LA MAGGIORANZA PROCEDE NELLA APPROVAZIONE DELLA VARIANTE CHE CONSENTIRA’ LA DEMOLIZIONE DELLA GRAN PARTE DEGLI EDIFICI STORICI DELLA CITTA’.
Forse intendono rifarsi idealmente al piccone demolitore di Mussolini ma almeno il suo intento era quello di realizzare parti nuove di città mentre in questo caso si cercano di favorire le meno qualificate categorie imprenditoriali e professionali.
Così si distruggono secoli di storia rappresentata dal complesso degli edifici storici che costituiscono un insieme unitario in cui si riconoscono tutti i cittadini e si azzera un piano ben fatto fin dal 1988, che analizzando in modo dettagliato ogni edificio gli assegnava la categora di intervento più adatta alle sue caratteristiche tipologiche e alla stratificazione che nel tempo aveva portato allo stato attuale.
Si cancellano in un colpo solo decenni di acquisizioni culturali e scientifiche a proposito della conservazione dell’intero tessuto dei Centri Storici, maturate in Emilia Romagna, che hanno costituito un modello imitato in tutta Italia e che ha fatto scuola in tutti i Paesi europei.
Scompare, definitivamente cancellata, la nozione stessa di centro storico, costituito dall’intero tessuto degli edifici che il tempo ha stratificato nella parte antica della città, creando un unicum fatto di edifici, monumenti, palazzi, spazi pubblici, piazze, del quale a malapena si vogliono salvare solo i pochi edifici vincolati ai sensi del Codice dei BBCC, ritornando ad una concezione superata da decenni, secondo la quale sono i soli monumenti ad avere il diritto ad essere conservati.
Ovviamente questa variante ha incontrato il plauso degli immobiliaristi, dei costruttori e delle categorie professionali incapaci di misurarsi con la parte storica della città.
Per farlo, ignorando la gerarchia delle fonti, si appellano a una circolare ministeriale del 2020, di assai dubbia interpretazione e ancor più dubbio significato, pretendendo che una circolare superi i contenuti chiarissimi di una legge dello Stato.
I Verdi, insieme con le maggiori associazioni di tutela del patrimonio storico della Nazione annunciano che faranno di questa operazione un caso nazionale costituendo un ampio comitato volto ad impugnare in ogni sede un provvedimento che va contro i principi costituzionali richiamati pochi giorni fa dallo stesso Presidente Mattarella in occasione del 75° anniversario della Repubblica.
Mettiamo nuovamente in evidenza che perfino tecnicamente le norme che il Comune vuole approvare sono sbagliate, a cominciare dal fatto che all’interno di aggregati urbani intervenire sui singoli edifici demolendoli e ricostruendoli con strutture rigide diminuisce la sicurezza complessiva dell’insieme delle costruzioni, all’interno delle quali quella “nuova” in caso di sisma funziona da martello, creando pericolo per gli altri edifici.
Sauro Turroni
consigliere federale nazionale dei Verdi