Il Consiglio Comunale di Forlì si avvia ad approvare l’adeguamento del Piano Regolatore Generale vigente, alla legge regionale n.20/2000, un atto formale dovuto che si accompagna ad alcuni rimaneggiamenti delle normative, e ad alcune modifiche di destinazione di terreni che non rientravano nelle linee su cui ci si doveva muovere.

Fra le centinaia di osservazioni pervenute quella contraddistinta dal n° 36F riguarda modifiche di esclusivo interesse dei richiedenti.

Su un terreno produttivo a Villa Selva di 20.000 mq. l’indice attuale di edificazione prevedeva 12.000 mq di superficie edificabile, la richiesta è di portare la superficie utile edificabile a 28.000 mq.

Gli uffici tecnici comunali hanno proposto il non accoglimento.

Con un incredibile giravolta invece la giunta propone al Consiglio di approvare la variante.

Di fatto sarebbe un precedente a cui appellarsi per tutti i lotti produttivi, portando a un sovraffollamento delle aree, anzi la nota politica dell’Assessorato Urbanistica, che accompagna la scheda, invita gli uffici ad approfondire l’argomento affinché si facilitino in futuro analoghi interventi.

Dopo i casi scottanti delle aree al Ronco (Ferretti Querzoli) e a Pieve Acquedotto è l’ennesima ciambella senza buco che si tenta di fare passare.

Il caso fa parte dell’ordinaria gestione a livello nazionale, “calce e carrello” (non più falce e martello) parodia coniata in una interessante inchiesta TV su La 7 di qualche giorno fa in Umbria; analoga la situazione che si è verificata in questi giorni in Sardegna per il Presidente Soru dimissionario.

Auspichiamo che il Consiglio Comunale di Forlì, procedendo con un voto disgiunto dall’intero complesso della variante, lunedì avrà modo di fare valere la propria autonomia e sventare questo ennesimo attacco ad un territorio ormai assediato dal cemento.

Se questa è la campagna elettorale per le primarie della Giunta Masini il segnale è forte e chiaro.

Verdi Forlì