Finalmente è giunta la bocciatura da parte della Commissione comunale della operazione immobiliare proposta dalla Fondazione volta a realizzare un un inutile parcheggio interrato a piazza Guido da Montefeltro a soli fini speculativi : era ora !
L’operazione, proposta dalla Fondazione, che ha avuto come conseguenza un bando pubblico emesso dal Comune al quale ha partecipato una sola ATI ( associazione temporanea di imprese ) costituita da una impresa del mondo cooperativo e dalla società strumentale della Fondazione stessa, Civita spa, era molto dubbia anche sotto il profilo della legittimità.
Infatti l’operazione, così come era stata ideata e messa poi in atto, poteva apparire come un tentativo di affidamento diretto ad una impresa di un’opera pubblica, facendo nei fatti desistere ogni altra impresa proprio attraverso la partecipazione diretta al bando di chi si era inventato la proposta e ne aveva determinato caratteristiche, modalità e tempi di gestione, oneri per il comune e importo delle altre opere da finanziare ecc. Sapendo della partecipazione di Civita chi altro si sarebbe avventurato a partecipare ad una siffatta gara ?
E’ appena il caso di notare che l’idea della operazione immobiliare sul parcheggio e le modalità di gestione e finanziamento sono state ideate da un’altra società partecipata dalla Fondazione, la Sinloc spa ( proprio quella che aveva detto che erano praticamente risolti tutti i problemi di Sapro e che per l’aeroporto ci sarebbe stato un futuro radioso ).
Con la scusa di demolire gli obbrobriosi parcheggio e barcaccia che hanno devastato un’ampia parte del centro storico di Forlì, cosa chi i Verdi chiedono da oltre 30 anni, si pretendeva la privatizzazione di un pezzo di città per cedere a privati dei nuovi parcheggi interrati, che insieme a quelli pubblici avrebbero costituito per almeno 50 anni una fonte di traffico motorizzato, pregiudicando qualsiasi futuro intervento volto a ridurre l’inquinamento nella città storica.
Occorre certamente liberare la città dal parcheggio Sacripanti ma la decisione, concordata con la Fondazione, assurta ormai ad un ruolo di governo della città che non le è proprio, va invece ribaltata: si individui una soluzione temporanea che non comprometta il futuro, che risponda, se non si è in grado di fare altro, alle esigenze di oggi, che costi poco e che possa essere facilmente riconsiderata, rimossa e trasformata in seguito alla individuazione di obiettivi più avanzati.
Per questo i Verdi propongono che il Comune, con i propri soldi, demolisca interamente il parcheggio e la c.d. barcaccia e realizzi sulla metà dell’area verso nord un giardino che recuperi il disegno degli orti del convento mentre sulla metà dell’area verso via Andrelini faccia un temporaneo e poco invasivo e poco costoso parcheggio a raso, destinato si spera ad essere sostituito anch’esso dalla restante parte del giardino non appena saranno mature le condizioni.
E la Fondazione, in applicazione dei propri doveri statutari e istitutivi, sostenga altre opere, comprese quelle di carità, invece di mostrarsi più interessata ad altro, soprattutto ad occuparsi di fare discutibili investimenti preferendo seppellire alcune milioni di euro sottoterra in un inutile parcheggio interrato a piazza Guido da Montefeltro da cui i forlivesi ricaveranno solo traffico e inquinamento in centro storico.