Da qualche settimana è ripartito il tam tam delle organizzazioni del commercio a cui si sono aggiunti la presidente del comitato Forlì nel Cuore, la Camera di Commercio e altri esponenti politici che rilanciano la proposta dei parcheggi nell’isola pedonale aperta al traffico delle auto private, arrivando a proporre di rimettere le auto in piazza Saffi, come negli anni 60, allo scopo di rianimare il commercio, la vita sociale.
La visione di tutti costoro è assai limitata e parziale, non comprendendo che la crisi della città e del commercio non derivano dall’assenza di auto in centro, bensì dal suo contrario, da strade mai adeguate alle nuove esigenze e dal fatto che negli anni non c’è stata nessuna politica per far diventare il centro della città un luogo attraente per passeggiare, socializzare, fare acquisti.
Costoro non hanno aperto bocca quando si consentiva l’espulsione dal centro delle attività commerciali e del piccolo artigianato per favorire l’espansione delle banche e la cacciata degli abitanti per favorire la trasformazione delle abitazioni in uffici, non hanno reagito quando la Fondazione cacciava i negozi sotto la sua sede o la Cassa dei Risparmi desertificava parte del corso della Repubblica e vie adiacenti, non hanno contrastato l’apertura dell’ipermercato e ora tacciono per la decina di nuove espansioni commerciali verso l’autostrada previste dal POC.
Mentre Forlì è strapiena di parcheggi e ogni strada e piazza sono sacrificate alle auto ( Si arriva e si posteggia davanti al Duomo, a fianco del campanile di San Mercuriale, in Piazza XX settembre, nella piazza delle erbe, nella piazza del Carmine, nella Piazza Dante, nelle piazze Morgagni e Solieri, in piazza Guido da Montefeltro ) si prevedono altri parcheggi senza andare troppo per il sottile : ad esempio nel Campus Universitario nell’ex Morgagni si prevede l’abbattimento di alberature storiche per mettere altre mecchine.
Tutti i Corsi principali portano il traffico verso il centro fino a poche decine di metri dalla piazza, su tutti è consentito il parcheggio su un lato. Tantissimi ancora sono i parcheggi a corona distribuiti lungo la cerchia dei viali di circonvallazione.
I dati che del piano del traffico mostrano come non ci sia alcun problema di parcheggi in centro mentre la parte di città storica sottratta alla libera circolazione delle auto è di dimensioni più ridotte di quando venne istituita 40 anni fa.
Con la solita insipienza l’amministrazione comunale, che negli anni nulla ha fatto per cercare di superare i decennali ritardi, è orientata a liberalizzare il parcheggio in centro eliminando la tariffa della sosta tutti i pomeriggi; ciò non porterà benefici di alcun tipo, anzi accrescerà il traffico alla ricerca di parcheggi liberi per effetto della diminuzione della rotazione, con la conseguente crescita dell’inquinamento lungo le vie e a farne le spese saranno i pedoni che soprattutto sotto i portici si troveranno in una vera e propria camera a gas.
I Verdi ritengono che si debba mettere in atto una nuova politica per il centro storico, che riguardi tutti gli aspetti per una sua rinascita, che risolva come nelle moderne città i problemi di accessibilità e di mobilità, restituendo nelle vie e nelle piazze lo spazio alle persone, ai giovani, creando luoghi di aggregazione, garantendo sicurezza alle bici ed ai pedoni.
Pensiamo che debba essere messa in atto una azione per disincentivare le presenza delle Banche e degli uffici, prevedendo la loro collocazione in altri luoghi della città più facilmente accessibili.
Riteniamo che debba essere avviata, finalmente, una azione per il restauro e la riqualificazione, degli edifici residenziali del centro storico, attuata in molte città vicine e che invece a Forlì è stata bloccata dalla volontà di favorire le espansioni immobiliari e dall’incapacità di comprendere che il recupero di una città è l’azione principale se si vuole conservare l’identità e la coesione di una comunità.
Va sostenuta la vivace esperienza di via Giorgio Regnoli, dove sono ripartite nuove iniziative commerciali e di aggregazione, limitando il traffico nella strada e agevolandone la fruizione, prendendolo come esempio per contaminare altre parti della città.
Verifichiamo però con rammarico che non c’è nessuna lungimiranza, che non si fa nulla di tutto questo, che si rende gratuito il parcheggio in centro, si continuano a realizzare nuovi centri commerciali, si propone l’ autostrada di 12 km con casello a Forlì zona industriale e uno Pieve sistina di Cesena, camuffandola da via Emilia bis per collegarla alla nuova Autostrada Orte-Cesena-Mestre, senza capire che questo modello di sviluppo è obsoleto ed è lo stesso che negli anni ci ha portato alla grave situazione economica e sociale attuale..
Le ricette che in questi giorni taluni avanzano puzzano di naftalina, non sono in grado di sollevare nessuno dalla crisi e dimostrano una totale povertà di idee e di iniziative.
Così non si va da nessuna parte.
Per quanto riguarda la mobilità infine non ci resta che riproporre il contenuto del referendum consultivo del 2008 nel quale si disegnava una città che guardava al futuro nella quale erano privilegiati i pedoni, le biciclette, con efficienti navette di trasporto pubblico, con particolare attenzione alla riqualificazione delle vie commerciali anche del Centro, dei tratti adiacenti le scuole, e delle zone residenziali per favorire la sicurezza dell’utenza debole e la riduzione dell’inquinamento acustico ed atmosferico.
Siamo più che mai lontani da questi obbiettivi ma la strada da imboccare, oggi più che mai resta solo questa.