Il ricordo e il cordoglio di Sauro Turroni, collega ed amico dell’Architetto Gabrio Furani.
Sono molto addolorato per la scomparsa di un caro amico con il quale abbiamo condiviso l’avvio della nostra attività professionale fin dal ’74 a Cervia, quando lo chiamai a collaborare con me, insieme con altri giovani architetti, a quello che si sarebbe rivelato primo piano di un centro storico minore.
Da allora altri lavori, altre esperienze comuni hanno accompagnato la nostra vita professionale e culturale. Voglio qui ricordare alcuni passaggi fondamentali, non ancora ricordati. Prima di diventare dirigente comunale e il responsabile dei grandi progetti della città, Gabrio fu progettista e coordinatore a Cesena dell’esemplare ed avanzato progetto di recupero della Val D’oca, la zona più degradata del centro storico cesenate, interamente recuperata con un intervento gestito da un consorzio obbligatorio fra proprietari.
Gabrio è stato anche l’autore del Piano del Centro Storico di Forlì del 1988, un lavoro esemplare, straordinariamente approfondito e rigorosamente disciplinato contro il quale, purtroppo da anni, si scagliano tecnici modesti e impreparati e amministratori ancor più incompetenti, al fine di poter sostituire la conservazione con le demolizioni e ricostruzioni diffuse.
Non tutti forse ricorderanno che Gabrio fu inizialmente uno dei più leali sostenitori del progetto del teatro Sacripanti dentro il San Domenico ma, come solo le persone di grande sensibilità e intelligenza sanno fare, seppe nel tempo maturare l’idea che il restauro dell’edificio era la soluzione migliore tanto da diventare l’artefice del progetto e dell’intervento che tutti oggi ammiriamo.
Viene a mancare adesso, proprio quando dopo anni di incomprensibile immobilismo, stava ripartendo la progettazione del 4 lato del secondo chiostro del San Domenico, opera per la quale, fin dal maggio del 2012 aveva depositato in Comune, insieme con il suoi colleghi del gruppo di progettazione vincitore del Concorso, il progetto definitivo che in suo onore mi auguro venga al più presto realizzato.
Riteneva inoltre che il completamento del restauro del complesso monumentale si sarebbe concluso solo con la realizzazione di una grande area verde che richiamasse gli antichi orti del convento, sostituendo interamente parcheggio e barcaccia, come è certificato dal Piano Particolareggiato da lui stesso progettato e approvato anni fa dal Comune.
Intendo rendergli l’ultimo omaggio assicurandogli che continuerò a sostenere questa nostra idea comune, fino a quando quel cemento continuerà a offendere l’opera più bella che la sua magistrale professionalità ci ha lasciato.