Da quello che si legge sui giornali le proposte avanzate dalla AC paiono indicare obiettivi condivisibili, pur all’interno del c.d. piano casa, ennesimo provvedimento di deregulation urbanistica che , come tutti quelli che lo hanno preceduto, porterà solo danni alla collettività e al territorio.
Quindi legare la riduzione dei consumi energetici agli ampliamenti è senz’altro un fatto molto positivo che i verdi apprezzano.
Per quanto riguarda le case agricole vorremmo sottolineare due questioni che a nostro avviso dovrebbero indurre il sindaco ad un atteggiamento di massimo rigore : il piano regolatore vigente pare aver individuato numerosi edifici di interesse storico – testimoniale, la cui tipologia merita di essere conservata .
A questi edifici non dovrebbero applicarsi le norme che consentono l’ampliamento previste dal c.d. piano casa.
Inoltre l’aumento indiscriminato del carico urbanistico in zone agricole lontane dai servizi non farebbero altro che aumentare i loro costi complessivi con danno economico per tutti i cittadini costretti a pagare i maggiori oneri derivati dal diritto di tutti di accedere ai servizi medesimi.
Infina ricordiamo a chi negli ultimi giorni si è si improvvisato urbanista, che da tempo la proposta di Italia Nostra di assimilare il territorio agricolo, non ancora compromesso da quella che Antonio Cederna chiamava la repellente crosta di cemento e asfalto, al tessuto storico delle città, adottandone identici principi di tutela : questa proposta, scaturita dal lavoro della più impotante associazione di tutela del nostro paese, deve essere a fondamento della azione della ammministrazione comunale il cui territorio negli ultimi decenni è stato troppo spesso oggetto di sconsiderate espansioni in zone vocate all’agricoltura, di residenze e attività produttive , con procedute discutibili e con risultati assai negativi.