Per l’amministrazione i beni culturali, qualunque sia la loro natura, non sono un qualcosa trattare con rispetto e attenzione. 

E’ stato così per i bassorilievi del Boifava, “ripuliti” con l’idropulitrice, con le facciate e gli elementi tutelati di Piazza Saffi per attaccarci con il fil di ferro luminarie e addobbi, è cosi ora con le antiche mura perimetrali della Ripa, trapanate per fissarci con tasselli fisher​tabelloni di una temporanea mostra fotografica.

Se l’intenzione è quella di riaccendere l’attenzione su parti di città abbandonate la realizzazione è pessima: pensiamo che anche in questo caso occorra segnalare l’accaduto alla Soprintendenza, trattandosi di un bene tutelato perché intervenga verificando l’intervento.

Tra l’altro nel merito fra una foto, un patrocinio, una citazione di don Giussani e un titolo improvvisato non si sa bene se i realizzatori della mostra vogliano candidarsi a qualche ruolo, sotto l’ala della Amministrazione, come già accaduto in altre circostanze.

Certo è che quanto esposto non mostra alcun approccio scientifico, né sono rilevabili studi o ricerche, solo proposte buttate là su un tema, quello del recupero della Ripa, che ha già dimostrato l’incapacità del Comune di gestirne l’attuazione secondo un piano generale mai predisposto. Col risultato che l’amministrazione è stata messa da parte, come è avvenuto, dal demanio che si progetta da solo il nuovo archivio. 

Tutti i giorni si sproloquia sulla candidatura a Forli come città capitale della cultura, non accorgendosi che si tratta di un ossimoro e che non bastano le chiacchiere per superare la carenza strutturale di luoghi per la cultura aperti e funzionanti.

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