I dati pubblicati in questi giorni sull’inquinamento dell’aria sono molto preoccupanti e in tutte le città della pianura padana, seppure con qualche remora, si stanno adottando misure stringenti, seppure temporanee per far fronte a questo gravissimo problema.

 

La collocazione di Forlì in cima alla graduatoria nazionale delle città più inquinate meriterebbe una grande attenzione non le solite chiacchiere difensive messe in campo da qualche assessore e tanto meno le anacronistiche proposte d’incentivazione dell’auto messe quotidianamente in campo da Confesercenti.

 

I dati indicano decine di migliaia di decessi provocati dall’inquinamento dell’aria e centinaia di migliaia di persone affette da patologie alle vie respiratorie.

 

Amministratori consapevoli avrebbero dovuto porre al centro del loro programma una molteplicità di azioni tutte volte a ridurre l’uso dell’auto privata, a ridurre l’utilizzo di combustibili fossili per il riscaldamento e le attività produttive, alla incentivazione, dell’istallazione di pannelli solari sopra tutti gli edifici, cominciando col dare l’esempio sui propri immobili pubblici.

 

Nulla di tutto questo. Dal punto di vista degli interventi strutturali l’amministrazione forlivese si è distinta nella realizzazione di parcheggi dentro e ai margini del centro storico, nella incentivazione dell’uso dell’auto privata fino a intasare di traffico le strade, nella riduzione della ZTL, nella costruzione di rotonde e nella conservazione di un sistema di trasporti pubblico che fa acqua da tutte le parti.

 

La realizzazione in ogni dove di giganteschi supermercati ha sancito in questo quinquennio la conseguente promuovere un modello di mobilità incentrato sull’uso dell’auto e ciò è avvenuto praticamente senza che attorno ad essi venisse realizzato, grazie all’inaccettabile meccanismo della monetizzazione, il verde pubblico necessario e senza gli alberi che avrebbero potuto contrastare l’inquinamento e le temperature troppo elevate.

 

La maggioranza di destra aveva approvato in Consiglio, tra i primi atti di questa amministrazione il nuovo PUMS, cioè il Piano Urbano della Mobilità Sostenibile, adottato dalla giunta Drei e valutato molto positivamente dalla Regione. Quel programma di interventi, tutti coordinati tra di loro secondo una strategia delineata a livello nazionale, è rimasto nel cassetto in gran parte ignorato e disatteso.

 

Potremmo continuare a lungo, facendo riferimento alla mancata sostituzione degli alberi abbattuti lungo i viali cittadini e a tante altre iniziative che hanno soppresso aree verdi soprattutto nel centro della città per parcheggiarci automobili.

 

Le misure tampone che gli amministratori della destra forlivese sono stati costretti ad adottare dal superamento dei limiti delle polveri sottili sono solamente formali: qualche cartello agli angoli di strade e nulla più, con controlli che ci paiono inesistenti. 

D’altronde sotto elezioni mica si possono rompere le scatole agli automobilisti, anzi va solleticata la loro parte peggiore aggredendo a livello nazionale pure le misure a salvaguardia di pedoni e ciclisti.

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