ANCORA CAPANNONI, VARIANTI E CONSUMO DEL TERRITORIO. E’ QUESTA LA “NUOVA URBANISTICA“ DEL COMUNE ?
Mentre a Forlì si fanno chiacchere sul consumo del territorio, sulla necessità di fermare le nuove edificazioni, si continuano le politiche del passato, fatte di capannoni, di varianti per trasformare terreni agricoli in aree edificabili, di ulteriori colate di cemento.
I protagonisti sono sempre quelli così come è sempre uguale lo squallore delle cose che vengono costruite.
Nel bel mezzo dell’ insediamento residenziale dell’ex Mangelli , su cui da tempo è accesa la discussione se sia più simile agli insediamenti dell’ex Unione Sovietica o invece rispecchi lo stile dell’ex Germania Est , è sorto all’improvviso un nuovo capannone prefabbricato, stile zona industriale, a ridosso della palazzina EX Mangelli, prossimo alla ciminiera, attorno alla quale è stata realizzata una piazza in cotto con tanto di decorazione a stella e il derelitto centro commerciale in perfetto stile da paese del socialismo reale.
Nello stesso tempo, in adiacenza alla tangenziale in via Bengasi è stato appena inaugurato un altro centro commerciale, che non si può certamente dire sia di squisita fattura, che ha consumato altri migliaia di metri quadri di terreno agricolo mentre in adiacenza sorgono capannoni abbandonati da decenni.
Un mesetto fa poi il nuovo POC, invece di favorire il riuso dei tanti capannoni esistenti ha previsto nuovi capannoni commerciali in adiacenza all’Iper, così, tanto per infliggere un’ulteriore mazzata al commercio in centro storico.
E’ infine noto come stia per concretizzarsi , con una variante al POC, attraverso lo
sportello unico delle imprese, la trasformazione di un’area agricola in zona produttiva per consentire la costruzione di circa 20.000 mq di capannone per la logistica della Conad, vicino alla loro attuale sede.
Magari accanto a questi insediamenti verranno poi realizzati parcheggi che serviranno solo a loro mentre il loro costo e la loro gestione e manutenzione saranno accollate al pubblico come è accaduto per quelli dell’ex Bartoletti o della Querzoli Ferretti.
E’ questa la cura “omeopatica “ citata dall’assessore in ogni circostanza ? ci pare piuttosto al contrario la solita colata di cemento senza alcuna qualità, di cui non c’è affatto bisogno, mentre il territorio è pieno di capannoni inutilizzati a causa della crisi.