È quanto sostiene Sauro Turroni, di ritorno dalla missione in Ladak dove si è recato per la realizzazione del progetto “Water for children” proposto dalla associazione Italian – amala in favore dei bimbi tibetani profughi dal loro paese e accolti nei T.C.V., tibetan children village.
“In questi giorni si fa un gran discutere a proposito di ciò che dovrebbero fare gli atleti o i governanti in occasione delle olimpiadi per manifestare contro la negazione dei diritti umani, contro l’invasione e per il genocidio culturale in Tibet, tutte cose importantissime che però non devono far dimenticare che è possibile fare qualcosa di concreto in favore di un popolo espropriato dei suoi più elementari diritti – ha dichiarato Turroni – e che tutti possono fare la loro parte, concretamente.
“Insieme con due geologi di una grande impresa del nostro territorio abbiamo compiuto un importante lavoro che ci consentirà di redigere un progetto per un nuovo sistema di approvvigionamento e di distribuzione di una risorsa, l’acqua, che incredibilmente, appare assai scarsa in quella zona della regione Himalaiana dove sorge il T.C.V. di Choglamsar “.
Nella regione le precipitazioni sia piovose sia nevose sono assai scarse e al villaggio che ospita circa 2000 bambini in parte orfani in parte rifugiati in inverno, a meno 35° , funzionano solo 3 o 4 rubinetti con gravi problemi per l’intera comunità. D’estate l’acqua è più scarsa e necessita di costosi impianti di pompaggio mentre la rete di distribuzione, assai precaria, è in continuo rifacimento a causa delle rotture.
“abbiamo consegnato ad Italian –amala un rapporto molto dettagliato della situazione. E’ stata decisa una nuova missione per redigere un rilievo planialtimetrico della zona e per questo la Regione Emilia Romagna ha accolto la proposta della associazione di inviare due suoi esperti a compiere il rilievo topografico del villaggio e delle zone di approvvigionamento idrico.
A fine mese quindi Fausto Pardolesi e Duilio Gregari, del servizio tecnico del bacino dei fiumi romagnoli, partiranno alla volta del Ladak per effettuare la seconda trance del lavoro.
L’associazione Italian – amala ( amala significa mamma in tibetano ) sostiene l’azione di Jetsun Pema , sorella del Dalai Lama, che gestisce i numerosi T.C.V. posti nel nord dell’India e nei quali, grazie al sostegno degli “sponsor” i bambini vengono accolti , accuditi, inviati a scuola, educati secondo la cultura, la lingua e la religione del popolo tibetano.
2 commenti
fausto pardolesi · 3 Settembre 2008 alle 9:34 am
One word, one dream: free Tibet.
Le olimpiadi sono ormai passate e con loro si allontana dalle prime pagine il Tibet e la tragedia del suo popolo oppresso dall’occupazione operata dalla fine degli anni 50 dall’esercito cinese.
Quando alcune settimane addietro sono stato contattato dall’amico Sauro Turroni per collaborare al progetto Water For Children per fornire acqua potabile e realizzare fognature nel villaggio del nord dell’India che ospita alle falde del massiccio dell’Imalaia oltre duemila bambini profughi dal Tibet ho subito aderito perché penso, che aldilà delle polemiche su boicottaggi e privazione dei diritti civili, sia importante fare qualcosa di utile subito.
Il progetto promosso dall’Associazione italiana Italian Amala vede come partner la Facoltà di Ingegneria di Bologna, la società Drillmec SpA, la Regione Emilia Romagna, lo studio Farina di Rimini.
Indispensabili per la redazione di un progetto esecutivo che tenga conto di dislivelli e distanze le più precise possibile.
Così che mi ritrovo a partire per questa sperduta regione dell’India, il Ladakh e la sua capitale Leh dove sorge il Tibetian Children Village di Choglamshar. Con il collega Gregori faremo una campagna di rilievi topografici dell’intero villaggio estesi alle fonti di approvvigionamento di acqua più vicine: un pozzo, una piccola sorgente, il fiume Indo. Prelievo di campioni di acqua per analisi di qualità.
I problemi da superare sono la fragilità delle reti che con le gelate (- 35) ad oltre 3500 metri di quota fanno saltare gli impianti ad ogni inverno, incremento dei punti di prelievo dell’acqua ora pochissimi ed esterni da portare all’interno di ogni fabbricato, realizzazione di un corretto trattamento dei reflui, sostituzione delle vecchie pompe a diesel con più economiche e sostenibili energie rinnovabili.
Il progetto di massima si articola in tre fasi:
• realizzazione della captazione, accumulo, trattamento e distribuzione in ogni fabbricato di acqua;
• Realizzazione di servizi igienici, rete fognaria e impianto di fito depurazione con sub irrigazione del terreno dei reflui provenienti da ogni fabbricato del villaggio;
• Realizzazione di una centrale eolica per l’autosufficienza energetica per il sollevamento dell’acqua.
Ovviamente questo viaggio comporta il convincimento di fare qualcosa di utile che potrà essere tale solo se si troveranno i fondi per l’intera concretizzazione del progetto. Anche su questo versante ci si muove ma i costi sono consistenti.
Per parte sua la Regione Emilia Romagna ed in particolare il Servizio Tecnico Bacino Fiumi Romagnoli mettono a disposizione una parte del supporto tecnico, un piccolo ma significativo gesto.
Fausto Pardolesi
fausto pardolesi · 3 Settembre 2008 alle 9:37 am
leggendo in questi giorni una autobiografia del Dalai Lama, sua santità, chiude dichiarando che l’unico partito per cui simpatizza e per cui voterebbe, se mai fosse chiamato a votare sarebbe un partito ambientalista che difenda il pianeta dalla miopia dei suoi abitanti.
vista l’aria che tira
buona fortuna “vecchio” Lama
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