I Verdi, che hanno da sempre manifestato contrarietà all’attivazione dell’aeroporto di Forlì, soprattutto a causa dell’inquinamento che provoca, della sua pericolosità e del rumore che genera, in riferimento alla proposta del Presidente Bonaccini si permettono di mettere in evidenza che il nostro territorio si trova di fronte a emergenze di natura diversa e che sarebbe meglio destinare a queste ultime le risorse disponibili.
Non è un un caso se l’aeroporto di Forlì, nonostante gli sforzi di ogni tipo che sono in atto dal 1992, ed i milioni di euro già spesi, le strutture realizzate, i finanziamenti profusi alle compagnie aeree, non sia mai riuscito a sostenersi senza enormi flussi di denaro pubblico: non ci sono sufficienti livelli di traffico, il bacino di utenza è troppo angusto, 4 aeroporti in Regione, 3 nel giro di poche decine di KM sono troppi.
Nel prossimo futuro inoltre i voli non potranno che diminuire, complici i costi diretti sempre maggiori, per il naturale aumento dei prezzi dei combustibili fossili, e quelli finora esternalizzati delle emissioni di CO2.
Solo l’aspirazione ad una malintesa grandeur campanilistica, condivisa da tutti le altre formazioni politiche forlivesi, con l’esclusione dei soli Verdi, ha indotto la modifica del piano nazionale e ha provocato la reintroduzione di Forlì nel suo elenco.
Dal ‘92 ad oggi i problemi di inquinamento, della pericolosità, del rumore sono aumentati: più case e più abitanti sotto le rotte, più inquinanti nell’atmosfera a cui si aggiunge il contributo assolutamente negativo al riscaldamento globale provocato dalle emissioni degli aerei. E con gli aerei tornerà anche il rumore.
In questo quadro mentre un aeroporto forlivese produrrebbe solo danni alla generalità della popolazione a fronte di modesti vantaggi per pochi, sosteniamo che sarebbe preferibile intervenire in altri settori della mobilità, a cominciare da quella ferroviaria, quella sì degna di un paese del terzo mondo.
Senza nulla togliere all’iniziativa dei privati che stanno cercando di rimettere in moto l’aeroporto, ricordiamo che la base dell’iniziale consenso pubblico attorno al progetto erano le premesse di non necessitare di altro denaro pubblico per sostenersi .
In tutta Europa ci si preoccupa di realizzare collegamenti efficienti con gli aeroporti posti a diverse decine di km dai centri abitati, invece di moltiplicare strutture aereoportuali in luoghi non più in grado di sostenerle.
La coperta è corta, è facile e demagogico essere favorevoli agli investimenti quando non si pensa alle rinunce che si compiono nel destinarli ad una scelta sbagliata.
Il Presidente pensa di investire in collegamenti con la costa per il turismo e in altre strutture simili. Noi ribadiamo che la naturale connessione della nostra città con le altre limitrofe non può che essere la rete ferroviaria, e ci aspettiamo che questi investimenti debbano andare completamente nella sua completa elettrificazione, nella sostituzione dei carri bestiame utilizzati anche dai pendolari oltre che dai turisti, alla introduzione di quei sistemi che consentano di evitare i quotidiani insopportabili ritardi dovuti alla priorità assegnata all’alta velocità, al rafforzamento e al potenziamento dei collegamenti delle stazioni con il territorio a cominciare dall’entroterra.
Questi per i Verdi sono gli investimenti giusti, in coerenza con la recente mozione sull’emergenza climatica votata dalla Regione.