Mentre la ricostruzione della Romagna dopo il disastro del fango è affidata al generale Figliuolo, continuano gli attacchi della destra alla scienza sul clima, banalizzando gli allarmi.
Da Fratelli d’Italia al leghista Borghi, che di fronte agli incendi e alle temperature record degli ultimi giorni afferma candidamente che d’estate fa caldo e non c’è motivo di allarmismi.
Non capire l’origine dei disastri significa accettare a testa bassa il loro continuo ripetersi con sempre più frequenza, a ritmi esponenziali.
Dietro questi attacchi negazionisti che mettono in comune i conservatori statunitensi, europei e italiani c’è certamente la volontà irresponsabile di guardare all’immediato consenso o ancora peggio tutelare quei pezzi di economia che non vogliono accettare un cambiamento verso una sostenibilità.
Del resto alle carrellate di esponenti politici di rilievo nelle zone colpite dai disastri non ci pare siano seguite azioni concrete tangibili nella giusta direzione: non solo siamo in ritardo sul sostegno alla ricostruzione, ma tutti i provvedimenti che vengono adottati non stanno minimamente tenedo conto di quanto avvenuto.
La regione Emilia-Romagna continua a cementificare terreno come se non esistesse un domani, i piani urbanistici continuano a prevedere aumenti del 3% con decine e decine di deroghe, tutti i progetti pubblici prevedono taglio di alberi e gettate di asfalto.
Cementifichiamo in Italia 2 metri quadri al secondo e in questo quadro drammatico, l’Emilia-Romagna è la terza regione sia per incremento di suolo consumato nel periodo 2020-2021 (658 ettari) sia in totale di suolo consumato nel 2021 (oltre 200mila ettari), dopo Lombardia e Veneto.
A Forlì solo negli ultimi 5 anni abbiamo consumato 75 ettari di verde, a Cesena 52.
A Sarsina si intende costruire un nuovo supermercato anche sopra un importante sito archeologico.
Le parole sono inutili, di fronte a questi dati.
Serve un cambio di direzione netta e serve un cambio di mentalità, perché se non difendiamo il territorio questo inevitabilmente presenterà il conto.
Conto che, abbiamo visto, nessuno pare abbia fretta di rimborsare ai cittadini colpiti.
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