la mensa dei poveri a Santa Maria del Fiore

la mensa dei poveri a Santa Maria del Fiore

 

La notizia della prossima chiusura della mensa dei poveri, istituita una trentina di anni fa a Santa Maria del Fiore da Padre Lazzaro ed ora gestita dalla Associazione San Francesco è davvero dolorosa e suscita grande preoccupazione.

 

Decine di famiglie perderebbero quel sostegno che la povertà crescente rende drammaticamente necessario, la mensa non riuscirebbe più ad assicurare un pasto caldo a tante persone in difficoltà e con tutto ciò la città perderebbe un presidio e un servizio tanto apprezzati quanto necessari.

 

Mancano i soldi affermano i responsabili della associazione .

 

Questo annuncio suona come un atto di accusa nei confronti di chi dovrebbe , per dovere statutari e istitutivo, sostenere iniziative come la mensa dei poveri, parliamo della Fondazione Cariforlì, che invece ci pare più interessata ad altro, soprattutto ad occuparsi di fare discutibili investimenti da cui discendano posti ben retribuiti in consigli di amministrazione per i propri vertici.

 

Grida vendetta infine il fatto che la Fondazione, invece di aiutare come dovrebbe la mensa dei poveri si impegna in assurde operazioni immobiliari , preferendo seppellire alcune milioni di euro sottoterra in un inutile parcheggio interrato a piazza Guido da Montefeltro da cui i forlivesi ricaveranno solo traffico e inquinamento in centro storico.

 

La Fondazione metta mano al portafoglio e stacchi un congruo assegno per consentire alla Associazione San Francesco di continuare la propria meritoria opera di soccorrere i più poveri assicurando loro un pasto caldo, farebbe un po’ di quel bene sacrificato alle troppe iniziative volte solo al profitto di pochi.

 

E’ appena il caso di notare che l’idea della operazione immobiliare sul parcheggio e le modalità di gestione e finanziamento sono state ideate dalla stessa società partecipata dalla Fondazione, la Sinloc spa,  proprio quella che aveva detto che erano praticamente risolti tutti i problemi di Sapro e che per l’aeroporto ci sarebbe stato un futuro radioso.

 

Restiamo speranzosi anche se le ultime notizie purtroppo ci dicono che la Fondazione non cambierà registro e continuerà ad operare nella continuità, ma di questo non potranno che rammaricarsi tutte quelle associazioni di volontariato che, per paura di perdere le briciole graziosamente elargite, hanno ritenuto di non alzare la propria voce per chiedere quel cambiamento che la società invoca in ogni ambito.

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