Una delle tante battaglie fatte contro la furia devastatrice degli “energumeni del cemento armato” , come li chiamava Amntonio Cederna, riguardò la SS67.
Vincemmo insieme alle associazioni a più riprese : quando facemmo bocciare dal ministero tutto il progetto da Rocca San Cassiano al Muraglione, quando impedimmo la devastazione del centro sorico di Dovadola, quando facemmo vincolare il cipresso di Garibaldi e la villa il Casone.
I sostenitori della costruzione della nuova strada hanno sempre cercato di denigrare e sminuire le ragioni che indussero il Ministro Ronchey a porre il vincolo ex lege 1089/39 sulla villa, sulla chiesetta e sul cipresso e ciò si è manifestato anche in occasione della celebrazione del centocinquantesimo anniversario dell’Unità d’Italia : ostentatamente e volutamene hanno ignorato l’evento storico riguardante la notte del 21 agosto del 1849.
Insieme con altri amici abbiamo deciso di colmare questa lacuna ed abbiamo organizzato, proprio al Casone, una piccola cerimonia nella quale potremo ascoltare l’inno nazionale, le parole dell’avvocato Campisi , studioso di Garibaldi e, ci auguriamo, del sindaco di Forlì Roberto Balzani, chiudendo in questo modo anche nel nostro territorio le celebrazioni dell’Unità d’Italia.
Vogliate dunque accogliere il nostro invito a partecipare a questa significativa cerimonia che si terrà domenica mattina alle ore 11 proprio accanto al cipresso.
Verrà affissa una piccola targa a ricordo dell’episodio storico, potremo ascoltare l’Inno di Mameli e anche gustare qualche fetta di ciambella offerta dai proprietari del cipresso e della villa.
Si trascrive di seguito la lettera inviata a Giuliano Amato, presidente del Comitato per le celebrazione dell’Unità d’italia, Presidente del Consiglio all’epoca del decreto di vincolo .
On. Prof. Giuliano Amato
Presidente del Comitato per le celebrazioni
Dei 150 anni dell’Unità d’Italia
Caro Giuliano,Un piccolo comitato di “ferventi patrioti romagnoli “ di cui faccio parte ha deciso di promuovere la conclusione delle celebrazioni per i 150 anni dell’Unità d’Italia in località Casone di Dovadola , accanto ad un cipresso plurisecolare, denominato “cipresso Garibaldi “ nei pressi del quale, nascosto dalla vegetazione, la tradizione vuole che l’Eroe abbia trascorso la notte del 21 agosto 1849 in attesa degli emissari di Don Giovanni Verità che lo avrebbero portato in salvo valicando il monte Trebbio , alla volta di Modigliana.
Questo episodio di fatto conclude la trafila romagnola attraverso la quale i locali patrioti riuscirono a porre in salvo Giuseppe Garibaldi che aveva abbandonato Roma dopo il tragico epilogo della Repubblica Romana.
Nel 1992, raccolta la documentazione prodotta da alcuni studiosi locali, proposi all’allora Ministro Ronchey di vincolare ai sensi della legge 1089/39 il cipresso , la piccola chiesetta accanto alla quale sorge e la villa a cui entrambi appartengono.
Il 3 giugno del 1992 il sottosegretario Astori, per delega del Ministro, decretò “di interesse particolarmente importante ai sensi della L.1089/39 il complesso di immobili denominato il Casone all’interno del quale sorge un cipresso plurisecolare”.
Nella relazione storico-artististica allegata al decreto, di cui fa parte integrante, si descrive il cipresso plurisecolare , “conosciuto come cipresso Garibaldi” e si riassume la tradizione popolare secondo la quale “ la sera del 21 agosto 1849, dopo essere stato ospite per alcuni giorni del patriota Conte Giuseppe Campi, a Villa Raggi di Monte Acuto, Garibaldi, in attesa di incontrare Don Giovanni Verità, vi si nascose sfuggendo alle truppe austriache”.
Questo episodio, senz’altro di minore rilievo rispetto ai tanti altri celebrati in questo anno di appassionata rievocazione degli eventi che portarono alla unificazione dell’Italia, merita comunque di essere ricordato e per questo , insieme con alcuni amici e studiosi locali, mi sono fatto promotore di una piccola cerimonia che si terrà domenica 18 marzo , alle ore 11, in località Casone a Dovadola (FC), durante la quale verrà posta in loco una targa che ricorda l’episodio.
Durante la piccola cerimonia, alla presenza delle autorità locali, sono stati invitati a tenere un breve discorso il dott. Laghi, della associazione mazziniana e il sindaco di Forlì. Il prof. Balzani.
Mi rendo conto che la piccola cerimonia che abbiamo voluto organizzare non possa aspirare di vederti fra i partecipanti ma vorrei pregarti di farci giungere un indirizzo di saluto : sarebbe per noi tutti un grande onore che il Presidente del Consiglio del Governo che seppe riconoscere l’importanza anche di quel piccolo tassello di storia patria, ora in qualità di presidente del Comitato per le celebrazioni dei 150 anni dell’Unità d’Italia, ci confermasse la sua vicinanza.
Mi fa piacere informarti che domenica isseremo sul posto una grande bandiera italiana, la medesima che invocando l’unità d’Italia piantai sul pratone di Pontida il giorno in cui il governo Berlusconi varò la modifica costituzionale, affossata poi col referendum dal popolo italiano.
Nel ringraziarti anticipatamente, colgo l’occasione per inviarti i più cordiali saluti.
Sauro Turroni
Forlì, 15 marzo 2012