Leggo esterrefatto, le dichiarazioni di Rondoni e anche i commenti sull Carlino sul “tema” Langone e mi spiace davvero che non colgano l’essenza vera del problema.

Certo sono inaccettabili le dichiarazioni di Langone sulle donne, un miscuglio tra l’oscurantismo e la negazione degli stessi principi costituzionali e certamente un simile personaggio non appare idoneo a rappresentare, seppure in un premio artistico, una città nella quale i sentimenti democratici e i principi di uguaglianza sono profondamente radicati.

Tutto ciò, però, a mio vedere, non c’entra nulla con l’essenza del problema. Nel turbinio di proposte che escono disordinate dalla mente della assessore alla cultura, temo con l’ausilio dei suoi collaboratori, un bel giorno è spuntata l’idea di smantellare il Palazzo Romagnoli dove la collezione Verzocchi, ben ordinata ed esposta, costituisce un gioiello unico ed unitario, contornato di documenti e reperti in gran parte ancora colpevolmente non catalogati ne inventariati e tantomeno studiati.

Poi la decisione di un “museo del lavoro” da farsi a Palazzo Albertini, nel frattempo restaurato con altre finalità. Infine l’idea di un premio ” per allargare la collezione” o altra simile baggianata.

Su questo gli autorevoli difensori dello sconclusionato e disordinato operare di Melandri dovrebbero provare a ragionare, anziché preoccuparsi di difendere Langone. Si dovrebbe comprendere che la collezione, donata simbolicamente un primo maggio, dal munifico imprenditore è un unicum, inscindibile e ugualmente non integrabile, il suo valore, oltre alla qualità delle singole opere che la compongono è costituito appunto dalla visione di Verzocchi che la concepì e dalla sua unitarietà di tempo, di periodo storico, di ispirazione: essa è conclusa in sé come se fosse un’unica opera.

Non c’è nulla da aggiungervi, tantomeno opere contemporanee di artisti che nulla possono avere a che fare con il clima politico, culturale, sociale che la collezione e Verzocchi vollero consegnarci.

Che significa quindi aggiungere opere nuove, scelte da una commissione che, a quel che appare, nulla ha a che fare con le idealità, i principi a base della collezione, a quel corpus unitario? Nulla, anzi ne certifica la svalutazione, iniziata con il progettato smembramento.

Molto meglio avrebbe fatto l’amministrazione se avesse istituito un premio o meglio delle borse di studio o altri simili riconoscimenti per studiosi che avessero ordinato, catalogato, studiato, indagato, fatto ricerche all’interno dei documenti della Verzocchi finora ignorati, per accrescerne conoscenza, qualità e importanza.

Tutte cose che non si improvvisano e dunque estranee al modus operandi dell’assessore a cui non fanno certamente un buon servizio né Rondoni che nell’impeto di difendere un vecchio amico mette insieme accuse del tutto al di fuori del seminato né i commenti del Carlino.

A nessuno verrebbe in mente di alimentare con nuove opere contemporanee un ciclo di affreschi e quindi occorre rendersi conto che le opere della Verzocchi sono l’affresco di un epoca.


Sauro Turroni architetto, già parlamentare Verde

Categorie: Generale

0 commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

Questo sito usa Akismet per ridurre lo spam. Scopri come i tuoi dati vengono elaborati.