Centro Storico è noto, la ricerca di soluzioni per bloccare la sua desertificazione sia abitativa sia produttiva e commerciale sono questioni che praticamente ogni giorno vengono dibattute non solo dagli addetti ai lavori ma soprattutto dai cittadini, con la crescente preoccupazione di un declino che sembra inarrestabile.
Negli anni in cui la cura della città è stata affidata al vicesindaco leghista abbiamo assistito al proliferare indiscriminato e inarrestabile dei capannoni per lo più commerciali, seguiti dall’avvio di numerose lottizzazioni residenziali.
Per il Centro Storico non è stata avviata né ideata nessuna iniziativa strategica e gli unici due interventi fatti hanno riguardato una modifica delle norme edilizie che consentono la demolizione e la ricostruzione gli edifici ritenuti di minor valore in centro storico, norma dannosa per la sicurezza antisismica e negativa per la identità storica, e la realizzazione di parcheggi per favorire traffico motorizzato privato, accrescendo congestione e inquinamento.
Che non ci sia nessuna idea sull’argomento è testimoniato dallo sconclusionato e disordinato elenco di inutili azioni di ogni tipo, ma nulla a che fare con una politica urbanistica che interrompa il declino e rivitalizzi la città storica.
Come bloccare la chiusura di altre attività commerciali, come riportare botteghe artigiane in centro, come promuovere concretamente il recupero di interi isolati rendendo sicuri gli edifici e bello l’abitarci, come avviare una politica di gestione delle trasformazioni e mostrare una capacità di indirizzo che solo una pianificazione lungimirante possono fornire è materia che sfugge all’intera giunta.
Non vediamo alcun fermento da parte di cittadini e imprenditori, fatta eccezione per le zone dell’autostrada, dove un nuovo cartello “Forlì” mostra lo spostamento del baricentro della città, e dell’ex Querzoli Ferretti.
Le affermazioni dell’assessore non sono suffragate da alcun numero, non ci sono dati, solo affermazioni che parlano di “segnali” che giungerebbero a lui e agli uffici, cioè solo chiacchiere e un po’ di propaganda.
L’urbanistica e la pianificazione sono delle discipline che non si improvvisano, richiedono studio, analisi, programmi, strumenti, calcoli e misure e una profonda conoscenza del territorio unita a quella delle strategie, delle politiche e della storia. Si reggono su dati quantitativi e obiettivi qualitativi, anch’essi misurabili e verificabili.
Non c’è nulla di tutto questo nel polpettone raccontato dal vicesindaco che in questi anni non ha saputo fare altro che continuare una deleteria politica di consumo di suolo per supermercati e centri commerciali che ha cercato, insieme con la maggioranza, di far digerire con musica, spettacoli, feste del liscio ed altri circenses.
Pensavamo che l’alluvione, le cui cause sono anche da ricercare nel dissennato consumo di suolo e nella sua inaccettabile impermeabilizzazione avesse insegnato qualcosa in materia di territorio, vediamo che non è così e si continua garruli a cercare di raccontarla.
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