Silvia Zamboni, capogruppo di Europa Verde e Vicepresidente dell’Assemblea legislativa: “A seguito di segnalazioni arrivate dal gruppo forlivese di Europa Verde, ho depositato oggi un’interrogazione alla Giunta regionale per chiedere di fare chiarezza sulla riorganizzazione di biblioteche, musei, istituti culturali e patrimonio storico, finanziati in parte anche con fondi regionali. Mentre istituti culturali, come il Museo Archeologico, versano in stato precario già da lungo tempo, lascia alquanto perplessi il proposito di smantellare o trasformare la destinazione di altri istituti culturali perfettamente funzionanti, in cui sono state investite ingenti risorse pubbliche, anche regionali, per di più senza alcun riferimento ad adeguati studi preliminari e a progettazioni scientificamente fondate, che delineino una visione unitaria alla base di un così complesso programma di interventi”.

Bologna, 31 marzo 2023 – Fare chiarezza su rischi e contraddizioni insiti nel complesso programma di interventi sul patrimonio museale e culturale di Forlì, reso noto di recente dagli organi di informazione locale. A chiederlo con un’interrogazione alla Giunta regionale è il Gruppo Europa Verde dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna, che ha depositato oggi un’interrogazione.

Gli interventi annunciati oggetto dell’atto ispettivo comporteranno la profonda riorganizzazione di biblioteche, musei, istituti culturali e patrimonio storico. Dal timore che tale programma manchi di una visione strategica complessiva e di una più precisa definizione della sua qualità tecnica prende spunto l’interrogazione, in cui si sottolinea, da un lato, la condizione precaria in cui versano da lungo tempo importanti musei a Forlì, e, dall’altro, l’inadeguatezza degli interventi programmati. A partire dal Museo Archeologico, i cui reperti sono custoditi nelle casse da decenni; per passare alla biblioteca Piancastelli, un fondo straordinario che raccoglie carte, pergamene, quadri e altri documenti della Romagna, praticamente inaccessibile; mentre il Museo del Risorgimento e Villa Saffi è oggetto di propositi di trasformazione che appaiono incompatibili; e per il Museo sotto il San Giacomo, che illustra la storia e gli scavi del San Domenico, realizzato con fondi pubblici, non sono ancora previsti completamento e fruibilità; il Museo Etnografico e il Museo del Teatro sono caduti nell’oblio, mentre alla Rocca di Ravaldino nessun intervento è previsto per favorirne la fruizione. Inoltre, nel succitato programma, rientrano interventi – scollegati fra loro e in genere privi di una chiara definizione dei futuri assetti, funzioni ed usi – che riguardano il Palazzo del Merenda, il Museo di Palazzo Romagnoli, l’ex asilo Santarelli, Palazzo Albertini e anche lo stesso San Domenico.

Desta particolare preoccupazione lo smantellamento del Museo di Palazzo Romagnoli per collocarvi una parte della biblioteca – attualmente racchiusa nel Palazzo del Merenda – che verrebbe di fatto smembrata” – spiega la Capogruppo di Europa Verde Silvia Zamboni, Vice Presidente dell’Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. La sistemazione recentissima di Palazzo Romagnoli ha richiesto l’impiego di rilevanti risorse pubbliche, anche regionali, per il suo restauro, la collocazione e l’ordinamento delle collezioni, la realizzazione di sistemi di allarme e caveau per proteggere i beni presenti. Risulta che anche la collezione Verzocchi e la preziosa documentazione ad essa relativa, le sculture di Wildt, le opere di Giorgio Morandi e quelle degli artisti del Novecento che costituiscono il percorso della “grande Romagna”, verranno smembrate: per le prime la destinazione sarebbe Palazzo Albertini, mentre le altre dovrebbero essere spostate al piano terra del San Domenico o in altri luoghi ancora da definire. A Palazzo Albertini la collezione Verzocchi, spostata dalla Pinacoteca nonostante il vincolo di destinazione apposto del munifico donatore, dovrebbe costituire il fulcro di un non ben definito “Museo del lavoro”. Museo che potrebbe avere problemi di accessibilità non avendo ancora ottenuto, a quanto risulta, l’approvazione della Soprintendenza per l’inserimento di un ascensore” – aggiunge Silvia Zamboni.

Per quanto riguarda il San Domenico e il suo consolidato museo, è in programma lo spostamento dell’Ebe del Canova dalla sua attuale collocazione, pensata e progettata per mettere in risalto la delicatissima opera e per poterla osservare da ogni lato, tenendo conto dei dettami dello stesso Canova e della storia della scultura. Inoltre, per ampliare lo spazio dedicato alle mostre temporanee, è previsto lo smantellamento di una parte dell’attuale museo del San Domenico, ovvero quella dove sono collocate le opere più antiche e importanti della città. Un allestimento che ha richiesto, in anni recenti, non solo studi approfonditi ma anche un’ingente quantità di risorse pubbliche per poter ospitare in sicurezza gli enormi carichi dei marmi.

Lascia alquanto perplessi la decisione di smantellare o trasformare radicalmente la destinazione d’uso di istituti culturali perfettamente funzionanti e costati ingenti risorse pubbliche, anche regionali, per di più senza alcun riferimento ad adeguati studi preliminari, nè a progettazioni accurate e scientificamente fondate, mentre altre istituzioni restano in un limbo di incuria che le rende poco fruibili sottolinea la consigliera Silvia Zamboni. “Pur consapevole che le scelte operate a livello comunale esulano dalle strette competenze regionali in materia, a parte il settore delle biblioteche, ho ritenuto opportuno presentare un’interrogazione, raccogliendo le segnalazioni arrivate dal gruppo forlivese di Europa Verde, per chiedere alla Giunta se il programma di interventi del Comune di Forlì sia stato trasmesso alla Regione e alla Soprintendenza. In particolare, chiedo se tale programma contempli le necessarie garanzie in merito alla conservazione e protezione dei volumi della biblioteca Piancastelli e delle altre opere coinvolte dalle operazioni di smembramento e trasferimento. Inoltre, sollecito la Giunta a chiedere il rispetto del parere espresso dall’Avvocato dello Stato onorario che ha dichiarato che la volontà espressa dal donatore Verzocchi non consente il trasferimento delle opere della collezione e la loro separazione dal resto della pinacoteca, e a intervenire, per quanto di competenza, per evitare lo smembramento del museo del San Domenico con lo spostamento degli antichi marmi, tra i quali il sarcofago del Beato Marcolino e soprattutto dell’Ebe del Canova. Infine, chiedo di appurare se il recente accreditamento al Sistema Museale Regionale e Nazionale per Palazzo Romagnoli sulla base dei LUQ (Livelli Uniformi di Qualità) sia compatibile con la successiva richiesta di finanziamento di scansie per libri (Piano 2022 della LR 18/2000), facendo così di fatto decadere l’accreditamento conseguente alla soppressione e allo smembramento del Museo di Palazzo Romagnoli” – conclude la consigliera Zamboni.

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