Ogni giorno la insopportabile devastazione del territorio provocata dalla quantità incredibile di nuovi centri commerciali e supermercati che vengono autorizzati o preannunciati aumenta e richiederebbe, come avrebbe richiesto in passato, una opposizione ferma, argomentata, attrezzata, documentata.
Anche perché in futuro, con l’esplodere dell’e-commerce e dei grandi centri di distribuzione delle merci a cui si rivolgono acquirenti crescenti, gli investimenti immobiliari di questo tipo si riveleranno fallimentari e ai capannoni industriali abbandonati si sommeranno quelli dei capannoni commerciali inutilizzati.
I Verdi sono stati l’unica forza politica che ha contrastato in Consiglio Comunale il POC commerciale, coi suoi 97 supermercati che si aggiungono all’iper, ed abbiamo fatto ricorso al decreto della Provincia per combattere gli insediamenti in contrasto con le norme e la pianificazione sovraordinata come nel caso del polo di via Bertini, del Lidl di viale Roma o del Conad del Ronco.
Abbiamo difeso una idea di città diversa, migliore, andando oltre al marchio del proponente che è a nostro parere del tutto ininfluente, dimostrando la nostra concreta volontà di fare il possibile per evitare a Forlì un destino fallimentare per il commercio, l’economia, l’ambiente e il territorio.
Purtroppo le parole non bastano, occorrono azioni conseguenti per limitare il consumo di suolo ed annullare le autorizzazioni inopinatamente rilasciate, come certificato anche dall’autorevole parere legale del Prof. Mastragostino.
Oggi è apparsa la notizia del nuovo centro commerciale in via Zampeschi, altre due medie strutture di vendita sono state autorizzate il 23 giugno sempre a Pieveacquedotto alla immobiliare del Conad, 5 nuove strutture e una torre a più piani sono state approvate nella zona PA1 ubicata fra la via Artusi e Gordini, contenente altre migliaia di mq di superficie commerciale, occupando con capannoni , parcheggi, strade ecc altri 65 mila mq. di terreno.
A chi dichiara che tutto ciò dovrebbe servirci come insegnamento per il futuro diciamo che di questo passo non ci sarà futuro: o si approva una moratoria nei confronti della dilagante capannonite commerciale o ci troveremo ben presto di fronte a un deserto fatto di strutture vuote e di altre attività che chiudono.
Per questo, se non ci ascolteranno, occorrerà intraprendere tutte le strade possibili, soprattutto nei confronti di tutte quelle strutture di cui la Provincia, coi propri decreti, ha certificato il contrasto con la pianificazione sovraordinata.