In Italia ci sono ancora 8 allevamenti di visoni ancora attivi, di cui uno a Ravenna ed uno a Galeata, nella nostra Provincia.

Il problema è riemerso per l’opinione pubblica dopo quanto successo in Danimarca, che procederà all’uccisione di 17 milioni di animali a causa del rischio di trasmissione di una variante più aggressiva di Covid. 

Occorre quindi immediatamente verificare che questi allevamenti rispettino tutte le condizioni necessarie per la salute degli animali e dei lavoratori. 

Ma il problema di base rimane: non è possibile che ancora oggi si possano sfruttare gli altri animali per utilizzarne la loro pelliccia, ammassare migliaia di esseri viventi in quelle condizioni di vita solo ragioni estetiche, tra l’altro ormai in maniera completamente superflua grazie alle alternative sintetiche.

Abbiamo apprezzato che anche il Movimento 5 Stelle si sia accodato alla richiesta nostra e delle associazioni animaliste di chiudere gli allevamenti di visoni, ma non capiamo come mai essendo al Governo del Paese ed avendo espresso il Presidente del Consiglio non abbiano ancora deciso di emanare una legge che ne ordini la chiusura, come già avvenuto in altre realtà europee, accompagnando economicamente gli operatori coinvolti alla transizione su altre attività.

Il momento, seppur tardivo, è giusto ed avranno il nostro sostegno.

Ovviamente va rigettata ogni ipotesi di abbattimento massivo o rilascio in natura degli animali nati in cattività, ma sarà necessario trovare loro una collocazione idonea.

Questo ragionamento non vale però solo per gli allevamenti italiani, ma a maggior ragione andrebbe applicato all’importazione di pellicce dall’estero, che è ancora più problematica a causa delle gestioni ancora meno controllate nei paesi di provenienza usuali, Cina in primis.

Smettiamola, siamo già in ritardo, ma è meglio farlo oggi che rimandare ancora.

Alessandro Ronchi, portavoce provinciale 
Europa Verde Forlì-Cesena

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