Le odierne dichiarazioni di Zattini e Cintorino sono stupefacenti: secondo loro il Centro Storico di Forlì sarebbe in sofferenza, con negozi vuoti, case fatiscenti ecc perché i cittadini non l’amano.

Il Centro Storico, su cui questa Amministrazione aveva fatto tante promesse, rappresenta il loro più clamoroso fallimento.

L’unica ricetta che hanno pensato di adottare era composta da 2 tipi di interventi : la “lotta al degrado” interpretata solo sotto il profilo repressivo e con discutibili misure di polizia, racchiuse in quell’abominio del Regolamento di polizia urbana, e gli ancor più discutibili festeggiamenti di ogni tipo, costosissimi, vuoti nei contenuti e di pessimo gusto come le luminarie o il videomapping.

Le città e soprattutto i loro centri antichi, in cui si è sedimentata da secoli la vicenda umana dei loro abitanti, sono questioni assai complesse, che richiedono programmi e strategie per risolverne i problemi di questo periodo storico, che riguardano il loro spopolamento, il diradamento dei servizi, il trasferimento di attività e di centri di interesse che si sono localizzati nei nuovi quartieri.

Servono politiche e risorse per invertire la rotta, per riportare in centro abitanti e attività di pregio ed è quello che abbiamo proposto in tutti questi anni, sapendo che il centro coi suoi palazzi e le sue stradine affascinanti può ritornare a splendere per bellezza ed attrattività se le attività economiche ed imprenditoriali sono ben indirizzate,

Hanno pensato che bastasse cambiare le norme che tutelavano l’intero centro storico, un unico bene culturale da conservare e restaurare unitariamente, per consentire demolizioni e ricostruzioni spot in oltre 1400 edifici, senza sapere che secondo studi scientifici ciò avrebbe diminuito la sicurezza degli edifici.

Non hanno nemmeno avuto l’umiltà di cercare di capire i motivi per i quali le città vicine o simili si trovino in condizioni molto migliori, per poterne copiare le politiche di successo.

Lasciando alla sola azione privata a determinare i cambiamenti non si possono produrre risultati. Al contrario serve destinare professionalità, competenze e le risorse necessarie a un progetto comune, condiviso e strategico.

Hanno sprecato le risorse del PNRR per fare parcheggi, anche con progetti dai costi esorbitanti rispetto ai benefici. Nessun centro storico della regione registra un numero così alto di parcheggi, e nonostante questo non hanno destinato posti ai residenti del centro storico, come avviene ovunque. Hanno favorito in ogni modo il traffico motorizzato, addirittura riducendo la ZTL invece di ampliarla e riqualificarla.

Invece di rendere maggiormente accessibile il centro con navette, parcheggi scambiatori ed altri sistemi adottati ovunque hanno deciso di togliere la pensilina senza pensare nemmeno a una panchina sostitutiva per gli utenti degli autobus.

Invece di lasciare le piazze alle auto dovremmo farle tornare luoghi d’incontro e aggregazione, sicuri da frequentare, dove passeggiare e fare acquisti, sostenendo così anche il piccolo commercio. Tavolini e ristoranti all’aperto dovrebbero sostituire le auto, realizzando anche vie commerciali dove si va piacevolmente a piedi.

E infine particolarmente fallimentare è apparsa la politica culturale nel Centro storico: Musei e collezioni chiusi e abbandonati, lo smantellamento del Palazzo Romagnoli e delle sue importantissime collezioni, gli usi discutibili dell’ex Santarelli e della ex palestra del Campostrino, iniziative sbagliate come palazzo Albertini, destinato a diventare un altro buco nero in piazza Saffi, il ridicolo “miglio bianco” che bianco non è. 

Tutte politiche fatte di spot improvvisati, invece di essere frutto di solidi programmi e studi, necessari quando si tratta del patrimonio di tutti i forlivesi.

Dopo aver scaricato la colpa per anni alle amministrazioni precedenti ora non si cerchi di riversarla sui cittadini, “rei” di non amare il loro centro storico: la verità è che in 5 anni la situazione è peggiorata e la responsabilità è di chi aveva gli strumenti e l’inedita disponibilità di risorse del PNRR da poter sfruttare.

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