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Sig. Sindaco Lei lamenta la solitudine ma dobbiamo dirle che l’ha pervicacemente cercata e coltivata non avendo voluto costituire fra tutti i suoi sostenitori un luogo politico nel quale fosse possibile avanzare proposte, in cui fosse possibile la discussione e il confronto.

Siamo stati parte di questa liquefatta maggioranza che governa la città di Forlì ma non volendo rinunciare ad avanzare idee e proposte le affidiamo ad una lettera aperta rivolta sia al Sindaco sia ai Cittadini con la quale vogliamo dare, ancora una volta, il nostro contributo sui temi della mobilità sostenibile di cui si parla in questi giorni.

Leggiamo di nuovi investimenti lungo via Cervese.
Sembrerebbe per allargarla nella sede attuale, mantenendo, per l’attraversamento dei centri abitati, l’attuale tracciato.
E’ quindi è del tutto inutile se non addirittura controproducente aumentare la velocità del transito allargando la sede stradale con corsie più ampie.

Gli interventi sulla Cervese dovrebbero avere come obiettivo un maggiore livello di sicurezza per i residenti e non una maggiore velocità delle auto e dei camion, secondo gli abituali progetti della Provincia, costretta (?) poi a intervenire con autovelox e rotonde per evitare che le strade si trasformino in piste.

Quindi proponiamo che il progetto abbai come obiettivo la messa in sicurezza della strada secondo standard europei e non l’usuale allargamento delle carreggiate e il raddrizzamento di qualche curva, perché deve essere fatto ogni sforzo per garantire sicurezza alle persone e non maggiore velocità ai mezzi motorizzati.

Proponiamo che la Cervese sia dotata di piste ciclopedonali, su almeno un lato fuori dei centri abitati, su entrambi i lati all’interno degli abitati che da Forlì al confine con Ravenna sono 5 (Bagnolo, Carpinello, Pieve Quinta, Caserma, Casemurate), pronta a congiungersi con quella in corso di reaklizzazione in Comune di Ravenna a Castiglione.

Leggiamo anche che il comune propone nuovi percorsi ciclabili dedicati urbani. Tutto il centro dovrebbe essere una zona a velocità moderata, tutte le strada dovrebbero essere aperte alle bici, consentendo ai ciclisti di utilizzarle nei 2 sensi di marcia.

Tracciare piste ciclabili nei principali corsi, quelli in cui malauguratamente si consente l’accesso al centro, è una soluzione che, sic stntibus rebus, possiamo condividere ma accanto a questaproponiamo che siano individuati tracciati nei quali il transito sia riservato alle bici e nei quali la presenza delle auto sia fortemente limitata se non esclusa.

Infine intendiamo sottolineare la necessità , ormai inderogabile a 30 anni dal primo piano delle piste ciclabili della città, di costruire finalmente una rete sicura di piste, non tanti spezzoni scollegati, che consenta gli spostamenti da luogo a luogo, mettendo in collegamento i diversi punti di interesse della città a cominciare dalle scuole e dai luoghi di lavoro.

E’ infine necessario ogni sforzo per cercare di individuare percorsi alternativi e diversi dalle attuali sedi viarie privilegiando percorsi sicuri in zone dove sono del tutto assenti.

A titolo di esempio possiamo proporre alcune soluzioni a costo bassissimo che sfrutterebbero alcuni spazi già pubblici per collegare diverse parti di città:
1– i giardini pubblici fra le piazza della Vittoria e Kennedy; su un lato potrebbe essere previsto un percorso dedicato al transito delle bici;

2 – il lastrico della galleria della nuova tangenziale, fra cimitero monumentale su via Ravegnana e via Gramsci; è una buona occasione per realizzare zone verdi e una pista ciclabile lungo questo spazio ora recuperabile.

3 – area in gran parte incolta lungo lo scolo Cerchia per collegare le zone residenziali alla zona industriale.

Questo nostro contributo, l’ennesimo che sottoponiamo alla Sua attenzione, è fatto con lo spirito che da sempre ci muove nell’interesse della città e del suo ambiente, purtroppo troppe volte sviliti da una politica priva di visione e fatta sulla base di principi ambientali male assimilati e ancor peggio declinati .

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