E’ normale che la consueta intervista di inizio anno del sindaco di turno sia generalmente volta a magnificare la propria attività, ma le ultime amplissime dichiarazioni di  Zattini sono sorprendenti per non dire spudorate.

Racconta di una realtà che non c’è, non affrontando i veri problemi che vedono purtroppo questa città avviata verso un inesorabile declino che è sbagliato nascondere sotto lustrini o progetti ideati da altri, resi possibile da una massa di denaro, il Pnrr, mai vista in precedenza e irripetibile.

Forlì ha perso il ruolo che le spetterebbe a livello regionale, nella Romagna e anche tra i comuni del circondario, e ciò è stato aggravato dalla volontà di isolamento di questa giunta.

Non c’è progettualità nè pianificazione nel riempire di funzioni i vecchi contenitori della città,  fra l’altro attingendo a idee altrui come nel caso della Ripa o del quarto lato del secondo chiostro del San Domenico o completando progetti già avviati e finanziati come nel caso dell’ex Santarelli, dell’ex Gil, soprattutto non facendo i conti con la futura gestione e i suoi costi, nè vi è buona amministrazione nello smantellamento di musei perfettamente funzionanti come il palazzo Romagnoli, per metterci temporaneamente parte della biblioteca e senza sapere cosa farne dopo.

Due delle operazioni che sindaco vanta, gli squallidi appartamenti all’ex Universal e il futuro studentato ( perché d’elite ? ) all’ex hotel della città non sono certo frutto di elaborazioni della giunta quanto idee concretizzate dalla fondazione Cassa di Risparmio, che sempre più si rivela come vero centro decisionale della città.

Se l’isolamento e l’assenza di progettualità sono gli elementi distintivi di questo quinquennio, la drammatica alluvione ha messo ancor più in evidenza i limiti di questa amministrazione e del suo sindaco, incapaci di farvi fronte e di instaurare un rapporto coi cittadini che ancora oggi subiscono le conseguenze della alluvione.

Non ci saremo mai trovati a dover essere amministrati da tanta pochezza se chi li ha preceduti non avesse compiuto errori gravi di cui siamo consapevoli e che abbiamo contrastato, a cominciare dalla inarrestabile distesa di capannoni commerciali la cui realizzazione, attuata da Zattini, in assenza di una qualunque buon criterio urbanistico si sta rivelando una disordinata giungla edilizia e viabilistica che ci fa rimpiangere le vecchie e ordinate zone industriali.

E’ ignorata del tutto la questione abitativa rappresentata da una parte da migliaia di appartamenti vuoti, mentre centinaia di famiglie hanno l’esigenza di un alloggio. Gestire questi temi richiede un lavoro quotidiano, attento, competente, faticoso, strategie e ricerche di finanziamenti dedicati.

Occorreva per prima cosa essere accanto ai nostri concittadini, accompagnandoli, sostenendoli e agevolandoli nella ricostruzione delle loro case e attività, tenendo con tutti loro uno stretto rapporto che questa amministrazione non ha saputo offrire.

E’ venuto il tempo di fare di Forlì la città moderna sul modello delle più avanzate città europee, dandole qualità, seppellendo per sempre la pacchianeria costosa e dequalificante, unica risposta  della amministrazione alle esigenze del centro storico, abbandonato  un degrado che va arrestato, impegnandosi a restaurare edifici, a riportarvi abitanti, a far crescere commercio e attività artigianali, puntando sulla bellezza, la qualità e unicità dei luoghi.

E’ diverso dalle inutili e dannose scorciatoie costituite dalla possibilità di demolire gli edifici storici ed è diverso dal tagliare nastri o montare improbabili accrocchi per farsi selfie su una costosa e inutile rappresentazione  un inesistente  “ miglio bianco”.

Improbabili e pericolose corsie colorate non hanno assicurato sicurezza ai ciclisti mentre un proliferare di inutili parcheggi generatori di traffico ha reso sempre più congestionato il traffico contro il quale non la giunta non è stata capaci neppure di copiare il sistema di navette messo in atto da anni dalle città vicine.

L’obiettivo di fare di Forlì una città sicura si è concretizzato in divieti e in una concezione da sceriffi con tanto di ridicole iniziative come l’applicazione Falco, e i risultati negativi sono sotto gli occhi di tutti, ignorando che una reale sicurezza  ha come  fondamenta la partecipazione, il coinvolgimento e la  prevenzione, rendendo i giovani e le persone di altre etnie partecipi della nostra comunità, includendoli, consapevoli che i metodi esclusivamente repressivi  non sono utili a determinare comportamenti virtuosi nè a costruire comunità.

A differenza di Zattini noi Verdi pensiamo che si debba prioritariamente arrestare il declino che sta impoverendo il territorio,  diventato un enorme supermercato, sommerso da centinaia di ettari di capannoni riportando al centro della attenzione le esigenze dei cittadini e non quelle degli immobiliaristi, ripristinando collaborazione, solidarietà, coordinamento e programmazione comune.

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