Con un emendamento ad hoc al decreto governance del PNRR i renziani Luciano Nobili ed il forlivese Marco di Maio propongono di eliminare i limiti alle emissioni elettromagnetiche stabiliti dalle norme italiane nel 2003, con lo scopo dichiarato di favorire la diffusione del 5G in Italia.
Questo emendamento aumenterebbe i limiti delle emissioni di 10 volte, dagli 6Volt/metro a 61.
Si tratta di un aumento in realtà non necessario per il funzionamento e la diffusione del 5G, legato a questioni economiche, perché lo sviluppo nel rispetto dell’attuale limite di legge comporta una maggiore spesa per le compagnie telefoniche.
Il fisico Antonio Capone del Politecnico di Milano ha stimato pubblicamente nella sua audizione alla Camera dei Deputati del 2019 un costo maggiore per le compagnie di 4 miliardi di euro.
Purtroppo secondo gli studi effettuati dall’Istituto Ramazzini di Bologna oltre il limite dei 6V/m si inizia a registrare in laboratorio un aumento statisticamente rilevante di una certa tipologia di tumori. Gli stessi studi sono anche rassicuranti, se letti correttamente: fino a questa quota oggi stabilita dalla legge non sono stati ad oggi rilevati rischi, quindi evitare un aumento sarebbe importante per anteporre la sicurezza dei cittadini agli interessi delle multinazionali.
Nulla cambierebbe, dal punto di vista funzionale: è come se per illuminare una stanza si decidesse di utilizzare più lampadine da meno potenza invece di un unico punto luce, più potente. Avere un maggior numero di antenne meno potenti e più diffuse sul territorio è una soluzione più sicura rispetto ad avere una maggiore concentrazione in pochi impianti più potenti.
Perché quindi tutta questa fretta di aumentare i limiti di emissione?
Secondo un articolo del Fatto quotidiano il Parlamento Europeo starebbe per ridurre i limiti e la STOA, sua unità di previsione scientifica, starebbe allo scopo effettuando una revisione della letteratura scientifica sull’argomento.
Questo colpo di mano sarebbe secondo questa ipotesi utile ad aprire la strada alle nuove installazioni, ottenere i necessari permessi prima dell’eventuale adeguamento ad una maggiore restrizione.
Come Europa Verde riteniamo che i limiti attuali vadano difesi, siano adeguati e non rappresentino un ostacolo all’innovazione tecnologica, come dimostrato in questo ultimo anno di utilizzo molto intenso.
Al contrario occorrerebbe spingere al massimo il potenziamento delle reti in fibra ottica, perché garantiscono prestazioni e stabilità maggiori, aumentandone la diffusione sia cablando tutti gli edifici pubblici sia incentivando l’adozione da parte dei privati, che per ragioni economiche spesso non attivano abbonamenti domestici alla rete fissa limitandosi all’utilizzo di quella cellulare.
Ci associamo quindi ai pareri contrari su questa misura di tanti sindaci ed esperti e sottoscriviamo la petizione al Governo ed al Parlamento presentata dall’Istituto Ramazzini, Legambiente, ISDE e Marevivo per evidenziare il pericolo per la tutela della salute di questo innalzamento.
Sara Londrillo, Assessore Ambiente Comune di Bertinoro e co-portavoce Europa Verde FC
Alessandro Ronchi, co-portavoce Europa Verde FC