Il nuovo maxi allevamento di San Mauro Pascoli riapre purtroppo il problema degli allevamenti intensivi.

Non è sostenibile il continuo aumento del consumo di carne, e non è eticamente accettabile la vita di questi animali rinchiusi in gabbie delle dimensioni di un foglio per stampanti.

Siamo ovviamente contrari a questo nuovo allevamento e siamo vicini al comitato di cittadini che sta promuovendo la raccolta firme.

Siamo anche consapevoli che occorra aprire gli occhi e ridurre il nostro consumo di carne, che rappresenta anche un problema dal punto di vista della nostra salute, oltre che etico.

Gennaio è anche l’occasione del #Veganuary, una iniziativa nata per promuovere la dieta vegana attraverso una sfida: provando per un mese a cambiare alimentazione si può scoprire che è meno difficile di quello che si pensa.

Senza una riduzione dei nostri consumi purtroppo sarà inevitabile vedere crescere le richieste di nuovi maxi allevamenti intensivi, con tutti i problemi che portano anche al territorio ed alle altre attività che su questo insistono.

Qui trovi la petizione:

https://www.change.org/p/stefano-bonaccini-stop-allevamenti-intensivi

Questa l’interrogazione presentata da Europa Verde in Regione:

Premesso che

● nel febbraio dell’anno scorso è stata presentata un’istanza di avvio del procedimento unico di Valutazione di Impatto Ambientale, ai sensi del Capo III della L.R. 4/2018, relativa ad un progetto di demolizione e ricostruzione di fabbricati destinati all’allevamento avicolo nel Comune di San Mauro Pascoli, Provincia di Forlì-Cesena;

● il progetto prevede la riqualificazione dell’intero allevamento mediante la demolizione e ricostruzione dei fabbricati e relativi servizi per l’allevamento capi di specie avicola (pollo, galletti, gallo, cappone, faraona e pollastra);

● secondo quanto riportano da alcuni media locali, l’impianto comporterebbe la costruzione di un impianto di grandi dimensioni (15000 MQ di capannoni) con una produzione di oltre 1.500.000 polli all’anno, con addirittura possibilità di aumento qualora il mercato lo richiedesse.

Premesso inoltre che

● in risposta alle notizie diffuse sul progetto è sorto nella zona il comitato di cittadini “Lasciateci respirare San Mauro Pascoli stop allevamenti intesivi”, il quale, come se ne deduce dalla denominazione, è fortemente contrario all’impianto perché teme, come è successo in altre zone d’Italia, che possa innescare una serie di problematiche: inquinamento atmosferico, odori nauseabondi, aumento esagerato di traffico veicolare (soprattutto camion) e la conseguente svalutazione degli immobili nelle zone adiacenti;

● tali problematiche, in particolare quelle relative all’inquinamento atmosferico, contribuirebbero ad aggravare una situazione già critica: nello Studio di Impatto Ambientale (SIA) allegato all’istanza di avvio del procedimento unico di VIA si legge infatti:

“L’allevamento ricade in un’area dove i superamenti dei limiti normativi per le polveri sottili non vengono rispettati in quanto nel 2017 si sono verificati 39 superamenti del limite di 50 μg/m3 contro i 35 di riferimento.”

● un allevamento di questa tipologia produce, oltre alle polveri, anche ammoniaca (NH3) e metano (CH4), come riportato nel succitato SIA:

“Con l’allevamento di polli da carne dalla fase di stabulazione vengono emesse 22,022 ton/anno di NH3. Nella fase di distribuzione della frazione liquida vengono emesse 2,1 ton/anno di NH3. Dalla fase di stoccaggio si ha una emissione pari a 7,8 ton/anno di CH4.”;

● in forza delle suddette problematiche, il Comitato civico di San Mauro Pascoli ha inviato al Sindaco, alla Provincia, al Presidente Bonaccini e ai componenti della Giunta Regionale una missiva in data 20/11/2020 contenente una serie di osservazioni al progetto. In tale comunicazione viene inoltre sollevata una questione cruciale, da verificare, ovvero se l’istanza presentata dal proponente parta da un presupposto che non corrisponderebbe alla realtà, ovvero che l’allevamento sia in attività, mentre al comitato risulterebbe essere in stato di abbandono da almeno 30 anni.

Evidenziato che

● gli ultimi rapporti di Arpae sulla qualità dell’aria nella nostra regione (anni 2018-2019) evidenziano che proprio la sostanza ammoniaca (NH3), in quanto precursore di particolato secondario, è uno tra gli inquinanti più critici assieme a polveri sottili (PM), ozono e ossidi di azoto;

● i suddetti rapporti indicano inoltre come la sostanza ammoniaca presente nell’aria che respiriamo derivi dalle pratiche agricole e dalla zootecnia per una percentuale calcolata addirittura nell’ordine del 98% del totale (il 71% a carico della gestione dei reflui);

● anche l’ultimo report di Ispra conferma quanto dichiarato nei report di Arpae ossia che gli allevamenti rientrano tra le attività più inquinanti (responsabili, assieme al riscaldamento, del 54% del PM2,5 in Italia) e che, analizzando la serie storica del PM2,5 dal 1990 al 2018 (vedi figura di seguito riportata), la percentuale del contributo di dette fonti di emissione non è mai diminuita, anzi è passata dal 7% al 17%;

● De Lauretis, responsabile dell’area emissioni e prevenzione dell’inquinamento atmosferico di Ispra, ha affermato che:

o “I Comuni dovrebbero stabilire qual è il numero massimo di allevamenti e capi allevati che è possibile avere sul loro territorio, perché altrimenti i danni si ripercuotono sui cittadini”.

Posto che

● è urgente e necessario migliorare la qualità dell’aria, dando peraltro piena attuazione agli obiettivi attesi con il Piano Aria Integrato Regionale (PAIR 2020), che ricordiamo essere:

o “ridurre le emissioni degli inquinanti più critici nel territorio regionale;

o “diminuire dal 64% all’1% la popolazione esposta alle conseguenze del superamento del valore limite del PM10.”

TUTTO CIÒ PREMESSO

INTERROGA LA GIUNTA REGIONALE PER SAPERE

● se siano state fornite risposte esaustive alle osservazioni sollevate dal comitato civico “Lasciateci respirare San Mauro Pascoli stop allevamenti intesivi”, e quale ne sia il contenuto; in particolare se l’impianto oggetto di questa interrogazione sorga su un’area in stato di abbandono da 30 anni o, al contrario, come sviluppo di un’attività in corso;

● quale siano le conclusioni a cui si è giunti nella seduta conclusiva della Conferenza di servizi svoltasi il 15 settembre 2020 e quale siano le ragioni per le quali non siano state ancora pubblicate nella sezione Valutazioni Ambientali del portale della Regione Emilia-Romagna e se corrisponda al vero che il Comune limitrofo di Bellaria-Igea Marina non sia stato invitato a partecipare a detta Conferenza, come asserito dal Sindaco Filippo Giorgetti sulla sua pagina Facebook;

● più in generale, se condivida la necessità che i Comuni della nostra Regione possano stabilire il numero massimo di allevamenti e capi allevati che è ambientalmente possibile ospitare sul loro territorio come auspicato dal responsabile dell’area emissioni e prevenzione dell’inquinamento atmosferico di Ispra;

● se non ritenga opportuno che le politiche regionali vadano verso allevamenti di medio-piccole dimensioni, quindi più sostenibili per l’ambiente in cui insistono e sicuramente meglio tollerate dalle popolazioni ivi presenti, e dotati delle migliori tecniche disponibili oggi di riduzione degli inquinanti, al fine di raggiungere gli obiettivi attesi con il PAIR 2020 e in linea con le risorse aggiuntive che sono state messe a disposizione con il recente progetto di legge “Ulteriori iniziative urgenti nel settore agricolo e misure di semplificazione” relativamente alla Misura 4.1.04 “Investimenti per la riduzione di gas serra e ammoniaca”.

La Capogruppo

Silvia Zamboni